Cos'altro si può dire sui robottoni nagaiani che non sia stato già detto, specie dopo un dossier e due enciclopedie a tema?
Questo numero di Anime Cult prova a rispondere a questa domanda: i superrobot di Nagai tornano su questa rivista, dopo che oltre un anno fa l'avevano tenuta a battesimo.
Ma, come sempre, il menu di questo magazine è ricco di proposte interessanti.
Vediamole insieme, perché stavolta me le godo anche io da lettore (non essendo presente con alcun articolo... ma comunque presente inconsapevole, vedrete perché).
Eccovi il sommario, per avere un quadro generale di questo quattordicesimo numero, veramente vintage sin dalla sua copertina arancione:
La redazione si allarga ancora e guadagna Andrea Guglielmino, soggettista e sceneggiatore che fino al numero scorso si era occupato delle recensioni nelle pagine finali.
Qui debutta come articolista e lo fa con un'analisi sui multiversi, parlando del concetto stesso di questi ma soprattutto concentrandosi sul "leijiverse", ossia l'universo narrativo condiviso del maestro Leiji Matsumoto, tra personaggi uguali e situazioni alternative.
Maurizio Ercole intervista il mitico Tony Fusaro, che al di là degli anime, tutti noi ricordiamo per aver commentato il catch, ossia il wrestling, che era in onda sulle televisioni private.
Una chiacchierata veramente interessante.
Sempre Ercole per la seconda parte di quello che sicuramente è uno dei migliori articoli proposti, sin dall'inizio, da Anime Cult: come si riadattavano i manga, in italiano, negli anni '90.
Fabrizio Ponciroli ci parla invece de La banda dei ranocchi, storica serie anime che rischia di essere dimenticata specie dalle generazioni più giovani.
Il dossier del mese, come detto, è tutto per i robottoni del maestro Go Nagai.
Anime Cult cerca di parlarne in modo "trasversale", provando a capire cosa ancora non sia stato detto a riguardo.
Ecco i contenuti dello speciale:
Realtà condivise, realtà parallele, reboot, remake, riscritture... Tutto quello che c'è da sapere lo trovate qui.
Ercole è il primo a raccontare il suo personale ricordo col Maestro, tra dediche e lettere.
Andrea Mortati, invece, analizza i rapporti tra i piloti nagaiani e i rispettivi robot.
Ponciroli firma l'articolo più divertente, elencando tutte le armi di questi titani, provando a capire chi sia il più forte.
Francesco Giua compie una panoramica sui doppiatori italiani: le voci storiche dei protagonisti di questi anime.
Giorgio Messina invece firma un interessantissimo articolo sui film "artigianali" di Enrico Bomba: veri e propri rimontaggi (con ridoppiaggi) di special e non solo... Un fenomeno tutto italiano, che meritava una retrospettiva, per capire "come eravamo" e per comprendere l'impatto che i robot hanno avuto nel nostro Paese.
Giorgio Messina invece firma un interessantissimo articolo sui film "artigianali" di Enrico Bomba: veri e propri rimontaggi (con ridoppiaggi) di special e non solo... Un fenomeno tutto italiano, che meritava una retrospettiva, per capire "come eravamo" e per comprendere l'impatto che i robot hanno avuto nel nostro Paese.
Altre curiosità su Nagai? Ci pensa Maurizio Ercole, elencando una serie di particolarità sul Maestro e le sue creazioni (da Goldrake a Getter Robot).
Silvio Andrei firma il secondo dei due ricordi personali dei redattori, sui rapporti che hanno con l'artista.
Chiude una intervista (di Emmanuel Grossi, che trovate in edicola anche con il bellissimo Sigle degli anime - periodo RCA, vedi QUI) a Federico Ghiso, e qui... ci sono un po' anche io.
E sì, perché Federico parla di TOYSTELLERS, il suo libro, e uno dei capitoli dello stesso è stato scritto da me (come vi raccontai QUI)!
Dunque c'è un po' di me anche in questo numero di Anime Cult, eheh!
L'intervista è interessantissima e Federico dimostra tutta la sua competenza oltre che la sua enorme passione!
Terminate la pagine dedicate al dossier di questo mese, si torna alle altre rubriche della rivista: Alessandro Bottero incontra sia Pasquale Ruggiero della casa editrice Magic Press, sia il mitico Leo Ortolani (autore di Rat-Man, che racconta la sua formazione anche sul fronte anime/manga).
Silvio Andrei prosegue il suo racconto sui casi più scottanti che hanno colpito anime e manga in Italia: stavolta tocca all'affaire Dragon Ball, quando il titolo venne assurdamente accusato di pedofilia per la scenetta tra Bulma e il maestro Muten.
Giorgio Messina affronta stavolta la storia di Danguard, il robottone di Matsumoto; Ponciroli e l'editor Vincenzo Perrone esplorano invece album e figurine di Licia (cartone e telefilm).
Interessante Messina sui giocattoli Mattel di Capitan Futuro; Grossi conclude la sua intervista a Mauro Goldsand; come sempre ricche le pagine di recensioni (Luca Raffaelli propone stavolta una retrospettiva sul primo episodio di Astroboy) e TokyoTiger -a cui sono riservate sempre le pagine più frizzanti e colorate- ci porta nel mondo dei gashapon, le "sorpresine" da distributori che sanno essere, a volte, davvero... assurde!
Anche stavolta, dunque, la rivista dimostra di essere la più ricca di analisi, proseguendo su quella strada intrapresa dal n. 10 che mira a proporre contenuti sempre più particolari e approfonditi, aspetto di cui tanti lettori -stando ai feedback- si sono piacevolmente accorti.
Nel prossimo numero torno anche io con doppio articolo, mentre il focus del mese sarà tutto su Gundam.
In edicola trovate anche il terzo volume della Collection (che raccoglie i numeri 5 e 6 di Anime Cult, a 9.90€).