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[TV] GXT: la storia del canale irriverente

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Aprì nel maggio del 2005 e chiuse dieci anni dopo: una vita intensa, quella di GXT, canale della piattaforma satellitare SKY che si rivolgeva a un pubblico di adolescenti e giovani uomini.
E che nacque proprio nel pieno dell'ennesimo boom italiano di manga e anime, nonché dell'ennesimo boom italiano del wrestling.
Facendosene portavoce, ma osservando anche la momentanea fine di entrambi...



GXT era una rete del lotto Jetix (nato dalla fu Fox Kids: QUI la storia del canale) e del gruppo Disney.
L'intento era quello di rivolgersi a un preciso target, gli adolescenti italiani di metà anni 2000: venne imbastito quindi un canale diverso dal mediasettiano Italia Teen Television (che chiuderà nel 2006, vedi QUI la sua storia), molto più "tranquillo" rispetto all'idea che aveva in mente Jetix Europe.
Disse Giuliano Tranquilli, all'epoca content director del progetto: "rinunciamo a priori a qualsiasi intento educativo. Il nuovo canale non vuole sostituirsi né alla scuola, né allo sport, né tantomeno ai genitori. Non mancheranno programmi politicamente scorretti. Il  mondo dei teenagers al quale si rivolge GXT è alla continua ricerca di divertimento basato su energia, azione e varie espressioni di forza, anche fisica. Il tutto filtrato attraverso un umorismo diretto e a tratti surreale".
Non solo i giovani: negli intenti dell'azienda c'era anche l'idea di catturare quel pubblico "di maschi adulti che non vogliono crescere".





E infatti questo fu, specialmente agli inizi: GXT proponeva un intrattenimento adrenalinico, a volte eccessivo, spesso ironico.
Guardando a Oriente ma anche all'America: in Italia eravamo nel pieno di una nuova invasione giapponese (che di lì a qualche anno sarebbe un po' scemata, vedi QUI la storia degli anime nel nostro Paese) ma anche di una nuova ondata di wrestling-mania, prima che anche questa collassasse senza il traino generalista di Italia 1 (vedi QUI la storia dei boom italiani di questo sport).
Aggiungendo quindi programmi come Takeshi's Castle (qui finalmente nella sua forma originale, pur commentato spesso grottescamente da comici nostrani come Lillo & Greg o Marco Marzocca, Teo Mammucari, il Trio Medusa...), o Ninja Warrior, ma anche show a stelle e strisce come American Gladiators, Total Wipeout, Wipeout - Pronti a tutto!, Guinnes World Record, Robot Wars.
E, ovviamente, la WWE.





Il wrestling era uno degli appuntamenti fissi di GXT: Christian Recalcati e Serena Garitta (uscita vincitrice dal Grande Fratello del 2004) conducevano Bottom Line e Afterburns, ossia gli highlights di RAW e Smackdown.
La Garitta intervistava i grandi protagonisti della lotta, che all'epoca erano spesso impegnati in tour italiani.





Non solo la WWE, perché il canale trasmise anche gli show di altre federazioni: dal programma giapponese NJPW agli americani TNA Impact!, Major League Wrestling, Power Wrestling e Ring of Honor.
E non solo questo tipo di lotta: c'erano anche le arti marziali, MMA, Slamball, il dodgeball; si parlava anche di calcio.
La deriva irriverente generava comunque anche momenti più trash che ironici, come I maghi del cazzeggio, 1000 modi per morire e altri che purtroppo saranno sempre più una costante, riempiendo il palinsesto negli anni finali del canale, sempre più stanco.





E c'erano gli anime, si era detto.
Spesso presi dal catalogo Dynamic Italia e Yamato, erano titoli perlopiù pensati per un pubblico più adulto, proposti ovviamente senza censure.
Burst Angel, City Hunter, X - 1999, Burn-Up Excess, Saiyuki, Ranma ½, Inuyasha, DNA², ma anche Judo Boy, Slam Dunk e I Cavalieri dello Zodiaco.
L'offerta, o ancora di più il target d'età, potevano talvolta sovrapporsi a quelli del più retronostalgico Cultoon (vedi QUI la storia del canale), sempre di SKY.






La retronostalgia era infatti ancora legata a robottoni e prodotti vintage.
E in quest'ottica nacque Manga Biascika, supereroina interpretata da Paola Minaccioni che parodiava (sin dalla sigla) anime e manga di quell'epoca.
Contro il malvagio e misterioso Spatafora, la svampita guerriera interagiva con la voce fuori campo di Marco Terenzi, autore degli sketch.



              



Diverse furono le sit-com prodotte appositamente per il canale, che già un anno dopo dalla nascita registrava ascolti incoraggianti e un grande apprezzamento di pubblico.
Il manager, Francesco Nespega, spiegava: "la scelta di produrre un canale centrato su un target così specifico, oltre a rispondere a pieno alle esigenze di SKY, è risultata certamente pagante in termini di raccolta pubblicitaria. Gli investitori hanno accolto positivamente il nuovo prodotto al punto che le aziende che hanno investito su GXT sono state quasi cento e prevediamo di chiudere l'anno con oltre 3 milioni di Euro di ricavi pubblicitari".
Il claim fu un azzeccato Ke ti guardi?, e la pubblicità campeggiava su cartelloni cittadini, albi a fumetti e riviste di videogiochi.






Da Normalman con Lillo & Greg a Gamebuster con Marco Marzocca (nei panni del filippino Ariel), passando per Agusto (a tema wrestling: Enzo Salvi alle prese con la creazione del lottatore perfetto).
Diverse furono anche le rubriche, da X-Play sui videogames a Scull of Rap con G-Max dei Flaminio Maphia.
Fu indubbiamente un ottimo periodo per i ragazzi dell'epoca, tra intrattenimento, film e cartoon.
Ma GXT fu anche lo specchio di una società giovanile italiana che cambiava inesorabilmente, proprio nell'arco di quel decennio.


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