Quantcast
Channel: MOZ O'CLOCK
Viewing all articles
Browse latest Browse all 2687

> guest post: la mia storia dei blog

$
0
0
Alessia H.V., 'Adam or Hamlet?', digital 2014
Come anticipatovi, inizia oggi una sequela di post... non miei, per riprendere un attimo fiato e tornare attivo al meglio. Ospito Alessia, la grande artista di Sicilianamente, fresca di vittoria di un Moz Awards. Mi ha contattato qualche tempo fa e mi ha proposto un guest post.
Eccolo qui di seguito, buona lettura!

LA MIA STORIA DEI BLOG
(di Alessia H.V.)

Molte volte qui sul Moz O'Clock si è parlato di blog.
Tantissime volte si è accennato al blogging nella sua più moderna accezione di attività multimediale, cooperativa ed in qualche modo statistica e programmatica che emerge chiaramente nel redigere non solo i post di argomento generico e più o meno personale, ma anche e soprattutto nell'organizzazione di quei post appartenenti a specifiche rubriche le quali vengono aggiornate con una certa regolarità.
Il blog è oggi un modo per trattare un passatempo od una passione personali con una professionalità ed un'attenzione quasi giornalistica e dico quasi perché fondamentalmente il blogger non rinuncia mai ad infondere al proprio spazio ed ai propri post una sua chiara ed informale impronta personale, ma come una volta Moz stesso ha avuto modo di chiedersi e di chiedervi: siamo sempre stati così?

Oggi sono qui ospite – previo permesso del padrone di casa – non per parlarvi di una realtà assoluta, ma per rispondere a questa domanda secondo le linee di un'esperienza tutta personale costruitasi nell'arco di anni di permanenza e navigazione fra blog della più varia provenienza e tipo.
Ho cominciato a prendere confidenza con questo mezzo circa 10 anni fa, forse qualche anno in più, spinta dalla curiosità e dalle continue tentazioni sull'argomento che una mia amica di allora lanciava a più non posso, desiderosa di avermi come compagna di viaggio internauta. Questa ragazza mi presentò il blog come una sorta di diario personale sul web nel quale si poteva scrivere tutto ciò che si voleva, condividere immagini o pensieri e, se andava bene, scambiare quattro chiacchiere con chi si fosse fermato a lasciare un commento.
I post di allora – fra giovanissimi e nuovi adepti come me – erano disordinati, coloratissimi, certe volte si limitavano a frasi pseudo-filosofeggianti che si ponevano ad emblema di questioni esistenziali (amorose il più delle volte o musicali nel mio specificissimo caso) o addirittura di giornate che si volevano celebrare nel migliore e più dignitoso dei modi; davvero poco ci importava della grammatica, della leggibilità del post e dell'importanza del contenuto: ci interessava scrivere, riempire quel diario delle più personali esperienze e mirabolanti 'idee'.
La piattaforma di questi primi esperimenti fu ilcannocchiale, esistente anche all'oggi se non erro, che forniva dei modelli di base molto semplici e poco customizzabili (si potevano cambiare i colori principali del tema, l'immagine di intestazione, ma che io ricordi l'impostazione delle colonne era dettata dal modello di base e allora con l'HTML dialogavo poco, quindi non ho avuto occasione di sperimentare di più); lì ho incontrato fra le prime persone con cui ho stretto dialoghi sul web ed ovviamente ho avuto modo di conoscere altri modi di scrivere sul blog: c'era chi faceva recensioni musicali, chi scriveva racconti, chi accennava alle proprie letture, però l'atmosfera generale era molto rilassata. Ognuno viveva il proprio spazio come un hobby, come un diario di gioventù recuperato e da riempire nuovamente senza troppe pretese o ambizioni e la mia permanenza su quel piccolo pianeta per tutta la sua durata fu accorata e piacevolissima... ma poi arrivò Splinder.

Splinderè stato un momento particolarissimo della 'storia dei blog' per come io l'ho vissuta.
Fummo attratti dalle sue incredibili potenzialità di personalizzazione grafica e proprio su questo perno si sviluppò tutta una rete di blog che producevano (gratuitamente nella maggior parte dei casi) templates, grafica varia e accessori per blog; ma procediamo con ordine.
Splinder, dicevo, fu una piccola rivoluzione: la possibilità di avere una grafica del blog in cui eri tu a scegliere le immagini e le scritte, la disposizione, il font ed i colori e soprattutto la possibilità che tuoi coetanei – soprattutto ragazze – potessero usare la gentilezza di creare il tutto apposta per te era assolutamente il massimo; sentivi veramente di essere a casa tua, o meglio nella tua stanza arredata come più desideravi. Anche i post diventavano più lunghi e complessi, il tono personale era molto più accentuato (la grande epoca degli Emo, ricordatevelo!!) ed era come se veramente si accedesse ad un mondo onirico fatto di colori e voci meglio definite: era un universo prevalentemente giovanile e questo lo rendeva eccentrico e talvolta esagerato, come solo i giovani sanno esserlo.
Era una valvola di sfogo più forte, una roccaforte in mano ai bimbi sperduti che, anche senza nessun Peter Pan, cercavano di creare un piccolo rifugio in cui però non stare da soli, perché c'era sempre qualcuno che spendeva una parola sentendosi accomunato a ciò che veniva scritto.
E come vi ho detto sopra la grafica divenne uno dei simboli di Splinder.
Ci furono alcuni anni di totale esplosione del fenomeno: blog con una troupe di 5/6 grafiche (raramente ragazzi) nel caso di particolare successo dell'iniziativa, che si prendevano carico delle richieste immesse dagli altri utenti privatamente oppure su un forum creato appositamente come appoggio dell'attività del blog, o che anche pubblicavano produzioni personali spontanee nate per passatempo che venivano messe a disposizione di tutti; unico limite quello di non eliminare il banner del blog dei creatori e di non modificare il modello fornito appioppandogli alla buona immagini che coprissero il lavoro della grafiche.
Inutile dire che questa moda colpì anche me e con un'amica creai un blog di grafica con forum annesso che ebbe anche un discreto successo, avevamo anche l'abitudine di 'fare amicizia' con i richiedenti di cui commentavano i rispettivi spazi e fu un'esperienza davvero carina e formativa– l'entusiasmo di scoprire soluzioni nuove o nuovi effetti da inserire!
Il tempo che però rubava questa piccola forma di programmazione grafica era eccessivo e con l'inoltrarsi dell'università fu sempre più difficile trovare il giusto equilibrio, fino a che il tutto naufragò fra le onde del 'dovere imperante' (che ho sempre mal conciliato con le passioni) ed avevo al massimo il tempo e la voglia per curare il mio spazio personale, reso privato ed aperto a quei quattro gatti con cui mantenevo dei rapporti personali ed ormai volto al trattare argomenti di natura altra rispetto a quelli dell'età della spensieratezza.

Quindi passò il tempo e Splinder sfiorì, o forse semplicemente non era più tempo di stare sull'Isola che non c'è per me e per molti altri.
Approdai quindi sulle spiagge di blogspot/Blogger anche se in veste diversa rispetto a quella attuale. Si tornava a forme classiche ed ordinate, a stili adulti e più maturi di quelli sperimentati su ilcannocchiale che questa volta però mi trovavano ben disposta ad accoglierli come forma estetica e metti di qui e sistema di là avevo finalmente ritrovato un modo di personalizzare il mio novello spazio.
Il primo approccio è stato quello a cui ero abituata, quello di un tempo personale ed intimistico, un po' giornaliero un po' riflessivo, ma la cerchia rimaneva sempre stretta e non capivo come mai, c'era qualcosa che non avevo colto del nuovo spirito che animava i blog e quando decisi di aprire il mio attuale blog, tutto ad un tratto (anche per via dello spazio sul quale state leggendo questo post) ho compreso.
Ho compreso come adesso il blog è sì ancora uno spazio personale ma è diventato anche uno spazio pseudo-professionale, uno spazio in cui l'hobby non è più soltanto hobby ma è anche una potenziale velleità lavorativa, un campo di specializzazione che diventa man mano più definito, uno spazio 'organizzato' fra rubriche e appuntamenti che forse più di un tempo vive e si appropria di uno spirito social attuale e contemporaneo.
Le persone scrivono, parlano, si occupano di mostrare le proprie capacità e competenze in una specifica materia o comunque si preoccupano di esporle nel modo più informativo-divulgativo possibile: abbiamo lasciato il porto di Capitan Uncino e la baia delle sirene, siamo tornati indietro per la via dritta del mattino e svoltato per la seconda stella a destra tornando infine al mondo.

Per quel che mi riguarda, alla fine di questo piccolo viaggio sulle note della fiaba, posso solo dire che sembra un po' che chi come me ha iniziato tempo fa a sperimentare questo insolito e nuovo – allora – strumento alla fine ci sia anche un po' cresciuto.
Non siamo quelli di una volta, ma abbiamo vissuto nel frattempo ed essendo il blog uno strumento della società per la società, delle persone per le persone, ha assorbito tutti i cambiamenti che queste ultime hanno attraversato... e chi lo sa quanti ancora ne conoscerà!

Grazie a tutti e spero di non avervi annoiati!

Viewing all articles
Browse latest Browse all 2687

Trending Articles