Di leggende metropolitane ne girano sempre tantissime, le abbiamo anche catalogate in questo post.
Una delle tante, dai risvolti oscuri, è quella dell'ambulanza nera.
Pare sia nata nel 1990, sicuramente sopravvissuta diversi anni e oggi ancora ricordata dalle cronache.
Variante fantasiosa-orrorifica degli zingari che rapiscono i bambini, anche questa storia urbana fa leva su un problema sociale: la sparizione di minori.
Più un traffico illegale che oggi è sparito quasi del tutto dai (tele)giornali.
La sparizione è tema che ha sempre colpito molto l'opinione pubblica, e che continua a essere tristemente di attualità: i bambini scompaiono, presi non si sa di chi o perché.
Se è vero che nella maggiorparte dei casi c'entra un parente o l'allontanamento è volontario, l'angoscia di una sparizione irrisolta apre anche a possibilità certo credibili (rapimenti, estorsioni, morti accidentali, piste criminose) ma che la fantasia popolare rigurgita creando un mostro che incarna tutto questo.
Come un'antropomorfizzazione/meccanizzazione della sparizione in sé, nacque in Italia il mito dell'ambulanza nera: un mezzo mobile che girovagava nelle strade di qualunque cittadina medio-grande, a caccia di bambini da rapire.
Per cosa? Organi.
Ecco l'altro tema caldo: il traffico di organi, un mercato nero redditizio che però forse al massimo pescava nel supermarket umano del Terzo Mondo, non di certo tra i ragazzini di Milano, Roma o anche Termoli.
Una storia sempre trattata con superficialità e che non può trovare riscontro nella sanità italiana, ma nemmeno in quella di altri Paesi.
L'ambulanza nera è una rivisitazione (forse casuale, forse voluta: bisogna capire come fanno a diffondersi queste storie, esattamente come per le barzellette) di una storiella dei Paesi dell'Est: una limousine nera, con a bordo insospettabili figuri (preti, suore, poliziotti...) fermava i ragazzini con una scusa, e li rapiva.
Anche da noi in Italia (ma da quale zona della nazione è partita la faccenda?) si diceva che l'ambulanza nera aveva a bordo medici o infermieri o addirittura due (finti) carabinieri.
Con la promessa di portare la vittima a trovare un parente a cui era capitato un incidente, in realtà caricavano il bambino a bordo e tanti saluti.
L'ambulanza era un furgone che conteneva una sala operatoria mobile: appostato fuori dalle scuole, attendeva le possibili prede.
Da quell'anno in poi, tantissime sono state le segnalazioni e tantissima fu la paranoia.
Una paura ovviamente ingiustificata, e che non trova riscontro in nessun fatto di cronaca: certo ci furono notizie di bambini trovati senza occhi, o con tubicini e spacchi ad altezza rene.
Ma si tratta di bufale o di fatti non correlati a questo fantasmagorico mondo.
Persino l'ambulanza nera, da qualche parte tra Nord e Sud, era diventata un semplice furgone che però aveva una croce nera come simbolo. E si temeva appunto anche solo l'avvistamento di questa Croce Nera.
Che poi, quale pazzo andrebbe in giro con una vistosa ambulanza nera o con un simbolo analogo, sgamabilissima attitudine criminale?
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