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[PENSIERI] Ariel cambia: ancora remake inclusivi?

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Il nuovo caso dell'estate è l'attrice scelta per interpretare Ariel nel live action basato su La Sirenetta di Walt Disney.
Dal 1989, la versione disneyana della celebre e cruda fiaba di Andersen, ha impresso nella mente l'aspetto della protagonista.
Una sirena dalla coda verde, dalla pelle caucasica, e dai capelli rossi e vaporosi.
Ariel è così, da 30 anni. Così come Flounder è giallo e blu e Sebastian rosso.
E invece l'attrice scelta per interpretare la sirenetta Disney è Halle Bailey che, a parte il cognome alcoolico, non conosco e sulla cui bravura non mi esprimo.
Colpisce però la scelta: la Bailey è nera. Ha pelle nera, capelli neri.
E si è scatenato il finimondo.

Ora, sapete già come la penso io riguardo questi remake moderni, pieni zeppi di forzate figure inclusive, buoniste, politicamente corrette.
Ne parliamo ogni 3x2 quando Netflix rovina l'ennesimo personaggio di She-Ra, o quando Little John di colpo è diventato afro, o quando Andromeda è diventato donna nella nuova serie de I Cavalieri dello Zodiaco, di cui vi metto il trailer italiano:


Utilizzare marchi, nomi e personaggi noti, in operazioni discutibili dove agli stessi vengono modificati il colore, il genere, il gusto sessuale, l'etnia e anche la corporatura, per rappresentare svariate categorie di persone... per me è sbagliato.
Per me, sia chiaro.
Sbagliato perché vai a toccare un cult.
Sbagliato perché lo fai sembrare una parodia.
Sbagliato perché non crei niente di nuovo, riciclando per le minoranze qualcosa di noto, giusto a dare un contentino.
Sbagliato perché avere un personaggio noto a cui cambi qualcosa, non è una conquista di quella minoranza.

Però, in questi giorni mi sono capitate sotto gli occhi diverse discussioni.
Praticamente, se esterni questo pensiero, vieni tacciato di razzismo.
Se trovi sbagliata la scelta di una Ariel nera, sei razzista. Per tanti motivi, a partire dal fatto che non è il colore della pelle a definire qualcuno.
E invece io penso che un personaggio sia definito dal colore della pelle, degli occhi, dei capelli, dal carattere.
Trovo sciocca la scelta di una Ariel nera così come di una Ariel bionda. O di una Ariel cinese.
Se in un ipotetico live action del Gobbo di Notre Dame, Esmeralda venisse resa caucasica, sarebbe sbagliato.
Non è razzismo, è buon senso.
E niente, inutile a spiegarlo, la gente non ce la fa a capire che non ci si lamenta per il colore della pelle, ma per il cambiamento inutile in sé, qualunque esso sia.


E quindi ti senti dare del razzista, ti senti dire che sei il quarantenne che spegne i sogni di qualcuno (in questo caso le bambine nere) perché non vuole una Ariel afro.
Ti senti dire che condanni le bambine nere a non avere miti.

Io da piccolo sono sempre stato magro come lammerda, quasi da ricovero. E ho sempre amato He-Man: il suo fisico da palestrato non mi ha mai fatto sentire inferiore, né sono diventato un fissato che si è chiuso in palestra per pomparsi.
Amavo Jordan, e le sue magie a canestro. Lui è nero, io bianco. Non ho mai avvertito la differenza del colore della pelle. Era un mito e basta.
Secondo me i bambini non badano agli aspetti superficiali, ma badano alla forza di un personaggio.
Quindi a mio avviso è inutile e assurdo cambiarne i connotati.
Peraltro goffamente, finendo per ridicolizzare la causa stessa.

Piuttosto, penso che le minoranze vogliano opere e personaggi ex novo, che li rappresentino.
Non riciclaggi ricolorati di miti già radicati.
A me sembrerebbe una presa per il culo.
Voi che ne pensate?

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