Portato a Sanremo 1983, il brano finirà per guadagnarsi un posto costante nelle classifiche di tutto l'anno ma soprattutto finirà per diventare una delle canzoni "per bambini" più note e amate di sempre.
Chi chi chi co co co, dall'aria demenziale, è demenziale e bambinesca solo in apparenza.
In realtà è la fotografia dell'Italia dell'epoca, e forse anche di quella di oggi...
Una metafora zoologica per descrivere un mondo di quarant'anni fa: "attenti al matto", introduce Pippo Franco (vero nome Franco Pippo, al contrario) con dietro sei ballerine.
È il Festival del 1983, e forse il matto è semplicemente chi dice la verità fuori dagli schemi, preso per scemo dalla società.
Il gallo è forse furbo, ma deve stare attento; con tanti galli, troppe galline in giro.
Il problema sarà sempre se spariscono i piccioni, comunque.
Ma le zanzare che pungono qualcuno, sono le stesse che poi pungeranno altri. Un ciclo.
Quale animale è meglio essere per scampare i pericoli della vita?
Chi chi chi co co co (che l'artista presenta come Chi chi co co) è una cover del brano anni '70 Kirie Kirio dei Black Blood.
Pippo Franco (sempre che sia lui: conoscete la leggenda sulla sua morte e sostituzione?) sostiene che Chi chi chi co co co sia uno dei primi, quando non addirittura il primissimo, brano rap italiano.
LEGGI ANCHE