Un altro mio Maestro, persona e personalità fondamentale nella mia vita, ci ha salutati.
David Lynchè passato a un nuovo stadio dell'esistenza, forse quello già profondo che traspariva nelle sue opere. La notizia mi ha rattristato parecchio, essendo il buon David parte fondamentale della mia formazione. Voglio raccontare i miei ricordi in merito.
Probabilmente, a guardarmi con trasparenza, non potrebbe esserci approccio alla vita più diverso tra me e Lynch: io eterno razionale, desideroso di risposte logiche al punto da rischiare di ossessionare la gente; il Maestro badava invece alle domande, che secondo lui erano ciò che esprimeva davvero la personalità di ogni individuo.
Eppure ci siamo incontrati, indissolubilmente, forse proprio perché ha saputo parlare alla parte altra di me, quella inconscia/subconscia che mi ha sempre affascinato.
Con lui non ho mai avuto bisogno di risposte.
All'epoca non sapevo chi fosse David Lynch: sicuramente qualcuno di importante visto che lo spot di Canale 5 parlava di opere già realizzate: Dune, The Elephant Man, Cuore Selvaggio, Velluto Blu.
Ne parlava per presentare I segreti di Twin Peaks, ma ero un bambino e non avevo potuto vedere quei film.
Però quel gennaio del 1991 ero lì, davanti al televisore, a togliere come tantissimi altri spettatori la plastica dal viso di Laura Palmer. Mi si aprì un mondo, un mondo che prosegue ancora oggi e che è dentro di me: lo è sempre stato, David me lo ha sbloccato, rivelato.
Twin Peaks divenne immediatamente la mia serie preferita, nonostante a quell'età potevo capirne poco; ma ci pensavo giorno e notte, ne amavo le stranezze, i linguaggi, i personaggi, l'atmosfera, i luoghi, la costruzione della storia, il mistero e quel sottile senso di "altro" che percepisci su frequenze diverse. Come un radar, sai già che "c'è qualcosa", sin dall'inizio, anche se non ti viene mostrato subito.
Non so se succede anche a voi.
La sua opera e la sua immaginazione erano ovunque, avevano contagiato tutti: da I dolci segreti di Twin Pipps su Topolino, alla puntata-omaggio in Darkwing Duck; da Dylan Dog ai Simpson.
Quando il mondo guardava le partite di USA '94, io - da solo e un po' terrorizzato - rividi su Rete 4 i primi episodi di Twin Peaks.
E poi venne il recupero delle altre sue opere, a partire da Fuoco cammina con me; anni dove inizi a formare il tuo bagaglio, dove trovi altre persone con cui vedere, condividere, parlare.
L'arrivo di Mulholland Drive, la caccia a ogni trasmissione di Velluto Blu in televisione da registrare su videocassetta, Eraserhead, Strade Perdute, Una storia vera.
Twin Peaksè tornato molte altre volte nella mia vita: dalle notti su Fuori Orario alla trasmissione su Canal Jimmy, passando per i dvx assemblati alla buona. L'ultima è stata lo scorso settembre.
Ricordo le ricerche infruttuose per capire quale cinema avrebbe trasmesso INLAND EMPIRE, questione che fu anche uno dei primi post del blog; ricordo di aver stressato la videoteca locale ("filiale" di un negozio romano) per farmi portare quanto prima il dvd del film.
Ricordo la gioia di trovare INLAND EMPIRE in edicola, allegato a Ciak.
Devo tanto, a Lynch. Gli devo il mio immaginario "altro": è grazie a lui se amo opere come Sailor Moon Super, Neon Genesis Evangelion, La Rivoluzione di Utena, apprezzandone i lati di misterica follia.
A Lynch dedicai Onirica, un video esperimento fatto per gioco con gli allora ragazzini che frequentavano il centro di aggregazione di cui sono ancora tutor.
A lui e al ritorno di Twin Peaks con la terza stagione devo l'improvvisa e determinante crescita del Moz O'Clock: tra la primavera e l'estate del 2017, per ogni nuovo episodio trasmesso, fui per qualche ora il primo (al mondo!) a fare quelli che chiamavo "i receriassunti", scritti a notte fonda guardando la serie in diretta; ciò portò qui tantissimi click e tantissime interazioni. E anche visite da persone che presumibilmente erano nel campo editoriale.
Da lì, posso affermare, il blog ha conosciuto un nuovo "livello", che persiste ancora oggi con tutto ciò che è arrivato nel frattempo.
Non sono tipo da meditazione, ma dal Maestro ho imparato e fatto mia la storia delle idee da "pescare" in acque profonde. Acque dove amo immergermi quando riesco, magari nel dormiveglia, a caccia di qualcosa di bello e sconvolgente, da poter realizzare.
Grazie di tutto, David.
Per le tante serate passate da solo o con gli amici a guardare le tue opere; per la caccia al tesoro ispirata a Twin Peaks; per le congetture e i ragionamenti eterni; per i mondi che hai aperto dentro me e attorno a me. Per la tua arte, per le domande (in un mondo di tristezza, che però un giorno avrà fine).
Ciao Maestro, uno degli uomini della mia vita, uno dei miei due registi preferiti di sempre e per sempre, che quando avevo otto anni hai stravolto e stimolato nel migliore dei modi la mia creatività.
Sono certo che ora sei in una nuova dimensione, in una tua realtà ricca, luminosa, eterna. In un nuovo stadio onirico pieno di idee da catturare in nuove acque profonde.
Ti rivedrò nei miei sogni, e nelle tue opere.