Ci lascia Carlo Vanzina, che col fratello Enrico ha proseguito -dalla fine degli anni '70- il corso della commedia all'italiana.
Figlio d'arte (suo padre, Steno, è colui che avrebbe dato il via al genere poliziottesco, anni prima), ha lavorato con tutti i più grandi attori italiani.
Sceneggiatore, regista, produttore: lo si ricorda soprattutto per aver creato il famigerato genere dei cinepanettoni, poi effettivamente scaduto -però in mano di altri- verso il trash.
Spesso Vanzina è stato preso come modello di un certo cinema facilone e sguaiato, ma se in realtà si va a scavare nella sua filmografia notiamo come la maggiorparte dei suoi film siano semplici e pure commedie, addirittura arrivate a essere cult.
Siamo lontani, quindi, dai Natali a/sul/nel, ma si sa: è sempre più facile fare di tutta l'erba un fascio.
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due cultissimi, per fortuna già rivalutati da tempo |
I fichissimi, Eccezzziunale... veramente (primo e secondo capitolo), Viuuulentemente mia,Il ras el quartiere.
Sapore di Mare, Vacanze di Natale, Vacanze in America: titoli che hanno rinverdito il filone "vacanziero" già di moda in passato.
Vari generi con Sotto il vestito niente (e il sequel del 2011), Yuppies, I miei primi 40 anni.
E poi il ritorno alla commedia negli anni '90, con I Mitici - Colpo gobbo a Milano, Selvaggi, S.P.Q.R., A spasso nel tempo.
Si permette di riprendere il marchio Vacanze di Natale nel 2000, di dare un sequel a Febbre da Cavallo (firmato da suo padre), di omaggiare un genere con Il ritorno del Monnezza.
Gli ultimi anni sono caratterizzati da una produzione che viaggia sempre sul classico, tra cineombrelloni e richiami (2061 - Un anno eccezionale, Le barzellette, Mai stati uniti).
Dunque, ciao Carlo.
Ultimo vero baluardo della genuina commedia all'italiana, quella vecchio stile.
E ora mi chiedo quanti radical chic, improvvisamente, riscopriranno questo personaggio e la sua sterminata produzione. Che a ben guardare ha davvero poco di trash.