Quantcast
Channel: MOZ O'CLOCK
Viewing all articles
Browse latest Browse all 2677

[FILM] City Hunter: Private Eyes, la recensione

$
0
0

L'ultima avventura di Ryo Saeba ha macinato successi in patria ma è stata accolta con entusiasmo anche in Europa.
City Hunter: Private Eyes (City Hunter the movie: Shinjuku Private Eyes in originale) è una pellicola che rinverdisce il mito dello spazzino metropolitano, perennemente allupato e tanto cazzaro nella vita come serio e competente sul lavoro.
Private Eyesè City Hunter in tutto e per tutto: è il solito City Hunter, il solito schema, la solita risoluzione... e ci piace così! Per una volta, ripercorrere strade sicure non è un limite, è un puro piacere!


Una celebrazione del franchise (e non solo del franchise City Hunter...): questo potrebbe essere Private Eyes.
Ma, immagino, potrebbe anche essere il rilancio di un'opera-simbolo degli anni '80, che tanta fama ha conosciuto anche da noi.
Ryo Saeba e amici (Kaori/Kreta, Umibozu/Falcon, Miki, Saeko/Selene) sono tutti lì, sempre.
Eterni, ma stavolta la Shinjuku in cui si muovono è un quartiere moderno, tutto led e connessioni.
Cellulari, app, codici QR e tutte le novità sono lì per loro, che però non sono invecchiati di una virgola.


Ai è una modella, da qualche tempo inseguita da brutti ceffi.
Decidere di chiedere aiuto a City Hunter, nell'unico modo secondo cui la voce del popolo sa come contattare lo sweeper: scrivere XYZ sulla bacheca della stazione di Shinjuku, Tokyo.
Una bacheca che oggi è virtuale, e il messaggio è tutto via telefonino.
Ma arriva: Ryo è lì, sempre lui, sempre depravato. E Ai è bella, come vuole il copione.


Private Eyes potrebbe sembrare una puntata in grande della serie tv. Un caso classico, come tanti.
E in effetti lo è. Così come anche è -dicevamo- una celebrazione per il ritorno di un mito della cultura anime/manga.
Ma Private Eyesè di più: perché stavolta i sentimenti dei protagonisti sono messi in primo piano.
Grazie all'arrivo di Ai ma anche con la presenza di un facoltoso imprenditore che si innamora di Kaori.


Il nemico, stavolta, è subdolo.
Al centro della vicenda c'è un folle progetto (tutto droni e piccoli mezzi bellici) che intende speculare sulla vendita di armi, causando fulminee guerre per destabilizzare la popolazione.
Inutile dire che Ryo e Falcon si getteranno nella mischia, portando sparatorie e distruzione nella migliore tradizione dell'opera di Tsukasa Hojo.
Che, in Private Eyes, celebra anche l'opera precedente: Occhi di Gatto.


Esattamente: se mai era stato ufficializzato formalmente, ora non ci sono più dubbi.
L'universo di City Hunterè lo stesso di quello di Cat's Eye, e in Private Eyesle tre sorelle Kisugi tornano in Giappone perché di fatto sono ancora le proprietarie del famoso bar (che, sappiamo, ora è gestito da Miki e Umibozu).
Pur facendo solo tre brevi apparizioni, la presenza di Kelly/Rui, Sheila/Hitomi e Tati/Ai è un simpatico e grande omaggio all'universo in espansione di Hojo.


Insomma: divertente, emozionante, finalmente rivelatore sui sentimenti dei protagonisti.
E con una sigla finale (ovviamente Get Wild -ma nel corso del film possiamo ascoltare vari noti pezzi della colonna sonora originale anni '80- ) che ripercorre, con uno stile fighissimo, i punti salienti di alcuni storici episodi della serie.
Dedicato sicuramente ai nostalgici della serie, Private Eyes non annoierà comunque nessuno, nei suoi 95 minuti di pura azione e rodata comicità (le gag sono in effetti sempre quelle, ormai...).
Dal 30 gennaio disponibile in dvd e bluray per la Dynit, l'edizione italiana si fregia dei doppiatori scelti all'epoca da Mediaset (tutti tranne la voce di Miki) mantenendo però nomi originali e un adattamento non censurato. Non fatevelo scappare.

Se ami le avventure di Ryo Saeba, leggi anche

Viewing all articles
Browse latest Browse all 2677

Trending Articles