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[CARTOONS] Pippo e il fumo: oggi sarebbe impossibile

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Un tempo nei cartoons si fumava.
E anche nei fumetti. Poi qualcuno ha deciso, di colpo, che è diseducativo e via, niente più sigari e sigarette.
Ma nella Hollywood d'oro, ai tempi delle zero stronzate di politicamente corretto, le cose erano ben diverse: a partire da casa Disney.
Oggi abbiamo qui il cortometraggio di Pippo No Smoking, e a parlarne c'è il nostro Nino Baldan del blog omonimo!

Rimanendo in tema di politicamente scorretto e di come la percezione di alcuni argomenti sia drasticamete cambiata nel corso dei decenni, quello che vado a proporvi oggi è un cartone animato della Disney del 1951 con protagonista Pippo, dal titolo No Smoking (in italiano Vietato fumare).
l'ispirazione proviene dallapagina Facebook di Miki, incentrata proprio sulla scorrettezza di alcuni fumetti.

Sebbene il tabagismo sia dipinto, nel cortometraggio, in maniera (blandamente) negativa, vedere un personaggio disneyano intento a sfumacchiare fa sempre un certo effetto.
Soprattutto nell'epoca attuale, dove qualsias argomento politically uncorrect viene automaticamente depennato: la birra è sostituita dalla soda, le pipe emettono bolle di sapone, pure l'ispettore Manetta ha perso il suo caratteristico sigaro, sebbene le labbra rimangano (in maniera anche equivoca, aggiungerei io) misteriosamente protese in avanti.


Ma torniamo a noi.
Ebbi modo di vedere per la prima volta il cartone in questione nel corso della mia infanzia, e a dir la verità non mi turbò più di tanto. Erano gli anni '80: le monoposto di Formula 1 ancora recavano la scritta "Marlboro" sull'alettone, e le Muratti Ambassador figuravano come normale product placemente all'interno di innumerevoli film italiani.

No Smoking si apre con una breve storia del tabagismo: ecco quindi un pipposo Cristoforo Colombo che, posando il piede sul continente americano, si scotta con un sigaro, per poi essere iniziato al fumo direttamente da un nativo.


Prosegue la carrellata una serie di situazioni nelle quali si parodizzano alcune popolari marche di sigarette: le Phylis Morrison, scelte dal nostro eroe come ultimo desiderio prima della fucilazione (e anche la condanna a morte oggi sarebbe tabù, n.d. Moz).

La locandina fa pure riferimento a Smoke gets in your eyes, brano reso popolare dal film Roberta (1935) con Fred Astaire e Ginger Rogers, e che solo sette anni più tardi dopo l'uscita del cartoon ritroverà un successo ancora maggiore nella sua interpretazione dei Platters (1958).
Questo, quando al vizio del fumo si dedicavano addirittura le canzoni.



Il brand successivo al quale si rende omaggio sono le Lookys (Strike), il cui nome viene scritto nel cielo nientemeno che da un Pippo avio-sfumacchiatore, boccata dopo boccata.

Ma eccolo il Pippo dei nostri giorni, anzi, per essere precisi, George Geef (la controparte borghese di Pippo in una serie di cortometraggi sulla vita quotidiana).
La sua routine viene cadenzata da continui appuntamenti con la sigaretta; ma è sul posto di lavoro (quando era normale fumare negli uffici) che, a causa di sintomi anche piuttosto blandi (occhi irritati, gola arrossata), il nostro Pippo inizia a manifestare il desiderio di smettere.

I primi sintomi dell'astinenza vengono mostrati come ansia e nervosismo, fino ad arrivare alle mani del protagonista, che lottano tra il desiderio di accendere una sigaretta e quello di mantenere fede alla parola data.
Ma in un ambiente come quello degli anni '50, dove il tabacco è ovunque, per Pippo è impossibile farne a meno.
Così il nostro eroe si rende conto che dopotutto... perché dovrebbe smettere? Lui ama fumare, fumare è il suo hobby.

Ed eccolo quindi correre qua e là cercando disperatamente di attingere nicotina per le strade, in una raffica di gag piuttosto divertente che lo portano a importunare passanti, raccogliere tabacco o mozziconi alla disperata ricerca di una boccata.


Finisce addirittura di essere colpito al tiro a segno mentre cerca di ottenere qualche tirata da una pipa messa in palio. Ma la scena clou è quella della sigaretta gettata da un pipposo operaio dalla cima del grattacielo: durante la caduta, la cicca si consuma inesorabilmente, lasciando al nostro eroe nient'altro che un mucchietto di cenere.

La sua ultima speranza è un pasciuto fumatore, che come un pusher agli occhi di un tossico, viene supplicato.
Ma Pippo non ottiene che un sigaro esplosivo, che ovviamente scoppia.
E quando il nostro senso morale da terzo millennio si aspettava una massima, una morale, ecco che invece il cartone sfuma su un Pippo scompigliato ma felice, con la seguente frase:
"Tu dai corda ad un fumatore e lui si terrà stretto il suo vizietto".
Come per dire "ma sì, i fumatori sono degli incorreggibili birbanti, che ci vuoi fare?".
Sia mai che le industrie del tabacco avessero potuto offendersi...

Ringrazio Miki per lo spazio concessomi, e invito voi lettori a lasciare impressioni riguardo l'argomento, o a raccontare i vostri ricordi in merito.
E se volete ancora qualcosa di politicamente scorretto, vi invito a leggere l'articolo sulle 12 canzoni che oggi non verrebbero mai rilasciate!


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