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[FUMETTI] Diabolik, l'omosessualità e altri temi sociali

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Da oggi trovate in edicola Il segreto della rocca, ristampa dell'omonimo albo di Diabolik uscito nel 2007.
Albo che all'epoca fece molto parlare di sé, perché per la prima volta nella storia del fumetto si affrontava un tema delicato: quello dell'omosessualità.
Definito ancora come "problema sociale", inteso come mondo di violenze e ostruzionismo a danno di una certa categoria di persone, questo tema venne introdotto da un articolo apposito che spiegava le intenzioni della redazione e le volontà delle sorelle Giussani, creatrici di Diabolik.
Diabolik: una serie popolare, fedele e uguale a se stessa, dai canoni precisi. Che aveva sempre trattato tematiche sociali.


Ovviamente, dovendo puntare sul problema, ed essendo per sua stessa natura un fumetto noir, il tema dell'omosessualità in Diabolik non può che avere risvolti drammatici, o almeno partire da un dramma.
(Se volete una panoramica sugli albi fondamentali della serie, cliccate QUI).

A essere coinvolto direttamente è un personaggio che i lettori più affezionati già conoscono, perché aveva avuto a che fare con Diabolik e Eva già altre volte in passato (negli albi L'uomo della rocca e La vendetta ha la memoria lunga).
L'avventura in questione, come detto, fece discutere: da un lato il plauso per aver affrontato un tema così delicato, finalmente in un fumetto popolare italiano; dall'altro, la critica (mi pare da un paio di testate di destra) che puntava ad attaccare certi risvolti della storia, effettivamente oggi un po' naif (Eva si finge un giovane omosessuale: certo non è la prima volta che si traveste da uomo -e in un'occasione anche Diabolik si traveste da donna!- ma la scena presta il fianco al cliché dell'uomo gay delicato/effeminato).



La stessa destra che però viene attaccata e condannata all'interno della storia, non facendo di certo una bella figura; inoltre Il segreto della roccaè un caso più unico che raro di albo che contiene un linguaggio più colorito rispetto agli eleganti e vincenti standard diaboliki (dove sono previsti solo "sgualdrina" e "bastardo").
Approfittate della ristampa in edicola per recuperare un'importante storia del fumetto italiano e per constatare come stiano le cose oggi, a più di quattordici anni di distanza da allora.



Quello dell'omofobia non è l'unico tema sociale che Diabolik ha trattato: con una sensibilità che trovò il suo apice negli anni '90 e 2000, la testata dell'Astorina aveva toccato diverse tematiche drammatiche.
Essendo un fumetto che parla di criminalità, furti e omicidi, va da sé che tante volte si affrontano storie con questi risvolti.
Ma solo a volte ci sono veri e propri focus "sociali" che coinvolgono (e scuotono) direttamente Diabolik e Eva, lasciando che i due protagonisti diventino portavoce di un proprio pensiero a riguardo.




La tossicodipendenza, la violenza metropolitana, le conseguenze di uno stupro di massa e quelle di violente notti brave; ma anche tematiche animaliste (combattimenti tra cani, esperimenti su animali), problemi mentali e psicologici, bullismo, squallide storie di usura, traffico di clandestini, sfruttamento della prostituzione, commercio di organi, aborto, eutanasia, truffe, pedofilia, tratta delle bianche e problemi "politici".
È vero che a volte si è rischiato di scadere nel buonismo: un rischio calcolato e che per fortuna non ha mai travalicato il confine della fastidiosa retorica.
Ricordiamo che Diabolik si recò anche nella Cina maoista, o meglio una nazione immaginaria basata su questo concetto. E, al suo ritorno, ebbe modo di dire la sua.



Un albo storico fu Mafia: un intrigo criminoso uscito sull'onda lunga delle stragi che segnarono il nostro Paese negli anni '90.
Una copertina simbolica, una piovra colpita che però tende ancora i suoi lunghi tentacoli.




Inutile dire che uno dei temi ricorrentiè quello della pena di morte: come saprete, Diabolik è formalmente condannato alla ghigliottina (la sentenza fu emessa nel terzo albo, marzo 1963), e sebbene la nazione dove vive (Clerville) abbia abolito la pena capitale, per il criminale si è deciso di fare un'eccezione. Quindi, qualora venisse arrestato, lo attenderebbe il patibolo.



Se volete riscoprire l'intera storia di Diabolik, vi rimando a questo riassunto speciale (QUI).
Spesso le tematiche sociali trattate nel fumetto hanno sviluppato una parallela campagna pubblicitaria di sensibilizzazione.
Oltre queste, Diabolik e Eva sono stati testimonial di importanti messaggi, da quelli contro la guida spericolata o in condizioni di poca lucidità, a quelli sull'abbandono degli animali.
Solitamente erano vignette firmate dal maestro Paludetti.




Non è mancato nemmeno l'invito a restare a casa durante i primi mesi della pandemia (che la casa editrice cercò di allietare un poco, fornendo letture gratuite).
Ma le più incisive restano quelle dove Diabolik, spietato criminale e assassino nella fantasia, fa la (giusta) morale a chi corre in auto o chi abbandona animali per strada, con conseguenze imprevedibili nella realtà.



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