Quantcast
Channel: MOZ O'CLOCK
Viewing all articles
Browse latest Browse all 2680

[FUMETTI] i manga oggi: interessanti come nel passato?

$
0
0

I manga: fumetti di provenienza giapponese, né più né meno.
Anche se non si tratta solo di una questione geografica.
Un manga è anche uno stile più o meno definito, una moda più o meno codificata, una scuola o una corrente artistica riconoscibilissime.
E questo post vuole fornire spunti di riflessione su questo fenomeno: dal boom italiano fino alla saturazione. Idee, immagini, storie: non solo di mercato.

Non intendo fare una trattazione sul fumetto giapponese: sapete meglio di me che i manga sono uno dei principali settori dell'industria editoriale nipponica, i cui stilemi (che perdurano anche oggi) provengono dagli anni '40 ma che il manga stesso deriva dalle illustrazioni in sequenza di vignette di fine '700.
A supportare il fumetto -anzi a supportarsi a vicenda- ci sono spesso poi gli anime, quando derivano da un'opera precedentemente uscita sottoforma di fumetto.
Sono i cartoni animati, noti anche da noi: versioni animate di molti di omonimi fumetti che hanno riscosso un certo successo.

IN ITALIA

Il primo vero boom dei manga ci fu alla fine degli anni '80, protraendosi fino ai primi anni '90.
Certo, qualche "esperimento" c'era stato, in termini di pubblicazioni. Erano casi isolati, all'avanguardia, perlopiù come finestra culturale su un mondo sconosciuto ed "esotico".
Fino a quando le tv iniziarono a trasmettere tonnellate di anime: quello stile, quelle regie e quegli approcci così diversi rispetto a tutti gli altri cartoons fino ad allora trasmessi, costituirono una invasione capace di aprire del tutto la finestra sul Giappone.
Non più solo Goldrake e Heidi: le tv -pubbliche ma soprattutto private- si riempirono di titoli.
E anche il settore merchandising/giocattoli comprese definitivamente quanto fossero importanti e amati questi cartoni giapponesi.
Le case editrici si adeguarono di conseguenza. Il fenomeno esplose.

una delle prime riviste ufficiali a pubblicare manga, in Italia

ANNI '90

Dopo aver proposto i titoli già noti grazie alla televisione, e tanti altri inediti, in Italia le case editrici avevano coperto una buona base tra autori conosciuti e meno.
Il secondo boom si ebbe pochi anni dopo, nella seconda metà degli anni '90: una vera e definitiva coscienza (anche modaiola) di fanatismo manga.
Opere precedenti venivano ristampate, i grandi classici sempre sulla cresta dell'onda, ma il pubblico era prontissimo a scoprire tante nuove proposte: era sorta una vera e propria mania, tutto ciò che era giapponese era figo, e tra vere icone e per fortuna poche sòle, la questione è andata avanti fino ai primi anni 2000.
La tv, consapevole di questa cosa, ormai proponeva canali tematici, serate animate e programmi mirati.



DALLA FINE ANNI 2000 A OGGI

Qualcosa poi è successo.
Il mercato (italiano) si è saturato. Le case editrici sono sorte come funghi, ognuna con le sue proposte, non tutte particolarmente felici.
Le ennesime ristampe di titoli classici erano affiancate da nuove opere che però, per me, non avevano il benché minimo mordente.
Oggi, il mercato si è trasformato: dal passato sopravvivono le nuove edizioni dei classici, mentre altri titoli storici mai pubblicati in passato hanno visto la luce (come Il Poema del Vento e degli Alberi, QUI), e accanto a questi c'è una proposta più consapevole.
E proprio tra la nuova delizia e il precedente boom c'è la questione che voglio affrontare.




COME PERCEPITE I MANGA?

L'ho scritto poco sopra: le nuove proposte di metà/fine anni 2000 non hanno mordente, per me.
Non hanno nemmeno appeal. In passato c'è stato un periodo dove ho letto un mucchio di opere giapponesi: erano la nuova frontiera, anche come idea editoriale.
Ma poi? Dopo gli 2000 non ho trovato niente di veramente valido, niente che mi facesse scattare la scintilla. Come se tutte le opere fossero uguali; non trovavo più spunti validi o inediti.



Ho vissuto il boom di fine anni '90 e ricordo che ogni cosa sembrava figa.
E non disdegnavo il passato, anzi: i grandi classici anni '70 e '80 erano pura formazione.
Ma poi c'è stato qualcosa, qualcosa che non riesco a individuare.
Qualcosa che ha fatto collassare quel castello costruito saturando il mercato editoriale italiano.


I nuovi manga seriali non hanno fascino, a mio avviso.
Certo, il mio gusto lo conoscete: amo principalmente i fumetti che -pur inconsciamente- conservano quel mood "americano/europeo anni '80-'90" sposandolo con la giapponesità: che sia fantasy (Lodoss, Dragon Quest...), che sia heroic fantasy (Berserk, QUI le analisi), che sia poliziesco (City Hunter, Occhi di Gatto) o ancora d'azione (Ken il Guerriero, Sailor Moon, I Cavalieri dello Zodiaco...), o sportivo/sentimentale (Slam Dunk, Captain Tsubasa, Il giocattolo dei bambini...) erano opere forse più vicine a me.
Oggi, accanto a chi procede ancora sulla sua strada (Naruto/Boruto, Detective Conan, One Piece...) c'è interesse, da parte mia, solo per le opere più "undeground" o artistiche.
I manga interminabili, anche iniziati in un recente passato, mi hanno stancato quasi tutti: alcuni mi stancarono già subito.
Le novità non mi attirano minimamente.

E questa cosa non me la spiego, almeno non del tutto.
Perché?
Succede anche a voi? O trovate ancora nuove serie medio-lunghe interessanti?
Sarà che non ci sono quasi più serie supportate dal richiamo animato, perché gli anime non sono quasi più in onda?
I manga popolari hanno davvero detto tutto?

Se l'articolo ti è piaciuto, leggi anche


Viewing all articles
Browse latest Browse all 2680

Trending Articles