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[MUSICA] Litfiba Road to 40 (parte 9) - El Diablo, il fuoco della nuova vita

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1990: i Litfiba hanno cambiato pelle. La ricercatezza della new wave cede il passo a un rock più sanguigno e immediato; arriva il grande successo di pubblico; la formazione muta perdendo due elementi e acquistandone tre.
Gianni Maroccolo abbandona, Antonio Aiazzi resta ma da collaboratore esterno, Ringo De Palma cambia band.
Proprio la morte di quest'ultimo segna indelebilmente periodo compositivo del nuovo album, El Diablo...



Vi lascio i link dei primi otto articoli della storia completa dei Litfiba:


ANTEPRIME

Sul finire dell'estate 1990, il 3 e 4 settembre, la band si esibisce alle Festa dell'Unità di Pisa e Modena.
In questa occasione, il pubblico può ascoltare in anteprima esclusiva alcuni nuovi brani, preparati per il nuovo disco in uscita.
Sul palco, i Litfiba ospitano un secondo chitarrista, che entra a far parte dell'ensamble: Federico Poggipollini, oggi famoso per essere la chitarra di Ligabue.
Ecco una versione "zero" del brano El Diablo, dove è possibile ascoltare un testo differente rispetto a quello famosissimo e ufficiale:




SUA SANTITÀEL DIABLO

19 novembre 1990: viene pubblicato El Diablo.
Nuova fatica dei Litfiba, interamente composta da Piero Pelù e Ghigo Renzulli in un mese.
Otto tracce, un rock che si concede sound calienti e atmosfere di fuoco.
E, soprattutto, tante hit rimaste nel cuore degli ascoltatori (anche occasionali).
Abbandonando quasi del tutto l'oscuro oppure onirico ermetismo che li caratterizzò negli anni '80, i Litfiba diventano ammiccanti, rabbiosi, malinconici e anche molto ironici.
Una copertina che fa scandalo: il culo di una modella svedese sulla cui natica è tatuato il logo stesso del disco, ad opera di Fabio Galavotti.



L'album è aperto dalla title-track, El Diablo. Si parla di ribellione prendendo come spunto il presunto satanismo nel rock, tra frasi al contrario e "normalità" d'odor cattolico messe alla berlina.
Un ritmo molto latino, coinvolgente, per quello che sarà il primo vero inno dei Litfiba.

Proibitoè il secondo pezzo, altra famosa hit della band. Ispirato dal tentativo di chiudere le discoteche per evitare le stragi del sabato sera, la canzone è pungente nella sua incalzante ironia.


Il voloè il brano più sofferto. Dedicata a Ringo, scomparso da pochissimo, affronta il tema della fragilità umana in un mondo indifferente. Uno dei momenti più intimi e belli dell'intero album.



Siamo umani ci riporta nel sound sudamericano. Una canzone che parla di rivoluzione (messicana, ma tra le righe è la rivoluzione artistica degli stessi Litfiba).

Woda-Wodaè una ballata che recupera atmosfere sognanti ma lo fa per descrivere la situazione africana. Woda è la storpiatura di water, acqua, ciò che manca nel Continente Nero. La canzone parla di sete, di differenze, e della sbagliata distribuzione di ricchezze nel mondo.



Ragazzoè una ulteriore ballata, sofferta e a tratti straziante: la condizione (purtroppo ancora attuale) di tantissimi giovani italiani. Un futuro incerto, un'esistenza ai margini di una società adulta che nemmeno li considera.



Altra hit, è la sorniona Gioconda: il grido di Pelù contro il legame più giuridico che d'amore del matrimonio, con un assolo finale di Ghigo diventato simbolico.



Chiude l'opera Resisti, altro atto "contro": questa volta è la politica (o meglio, il modo di fare dei politici italiani) a finire nel mirino delle liriche di Piero e delle schitarrate di Renzulli.

I VIDEO PROMOZIONALI


Primo vero disco di inediti che sfonda sul serio (400.000 copie vendute in poco più di un anno), El Diablo fu supportato anche da una serie di videoclip usciti tra il 1990 e il 1991.
Proprio quello della canzone El Diablo fu il primo a vedere la luce: girato nella Plaza de Toros di Camargue, per la regia di Beppe Asaro, utilizza la tauromachia come contrapposizione metaforica di energie. La furia del toro e la lotta del toreador.
Pelù sarebbe dovuto apparire a petto nudo, ma il gelido maestrale di quei giorni ci ha privati di goderci lo spettacolo della pelùria.



Gioconda fu realizzato da Gianluca Di Re, con la sceneggiatura dello stesso Pelù, che lo descrive come "una sorta di commedia all'italiana".
Difatti, è la stessa band a non prendersi sul serio, finendo vestita da chierichetti nella chiesa dove si celebra l'improbabile matrimonio del cantante, che in cuor suo scalpita invece per scappare via da quelle imposizioni sociali.



Del 1991 è invece Proibito (in versione remix), dove figurano sia tutta la band sia i tecnici, con cui ormai si era instaurato un rapporto d'amicizia specie dopo la lunga tournée. Anche questo video è divertente e ironico.




EL DIABLO TOUR

Tutto il 1991 dei Litfiba fu occupato dall'El Diablo Tour.
Una lunghissima tournée di inaspettato successo (date sold out, nuova tranche di concerti per accontentare la richiesta) che portò la rockband su e giù per lo Stivale.
Alla parte invernale assistono più di centomila persone, dall'11 gennaio al 12 marzo, con la data estera del 13 luglio (a Montreux) che si guadagna anche un'incisione.
Una tappa viene ripresa e celebrata con un'uscita in vhs.


Pezzi vecchi e nuovi si fondono, con arrangiamenti in linea col nuovo sound.
Si scherza persino in modo blasfemo, accostando due brani del passato che formano un'unica track, Dio/Cane:



Ma è per istigazione alla diserzione e per vilipendio alla bandiera che Pelù si becca due denunce durante il tour.
Però tutto fa brodo, e contribuisce a creare quella nuova immagine dei Litfiba: barricaderos, energici, contrari.
Purtroppo l'ultima data, quella di Gallarate, è macchiata da un brutto incidente, costato la vita a un ragazzo: scappando dalla carica della polizia (nonostante la band avesse invitato all'apertura gratuita dei cancelli), costui finì sotto un treno.
I giornalisti ne approfittarono per sciacallare ancora una volta sul "pericolo rock", considerato anche il nome "satanico" del tour.

PRIMO MAGGIO 1991

La band si esibisce anche nella seconda edizione del Concertone, ma la Rai sembra "sfumarli"...




RACCOLTE E REMIX


Nel 1991 la CGD mette sul mercato un cofanetto con Desaparecido, 17Re, Litfiba 3 e Pirata.
Il pubblico può così riscoprire tutto il passato anni '80 di questa band che sta infiammando il nuovo decennio.
Con lo stesso scopo, esce nella primavera del 1992 la prima raccolta ufficiale, che tuttavia non è solo una semplice raccolta, contenendo molti brani in nuove versioni: Sogno Ribelle.



13 tracce, tra cui un inedito, tre pezzi dal vivo, quattro nuove versioni e cinque remix.
Vengono reincisi alcuni lavori del precedente Litfiba 3 (Paname, Corri, Bambino, Tex), ci sono nuove versioni di brani storici (Apapaia, Istanbul) e pure Cane registrata a Montreux.
Linea d'ombra, canzone antimilitarista, era invece rimasta esclusa da El Diablo e qui recuperata:




Una versione in vhs di Sogno Ribelle vedeva invece la pubblicazione di quasi tutti i videoclip fino ad allora editi, più un paio di brani live dell'El Diablo Tour, il tutto inframmezzato da stralci di un'intervista a Pelù e Renzulli.


Fonti consultate

F. Guglielmi, A denti stretti - La vera storia dei Litfiba, Giunti, 2000
P. Pelù (con M. Cotto), Perfetto difettoso, Mondadori, 2000
P. Pelù (con M. Cotto), Identikit di un ribelle, Rizzoli, 2014

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