Un po' di giorni fa, con uno di quei post colorati di Facebook, ho esternato il mio ironico pensiero musicale.
"Pena di morte a chi ascolta Despacito e poveracciate simili da plebei."
Ok, è chiaro che si trattava di un'esagerazione (la pena di morte magari la darei solo nelle ore notturne, quando puoi sparare ai ladri in casa, per il resto mi limiterei alla tortura).
Ma la riflessione (vera)è un'altra.
Cosa penso realmente di certa "musica"?
Nulla di male se la si vuole ascoltare, ognuno è libero di mangiare la merda che vuole. Anche io ho i miei peccati.
Merda, certo. Peccati, appunto.
La questione è: perché nessuno si è difeso, spiegandomi le ragioni delle proprie scelte musicali aldilà del disimpegno da cervello spento?
Perché nessuno mi ha attaccato di rimando -se non a mezza bocca fingendo una battuta-?
Perché nessuno ha scelto una delle mie grandi passioni (ad esempio Litfiba, per restare in tema) o altro (Twin Peaks, Tarantino, Berserk, Lego ecc...) per colpirmi?
Nemmeno nella scelta più generica, "pena di morte a chi legge fumetti".
Perché?
Ve lo dico io: la gente che ascolta Despacito (o che guarda Uomini e Donne, Amici e via dicendo) sa bene che sta facendo qualcosa di volgarmente basso per il proprio cervello. Senza nessuna possibilità di riscatto. Despacito (che è solo un titolo da me preso come modello generale) è qualcosa che non incontrerà mai alcun ambiente sano, nemmeno per svago e cazzeggio.
Si tratterà sempre di ambienti scellerati, plebei, bassi, beceri.
Musicalmente ci sono molte cose che certo non sono "alte": prendiamo la dance dei primi anni '90. Ma dareste mai -figuratamente- la pena di morte a chi la ascolta?
Non credo: citata in capolavori come Trainspotting, presa a modello per qualcosa che sta cambiando, è oggetto di revival anche intelligenti seppur privi di qualsivoglia impegno.
Possiamo dire lo stesso di tale odierno e sciagurato ciarpame?