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[FILM] Il Gladiatore, 20 anni dopo

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Ciò che facciamo in vita riecheggia nell'eternità.
E credo proprio che questo film sia già eterno, simbolo della decade 2000, uno dei nuovi e ultimi kolossal hollywoodiani.
Venti anni: tanti sono passati da quando Il Gladiatore di Ridley Scott è arrivato nelle nostre sale.
Io c'ero, e ricordo il clamore che tale opera aveva generato.
Si parlava già da tempo di film maestoso. E il fatto che fosse ambientato nei gloriosi antichi tempi dell'Impero Romano, aveva sicuramente accentuato la percezione di produzione epica.

Ricordo che subito ci fu la caccia all'errore storico (da semplici parole imprecise come "inferno", "ispanico" a stronzatone da corso avanzato universitario).
L'essenziale era invece godersi un'opera maestosa, che non aveva pretese di raccontare fedelmente una storia realmente accaduta, ma di ispirarsi a quel sentore (soprattutto americano, ma quindi mondiale) di Roma Imperiale che da sempre ha calcato le pellicole cinematografiche.



Certo dei richiami storici ci furono anche, ma è inutile e pure idiota sottolineare che non è così che andò questa piccola porzione della grande storia di Roma.
Hollywood è piacevole finzione.
Il cast è stellare.
L'allora trentaseienne Russell Crowe interpreta il protagonista Massimo Decimo Meridio, generale romano originario dell'attuale Spagna; capace e leale, è come un figlio per l'Imperatore Marco Aurelio (Richard Harris) -, ma questo rapporto è visto con malata gelosia dall'ambiguo Commodo (Joaquin Phoenix), erede al trono di Roma.
Proprio costui riserva a Massimo il peggiore dei destini, volendo togliersi di torno una figura così scomoda.



Da glorioso militare dell'Impero, Massimo finisce nelle peggiori arene diventando un gladiatore e battendosi per la sua libertà.
Il resto è storia nota: pian piano, vittoria dopo vittoria, Massimo riesce a guadagnarsi l'accesso al Colosseo fino alla resa dei conti finale.
Il Gladiatore
è uscito nell'epoca giusta: perché ha quel dramma e quell'ineluttabilità del fato che lo rendono perfetto per quegli anni, dove ha potuto esprimere al massimo le sue potenzialità, con una storia epica ma anche drammatica.



Da diverso tempo si parla di un secondo capitolo, forse non necessario -e per certi versi anche impossibile-, anche se pare che la nuova storia si svolgerà venticinque anni dopo l'originale (abbiamo parlato di sequel e remake in QUESTO POST).
Anche in Italia, coi suoi 20 miliardi di lire incassati, Il Gladiatoreè stato un vero e proprio caso: la voce di Luca Ward prestata a Massimo ha generato persino remix e file audio che galvanizzavano i moderni gladiatori della Roma coatta.
È pur vero che molte di queste frasi sono ormai così cult da essere citate in ogni ambito: chi di voi non ha mai sentito "al mio segnale, scatenate l'inferno!"?



Le riprese si svolsero tra Malta, Marocco e Inghilterra. Sebbene molte scene siano ambientate a Roma, v'è ben poco, ne Il Gladiatore, di italiano.
Giusto un attore (Giorgio Cantarini, che interpreta il figlioletto di Massimo) e suggestive sequenze toscane per fingere la penisola iberica e i Campi Elisi.
La colonna sonora è stata scritta dal maestro Hans Zimmer, e cantata da Lisa Gerrard.




Esempio di cinema colossale ma sapiente nei ritmi e nei tempi, questo film ha avuto successo proprio perché ha saputo parlare a tante platee diverse.
Forse Il Gladiatore lo rincontreremo un giorno, ma non ancora. Non ancora.

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