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[TELEVISIONE] Rosy Abate - la serie: recensione (e lo stato della fiction italiana)

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Gli spin-off hanno ufficialmente preso piede anche in Italia.
E così, dopo la chiusura di Squadra Antimafia (che ormai aveva dato tutto e non poteva dare più nulla), la Taodue Film ne riprende uno dei protagonisti più amati e ne fa una serie-costola.
Con ottimo successo di pubblico. Rosy Abate - La serie sbanca.
Vediamo perché, analizzando un po' anche lo stato della fiction italiana, in generale.


Rosy Abate era ormai l'emblema di Squadra Antimafia stessa, tanto che la sua assenza nelle ultime stagioni (con apparizioni-cameo o solo suggerite) non ha giovato al prodotto.
Abili gli sceneggiatori, che per diversi anni hanno alimentato una trama legata a questo personaggio: la sorte di suo figlio Leonardo, apparentemente ucciso durante il quinto capitolo della serie madre.
Molti gli indizi sul fatto che il bambino potesse essere sopravvissuto; molte anche le smentite. Il tutto, sempre, a mezza bocca. Poi lo spin-off, che si basa ovviamente proprio su questa storyline.

degno figlio di Rosy, Francesco Mura interpreta Leonardino

Ed è subito un successo. Trasformando il prodotto da poliziesco action a drama con qualche punta d'azione, la Taodue e Mediaset hanno richiamato anche parte di quel pubblico che non aveva mai seguito Squadra Antimafia perché non appassionato del genere crime.
Io stesso conosco diverse persone tra questi.
Il merito è nella freschezza del prodotto -che si allontana ma non troppo dall'appannata Squadra Antimafia- e nella bravura di Giulia Michelini, attrice che da sola regge l'intera baracca.

Mario Sgueglia è il poliziotto Luca Bonaccorso

Quello che si crea, in realtà, è un cortocircuito particolare, ancora più della celebrazione di criminali cinetelevisivi le cui accuse hanno investito tutti, dal coatto Libanese ai cafoni di Gomorra.
Rosy Abate -e se ci pensate un titolo simile, un nome quasi da cassiera del Carrefour, è stato possibile solo grazie alla forza del personaggio- è un'antieroina.
Una mafiosa, e si parteggia per lei.
Perché adessoè solo una madre, pentita già da tempo (e collaboratrice di giustizia in passato), a cui vengono a rompere l'anima. Una madre che rivuole indietro suo figlio.
Ma è (stata) una criminale e assassina senza pietà.
Curioso. Però, appunto: trasformare la storia in family drama, con maggiore femminilità (lo scontro tra due madri) ha fatto vincere il prodotto.

Franco Branciaroli e Paola Michelini sono gli antagonisti della storia:
Nuzzo Santagata e Regina Mainetti

Ma perché? Perché è una fiction ancora più vicina all'attuale Canale 5, che di anno in anno si è trasformata in quella Rete 4 per massaie che tanto veniva bistrattata ai tempi delle telenovelas.
Ora è l'ammiraglia Mediaset -tra verissimi, amici, grandifratellivip e segreti- a tenere alta la triste bandiera di tv popolana.
Nonostante questo, e nonostante gli evidenti limiti, Rosy Abate - La serieè stata apprezzabile. E apprezzata.
Resta il peccato di questo appiattimento di rete, su cui sarà sempre più improbabile vedere prodotti innovativi (come a suo tempo fu un Distretto di Polizia, per dirne uno) perché livellato ai gusti di un pubblico senza più pretese.
Un pubblico spesso ignorante: andate a fare un giro sulle pagine social dedicate a questa e alle serie simili. Utenti che, dopo una decina di stagioni, ancora sbagliano a scrivere i nomi dei loro beniamini. Gli errori ortografici? Manco ve li cito. Ma è così, la triste realtà. E Rosy Abate - La serie si muove in questo mondo, tanto che anche i suoi profili ufficiali non vanno forte in lingua italiana:


Non stupisce, quindi, che la serie abbia sospeso l'incredulità più e più volte, forse un po' stupidamente in alcuni tratti. Ma il pubblico sta zitto e guarda.
Voglio dire: Rosy Abate, all'interno del racconto, è stata colei che ha idealmente preso il posto di Provenzano, divenendo Madrina della Cupola.
Assurdo che, sebbene ufficialmente morta due anni prima, nessuno riconosca l'ex Regina di Palermo in giro per lo Stivale. Ok, facciamo finta che ci può stare. Ma quando il suo nuovo migliore amico è un vicequestore di Savona, allora proprio no.
C'è stata qualche leggerezza e illogicità di troppo, nonché quel buttarsi sul melò e sugli intrighi non richiesti (parentele segrete e tutto il campionario da soap, che già aveva miseramente rovinato la serie madre) quando si poteva in realtà giocare molto sulle cose già suggerite e disseminate in passato (l'uso di De Silva in questa serie rimane un nonsense mica da poco, quando in realtà il personaggio avrebbe potuto/dovuto essere dietro alla questione Leonardino, visto il finale di Squadra Antimafia 5).

il cameo di Paolo Pierobon nei panni di De Silva

Resta comunque una fiction intrigante, nella nuova formula di miniserie che allontana il rischio di un brodo inutilmente allungato e concentra tutte le sue forze in cinque puntate ricche di eventi (forse solo all'inizio un po' confusionari).
Giustamente, visto il riscontro, è già in produzione la seconda stagione: va bene, il prodotto è fresco, piace e effettivamente è apprezzabile.
Ma non tiriamo troppo la corda, che il rischio Beautifulè già in corso.

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