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[FILM] L'innocenza del diavolo, ovvero le simpatiche avventure di Frodo e Kevin

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È da sempre uno dei miei film preferiti, non perché sia chissà quale capolavoro.
Lo conobbi durante un'anticipazione televisiva: ovviamente si citava la presenza dell'ex bambino prodigio di Hollywood, ossia Macaulay Culkin, che aveva appena girato il sequel di Mamma, ho perso l'aereo.
E poi, da grande, ho scoperto che questo film fu scritto -e in seguito disconosciuto- uno dei miei scrittori preferiti: Ian McEwan

Insomma, tra impressioni di bambino e gusti da adulto, L'innocenza del diavolo (in originale The good son) me lo porto dentro.
Se non lo conoscete, ve ne parlo io.

Elijah Wood (Frodo ne Il Signore degli Anelli) deve andarsene per qualche giorno a casa degli zii, lontani circa trenta stati in quell'immensa America che da casa sua porta a Manchester-by-the-sea.
Avrà modo di conoscere l'irrefrenabile Henry (Macaulay Culkin), suo cugino e suo coetaneo, e scoprire una nuova gioiosa famiglia. I due ragazzini ne combineranno di tutti i colori, in una commedia frizzante sulla scia di quelle col personaggio di Kevin (Mamma, ho perso l'aereo) facendo dannare gli adulti tra risate e simpatia.

Frodo & Kevin: la nuova commedia per tutta la famiglia
E invece no.
L'innocenza del diavoloè un thriller. Dove peraltro Culkin riesce a dare una buona prova al di là dell'arcinoto Kevin.
Mark Evans, ossia Wood, ossia Frodo da piccolo, ha perso da poco la madre ed è costretto a sostare due settimane dagli zii, che a loro volta stanno elaborando un terribile lutto.
La nuova famiglia è la tipica famiglia anni '90 americana, ma ancora si respira una situazione di malessere per la tragedia mai del tutto superata.

Il terremoto Henry travolge il cugino Mark. I due ragazzi ne combineranno di tutti i colori (già l'ho detto), ma per davvero. Si inizia con classici, piccoli danni da dodicenni, finendo a cose più gravi. Dannatamente più gravi.
C'è qualcosa di malato che si innesca -o che si era già innescato- perché la morte non è un gioco e una volta guardata in faccia non si torna indietro.

Frodo medita su come difendere l'Anello mentre Kevin inizia qui il suo periodo di sfascio

Mark e Henry: due cugini come tanti.
La forza del film, per me, è proprio nel racconto sincero e veritiero dei comportamenti che i due hanno, sia l'uno con l'altro, sia con terze persone.
Prove di forza, risate, segreti, sigarette da fumare di nascosto, magazzini dove nascondere invenzioni e piccoli tesori. Ma anche frasi e comportamenti tipici di quell'età: gelosie, l'imporsi sui fratelli minori trattandoli male, giochi pericolosi e insinuazioni bambinesche.

Tutto regolare, sono cose che chiunque ha fatto, subìto e vissuto.
Solo che ne L'innocenza del diavolo, il diavolo ci mette lo zampino. Perché parte di questi avvenimenti e sentimenti è amplificata da una lente di negatività. Puro male, il male di adulti razionali, di menti superiori e pericolose. Che fanno paura.

trivia: i tre fratelli Evans sono stati interpretati da tre fratelli Culkin (Macaulay, Quinn, Rory)

Poco a poco dunque si discende in un incubo che nemmeno vuol essere un giallo, non vuole far indovinare i colpevoli ma vedere come le vittime arrivino a comprendere con chi hanno a che fare.
Un'ora e mezza è il tempo necessario a McEwan per raccontarci una trama asciutta ed efficace.
Un'ora e mezza è il tempo necessario a Joseph Ruben per mettere in scena la storia di questa famiglia che deve fare i conti con un ospite imprevisto: la malvagità.

Non è un tema semplice da affrontare, eppure nel 1993 lo si è fatto senza problemi e senza eccessi, dicendo il giusto senza strafare, ma soprattutto entro un minutaggio che permette lo sviluppo concreto e puntuale di ogni vicenda senza dover inutilmente strabordare.
Eh, non si fanno più film così.

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