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[RICORDI] la mia formazione, il mio immaginario

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Io sono una persona relativamente semplice.
Nata e cresciuta con una formazione pop, e seguendo un immaginario che mi ha tirato su.
Sono figlio degli anni '80 e '90 italiani, con tutto ciò che ne consegue; e nonostante io viva benissimo il presente, aggiornandomi al futuro per stare sempre al passo, inutile girarci intorno: io ho, eternamente dentro di me, quel mood lì.
In ogni campo.
In ogni frangente che vivo e immagino, in ogni cosa che leggo/ascolto/guardo/gioco/faccio.
È un'attitudine, uno sguardo che nemmeno chiamerei nostalgico perché per me è ancora così.
Ecco da dove proviene.



Come ho spesso sottolineato, sono stato un bambino fortunato: perché ho avuto bene o male tutto (a partire dalla spensieratezza e la felicità), nei limiti del possibile: cresciuto in un'epoca dove sorgevano tante di quelle icone pop mai sparite o così forti che sono tornate, ho avuto una formazione completa nel mood anni '80 e '90.



Questo è il mondo che mi ha generato, e che sostanzialmente (come opere, oggetti ma soprattutto approccio) ritrovate qui ogni giorno. Le mie passioni coltivate nel tempo.
L'immaginario che esiste nella mia mente, grazie alla magia e al benessere, è questo.
Si tratta di estetica, in primis.
Estetica italiana contaminata con elementi della cultura pop americana: non sono mai uscito da questa bolla, che vive ancora come ricordi o replicata continuamente nelle cose che faccio.




Il mio mondo è scintillante come la metà degli anni '80, ma può essere anche dark come gli anni '90 o quei primissimi anni '80 che avevano ancora influenze del passato: non per nulla, la mia stessa formazione è un calderone, di base televisivo, dovuto a ciò si poteva vedere.
Sì, sono figlio della TV dell'epoca, specie commerciale, anche regionale.
E quindi dei cartoon giapponesi ma anche dei telefilm anni '70.
Tutto insieme, appassionatamente.




Il mio stile di vita è sempre stato calato dentro la magia del benessere: c'era già un intimo piacere della scoperta sin dagli spot che vedevo in televisione. Ne restavo affascinato, immaginando mondi e stili di vita che poi erano quelli che potevo vivere e vivevo.
Oggetti moderni come impianti hi-fi, videoregistratori, forni microonde, Folletto.
Ma ovviamente anche giocattoli e cibi di quel futuro.
L'America in tavola con bibite, wurstel e hamburger, salse come se piovesse.




Anche il mondo che mi circondava era pieno di quella magia: genitori giovanissimi significava frequentare spesso pizzerie ma soprattutto pub, con quello stile opaco e segreto.
Musica in sottofondo, dal rock classico alle nuove contaminazioni; fumo, gente, junk food.
La Standa e i supermercati dove comprare cose viste in tv: un incantesimo vero e proprio, fatto di colori accesi e ammiccanti.




I negozi di giocattoli, con tutta la gamma di colori e oggetti che potevi vedere sulle riviste.
Persino le palestre, nella mia mente, hanno ancora quello stile da scantinato, con gli specchi e le attrezzature vintage.
E ne ho frequentate davvero, di palestre così!




La videoteca era un altro simbolo, e lo è ancora: scegliere film vecchi e nuovi, poter esplorare e farsi anche una cultura cinematografica.




Bar, sale giochi, piazze, camerette degli amici coi loro libri, giochi, oggetti.
Per me nulla è cambiato.
Anche la casa, la casa in sé, per me è ancora uno spazio aperto, disordinato nell'ordine, moderno e vintage insieme.
Con piante, palme, vetrate.



Sono figlio delle tavernette dove trovi cose di un decennio prima, perfettamente calate nella parte.
Sono figlio dell'abbondanza a tavola, di ricette come gamberi al curry e uova sode ripiene con tonno e capperi.
I colori che mi hanno formato sono quelli fluo, accesi, ma anche quelli pastelli.
Un'eterna estate alla Miami Vice, sfumature sgargianti truly outrageous che richiamano mille mondi e mille declinazioni.
Io sono i colori un po' (tanto) gay di She-Ra, Popples, Jem.
Ma anche quelli dei video musicali, ritmi sintetizzati e design spigolosi/plasticosi.



Ecco cosa mi ha cresciuto e formato: l'opulenza scostumata, esagerata, fatta di grandi marchi.
Una magia che forse mi/ci ha anche fatto del male, a vedere oggi. O forse no.
Io vivo così anche oggi, ancora oggi.
La mia videoteca è qualsiasi piattaforma streaming o la mia collezione di film o i canali tematici in televisione; le serate sono ancora quelle tra amici e junkfood, coca-cola e giochi di società.
I Masters li ho ricomprati, il resto è sul blog.
Forse sono un esperimento sociale, creato in quel laboratorio di mode e consumi; o io stesso sono padrone e spirito di questo e del mio tempo, perché vedo che tutto si modella attorno a me.
E ciò che amo, o torna o non va mai via.
E voi? Qual è stata la vostra formazione?
Qual è l'immaginario con cui siete cresciuti?
Lo avete archiviato oppure è ancora con voi?


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