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[SOCIETÀ] il movimento socio-culturale che manca

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La storia dell'umanità è sempre stata attraversata da ondate particolari, movimenti socio-culturali che abbracciavano vari campi.
Pensiamo al Rinascimento, o alla controcultura.
Andando avanti e indietro nel tempo possiamo circoscriverne diversi: vere e proprie "new wave" che hanno interessato arte, moda, visioni, scrittura, suoni.
Ciò è successo anche in ambiti molto recenti e molto pop.
Ma oggi? Perché questa cosa sembra mancare?
Perché sembra di trovarsi tutti sperduti, dispersi, uniti solo in modo vago e impalpabile?




Manca un'espressione generica, un qualcosa che accomuni un po' tutti i campi artistici e sociali, un movimento di cui sentirsi parte.
Parlando del recente passato e della cultura popolare possiamo trovare storie interessanti.
Pensiamo alla rivista americana MAD, che fu il simbolo della satira anni'50 e '60 (e ispirazione per altre correnti, come quella giapponese che porterà alla nascita di Lupin III); pensiamo ad altri magazine come Métal Hurlant e la sua versione yankee Heavy Metal: contesti diversi ma comunque di subcultura giovanile, nuova, universitaria.
In Italia abbiamo avuto ad esempio Frigidaire, sulla stessa lunghezza d'onda, pur in un contesto diverso rispetto a quello francese e americano.
Ma appunto: erano simboli di un qualcosa di aggregante, in cui riconoscersi.






La TV ha fatto lo stesso: da quell' MTV -che in America ha significato qualcosa e in Italia (anni dopo) altro- esempio di espressione in cui intere generazioni si sono riconosciute.
Da noi possiamo citare anche la primissima Raidue, quando si chiamava pure Seconda Rete e lanciava programmi diversi, alternativi.
Stryx, Onda libera, L'altra domenica (e gli programmi di Arbore), Odeon - tutto quanto fa spettacolo... Un'alternativa, ecco. In cui riconoscersi, attorno a cui raggrupparsi.




Anche Italia 1 (QUI la sua storia) è stata una rete in cui si sono identificate diverse ondate generazionali: da quelle del mito americano anni '80 fino al giovanilismo anni '90, passando per i nippo-fan a cavallo tra la fine e l'inizio dei millenni (QUI la storia completa degli anime in Italia).
La stessa MTV ha rappresentato molto in questo senso, in un'epoca dove il web era diventato luogo di incontro e cassa di risonanza di questi simboli d'aggregazione, aggregando esso stesso.





Per non parlare della musica: vere e proprie tribù modaiole hanno caratterizzato da sempre i vari tessuti sociali: teddy, rockabilly, mods, punk, paninari, rocker, rapper, hip-hoppari.
Oggi tutto è dispersivo, spersonalizzato. Esisterebbe una Woodstock?
La trap non può (e non deve) essere l'unico collante, né possono esserlo fenomeni (spesso da baraccone) come la costruita deriva internazionale dei Måneskin, che offrono un'alternativa solo apparente.






E non bisogna certo andare nell'indie e nello chic, anzi: serve qualcosa di pop, un movimento intellettuale in cui riconoscersi, in cui circoscrivere arte e narrativa, fumetto e televisione, cinema e musica.
Se il postmodernismo è ormai finito, sembra non esserci più nemmeno quel rigurgito antipolitico di quando c'era la destra al governo, che garantiva il fiorire di diverse realtà (satiriche e non).
Oggi, pur con ancora la stessa destra alla guida del Paese, sembra che questa non abbia importanza (insomma: voi prendete sul serio la Meloni? Per me è come se nemmeno fosse vero che sia la premier, con una percezione del "è come se non contasse nulla"), quindi non mi stupisco che satira e alternative non siano ancora esplose, non mi stupisco che ancora non sorga nulla di provocatorio e "di rottura".






Non abbiamo più voglia di sentirci parte di qualcosa?
Abbiamo rinunciato alla singolarità nei micromondi per una singolarità tout-court?
Per un periodo forse la blogosfera e il web hanno rappresentato un movimento di voci libere e alternative, con proposte di cui si percepiva almeno un fil rouge.
Oggi siamo tutti mondi a sé, probabilmente.
Però io lo vedo, all'orizzonte, un nuovo movimento: quello retrofuturista, quello dei classici e della nostalgia ma con lo sguardo all'avvenire più moderno.
E nasceranno presto simboli di proposta, comunicazione e di promozione dello stesso.

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