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[FUMETTI] Samuel Stern 5 - la recensione

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Con una delle copertine più gore/horror che siano mai passate in edicola (perché sì: questo fumetto ha scelto come canale di distribuzione la cara, vecchia edicola!) Samuel Stern ci regala un quinto albo davvero oscuro e disturbante.
Possono gli uomini far peggio dei demoni?
In queste pagine avremo le risposte, con altre domande.

Sì, perché Samuel Sternè certamente strutturato come serie di episodi autoconclusivi, ma non tralascia una continuità orizzontale che si dipana albo dopo albo.
E che prevede sia l'avanzare delle vite dei protagonisti, sia l'oggetto stesso di questa storia: la demonologia.
Samuel Stern, per chi si fosse collegato solo ora, fa coppia con padre Duncan per eseguire degli esorcismi.
Che sì, possono essere come quelli del famoso film con Linda Blair, ma altre volte sono più complessi. Perché abbiamo imparato che, forse, anche i demoni hanno un cuore.


Affrontando il tema in modo antropologico, psicoanalitico e con le chiavi della cosmologia demonica, Samuel Stern ha dimostrato di non essere una delle tante opere a tinte horror, e sebbene talvolta abbia io trovato qualche perdonabilissimo difettuccio (di forma o per mio gusto), il lavoro by Filadoro e Fumasoli della Bugs Comics sa appassionare.




La fine della coscienzaè il titolo del quinto episodio. Un titolo che metterà il protagonista faccia a faccia con se stesso in un modo che non era ancora mai successo; finalmente i personaggi principali (qui, quasi tutti presenti) sono un cast fisso riconoscibile e familiare, anche coi loro caratteri; la storia dimostra che il progetto è valido e le idee ci sono.
Dicevo: albo oscuro e disturbante. Pochi fumetti da edicola, tra quelli "popolari" hanno mostrato scene così. Che ti fanno odiare l'antagonista, e pensi pure che non la paghi poi abbastanza cara.
Ma c'è anche molta umanità, ne La fine della coscienza. Che sembra quasi un controsenso, a dirlo così, eppure Samuel Stern 5 dimostra il contrario.
Proprio di Samuel finalmente scopriamo qualcosa in più, altri tasselli si aggiungono a quello che era stato accennato nelle puntate precedenti. E altro si aggiungerà.

Ottimo equilibrio nei disegni: molto dettagliati ma si fanno minimali dove serve, giocando sapientemente con luci e ombre. Probabilmente la scelta artistica migliore fino a ora, in aggiunta a una "regia" solida che sa regalare inquadrature particolari.
Apprezzabile, di questo albo, l'ambientazione tra i clochard. Che rende metaforiche varie situazioni, e permette anche qualche interessante riflessione sociologica.
Tutti noi riempiamo dei vuoti. Forse è la natura umana a guardarsi costantemente allo specchio, che gli rimanderà sempre un unico riflesso: la fine della coscienza.

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