Quantcast
Channel: MOZ O'CLOCK
Viewing all articles
Browse latest Browse all 2677

[tv] Solo e Rocco Schiavone, i due nuovi polizieschi italiani

$
0
0

Nella giornata di ieri son partite due nuove serie italiane.
Due polizieschi.
Rocco Schiavone, trasmesso da Rai2, e Solo, per Canale5.

Pareggiando nella sfida auditel, hanno entrambi appassionato circa quattro milioni di telespettatori.
Io, da amante del genere e per una sorta di deformazione che mi obbliga idealmente a proseguire la mia tesi sul poliziesco all'italiana, li ho guardati entrambi.
Ecco che ne penso.

NOME IN CODICE: SOLO

O meglio, solo Solo.
Classico prodotto da Taodue Fiction, casa di produzione nota per aver creato successi come Distretto di Polizia (e lo spin-off Squadra Mobile), Ris, Ultimo, Squadra Antimafia.
Proprio a quest'ultimo titolo sembra guardare. Protagonista, infatti, è Marco Bocci che il grande pubblico ama e conosce nel ruolo del vicequestore Domenico Calcaterra.
In effetti, Marco Solo e Calcaterra non sono poi così diversi, tanto che si è anche generata una (voluta?) idea che possa trattarsi dello stesso personaggio. Questione di marketing.


In sostanza, per chi è già pratico del genere e conosce le strutture di queste serie, Solo risulta una serie adrenalinica ma telefonatissima.
Per dire, ho indovinato lo svolgimento di ogni sequenza con largo anticipo, e scommetto di aver indovinato anche come si risolve il cliffhanger a fine primo episodio.
Di cosa parla? Marco Solo è un infiltrato in una cosca calabrese, sempre con il timore di essere scoperto, ma intanto si preoccupa dell'innocente figlia del boss e probabilmente si affezionerà alla famigghia (un po' come Donnie Brasco).
E' costretto anche a uccidere, forse per alzare l'asticella della fiction media da tv generalista; ma per adesso muoiono solo cattivissimi e li si ammazza soltanto se si è davvero costretti (del tipo: tu mi spari per primo e io rispondo al fuoco).
C'è la freschezza di una prima stagione, di ogni prima stagione; quella freschezza che poi si perde andando forzatamente avanti negli anni. Il ritmo è incalzante e regge, il cast c'è (Diane Fleri e Federico Tocci per i buoni, Peppino Mazzotta e Max Mazzotta per i cattivi). Insomma, per il pubblico di Canale5 e di Squadra Antimafia (a cui senza dubbio si rivolge) è sicuramente un prodotto che piace.


ROCCO SCHIAVONE


Rai2 non è nuova nella trasmissione di polizieschi sui generis, pensiamo ad esempio a Coliandro.
Beh, Rocco Schiavone continua questa tradizione. Tratto dai racconti di Antonio Manzini, mette in scena le vicende gialle dell'omonimo vicequestore, interpretato da Marco Giallini (il Terribile di Romanzo Criminale - La serie). Che tipo è questo Schiavone?
Un romano trapiantato ad Aosta. Un poliziotto rude, disilluso, che sa il fatto suo. Fuma marijuana, è borgataro e a Roma c'ha amici che te li raccomando. Ma al nord il mondo è diverso, e lui deve adattarsi e risolvere i casi che gli si presentano. E lo fa in mezzo al freddo e la neve, vestendosi sempre leggero.
Con lui, Claudia Vismara, Ernesto D'Argenio e Isabella Ragonese.

Regia elegante, quella di Michele Soavi (Dellamorte Dellamore, Arrivederci amore, ciao, Ultimo 2-3-4)
Fotografia algida e altrettanto elegante, che cattura il freddo della Val d'Aosta ma riesce a restituirlo in modo avvolgente.
Si ride pure, perché Schiavone è anche (involontariamente) comico. Comico in quanto vero, comico nel suo cinismo dal grande cuore.
Nel primo caso, il vicequestore e i suoi uomini devono indagare sulla morte di un uomo, ritrovato cadavere in mezzo alla neve. Cosa c'è dietro? Tradimenti? Relazioni segrete? Chissà.
E ieri un'amica mi chiama e mi fa "stai vedendo Rocco Schiavone? Praticamente sei tu a cinquant'anni!". Come fai poi a non seguirlo? Già un cult.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 2677

Trending Articles