Negli anni '90 esplose a scuola la guerra dei diari.
Non più solo pagine con piccole cornici e disegni ripetuti dei nostri beniamini (spesso, una delusione), ma vere e proprie pubblicazioni ricche di cose da leggere.
E non solo.
Se la Smemoranda era il cult dei ragazzi più grandi, l'Ideario Disney (rivedilo QUI) fu un caso di diario componibile che esulava dal semplice concetto di agenda scolastica.
Tra queste due realtà, sempre in quegli anni, arrivò il Sottobanco.
Rivediamolo insieme (grazie alle foto fornitemi dal mitico Tello).
Non i fascicoli componibili dell'Ideario, ma un vero e proprio raccoglitore ad anelli.
Si potevano, dunque, aggiungere e togliere fogli a piacimento.
Scambiarli, mixarli.
Come per la Smemo, anche il Sottobanco era disponibile in due versioni: normale (più grande) e pocket (tascabile).
Io lo avevo alle medie, e ne ricordo ancora la copertina in plastica rigida gialla e la mascotte: una penna stilografica stilizzata, che scappa dal calamaio. Assomigliava vagamente a Edi di Archimede.
Il Sottobanco sopravvisse fino ai primissimi anni 2000, per poi non lasciare traccia se non nei ricordi.
Al suo interno, come usanza di quel periodo (usanza che prosegue oggi in diari tipo Comix), vignette, fumetti e brevi testi.
Ma non solo: il Sottobanco aveva anche delle pagine spiritose, come il Controregistro o la rubrica telefonica.
E pure una tasca finale, con chiusura a velcro, dove poter custodire fogli e foglietti volanti raccolti durante l'anno.
Chi di voi utilizzava il Sottobanco?
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