Se vi dicessi: paesino di montagna, personaggi pieni di segreti, un albergo misterioso, boschi, liceali che spacciano droga e il tema del doppio. Cosa vi viene in mente?
Ok, poi dite che sono fissato quindi eviterò di citare LA serie per eccellenza, quella con cui tutte le altre serie, mystery o meno, devono subire l'eterno paragone e l'eterna sconfitta.
Puntiamo più basso e prendiamo Dark, allora, tanto per restare in zona Netflix: è sempre un bene quando l'Italia prova a cimentarsi con il genere sovrannaturale, nella serialità televisiva, e Curon arriva finalmente dopo una serie alquanto scarna di esempi di questo genere.
Bei luoghi, una storia che che sulla carta può dare molto, e ottima fotografia: Curon di Netflix si presenta bene, quasi come un prodotto d'autore, sicuramente un passo avanti rispetto alle sorelle della televisione generalista.
CURON, LA VERA STORIA
L'avrete vista sicuramente, la vera Curon Venosta, sita nell'omonima valle: il campanile che si erge sul lago Resia è simbolico.Il lago è però artificiale, creato nel 1950: il vero paese, quello antico, giace sommerso, seppur distrutto dalle mine prima di essere inondato.
Tutto fu distrutto, ma lo sto(r)ico campanile non crollò: fu tenuto in piedi, forse come simbolo.
Tuttavia, la migrazione tra la vecchia Curon e la nuova non fu indolore.
Su queste basi, prendendo leggende e mitologie, è costruita la serie Netflix.
2003
Una data che sembra dietro l'angolo (solo tre anni dopo avrei aperto questo blog, per dire) eppure in Curon sembra quel passato arcaico da cui tutto partì: Anna Reina, figlia dei proprietari del prestigioso hotel del posto, è costretta a trasferirsi a Milano dopo un brutto avvenimento.Incinta e sola, cresce due gemelli, fino a oggi: varie vicissitudini la riportano al paesello coi suoi due figli diciassettenni.
Sostanzialmente, Curonè una storia d'amore, tutto può ricondursi a questo.
Il passato (e la verità) dei fatti che coinvolsero Anna sarà al centro della storia.
2020
Il tema affrontato da Curonè quello del doppio.Anzi, proprio quello dei doppelgänger, l'io-ombra negativo che -pare- tutti coloro che vivono in zona potrebbero avere.
La Loggia Nera, in questo caso, è il lago del campanile sommerso. Da lì, dal fondo, dalla vecchia e originale Curon, proverrebbero questi replicanti: uguali in tutto e per tutto al modello in superificie, ma senza quei freni inibitori e soprattutto carichi dalle freudstrazioni del doppio reale.
Scovare questi doppelgängerè sostanzialmente il perno della vicenda, considerato che la protagonista (Valeria Bilello, già ruolo centra in Squadra Mobile) a un certo punto farà perdere le sue tracce.
Ma quale segreto nasconde suo padre Thomas in soffitta? E che misteri avvolgono la famiglia italotedesca Asper?
SKAM ALTO ADIGE
In realtà, molto della trama è tutto per i giovani protagonisti: sia i due gemelli figli di Anna e nipoti di Thomas (Luca Lionello, una garanzia), sia i fratelli Asper.I personaggi meglio caratterizzati, tanto che in certi punti (e complici anche delle scelte stilistico-musicali) sembra di trovarsi di fronte a Skam Italia (QUI), altre serie da poco nel catalogo netflixiano.
E così assistiamo a primi amori, gelosie, cuori spezzati e festini a base di alcool e canne.
Federico Russo (ex Mimmo de I Cesaroni) molto bravo nella parte del remissivo Mauro; Margherita Morchio una cazzutissima Daria; Juju Di Domenico è la complessa Micki; Giulio Brizzi è Giulio, altrettanto profondo.
COM'È CURON?
La serie si lascia seguire e probabilmente sarà anche un piccolo caso televisivo, per gli spettatori Netflix.Tuttavia, qualche difetto c'è, e questo apre più che altro a delle domande: cosa aspettarsi? Perché notiamo questi difetti?
Se c'è una certa eleganza nelle riprese e nella fotografia (molto fredda: può piacere o meno), sembra che questa attenzione per i dettagli sia concentrata maggiormente nei primi due episodi, che sono anche quelli che narrativamente, su certi aspetti, funzionano di meno. O di più.
A secondo delle aspettative, appunto.
Certo è che sono carichi, e fanno succedere delle cose che, anche solo a doverne romanzare i tempi, almeno una settimanella di tempo per fiction sarebbe servita.
In realtà, dovremo sospendere la nostra incredulità più volte, e non perché è una serie comunque di genere fanta-horror: parlo proprio dei passaggi logici, che a volte sembrano mancare.
Insomma, la polizia dov'è? E anche se dovesse indagare, come si spiegherebbe l'anomalia dei doppi?
Ma soprattutto, perché nessuno chiama le forze dell'ordine (che appaiono solo per un breve momento) quando i personaggi subiscono gravi attentati alla loro persona?
Dobbiamo sospendere la nostra incredulità anche nella semplice quotidianità dei fatti: due gemelli che cambiano scuola (superiore!) da Milano a Curon, e si ritrovano in un liceo generico ovviamente compatibilissimo coi quattro anni di studio precedenti.
Dove una professoressa è madre di altri due ragazzi (gemelli anche loro?), e dove si studia tedesco.
Le domande che sorgono, però, sono proprio tecniche, sulla serialità televisiva italiana: probabilmente, anche Dark (a cui Curon sembra guardare per la messa in scena), Stranger Things e altri titoli cult non sono esenti da difetti, conterranno passaggi illogici e ci spingono a sospendere l'incredulità. Ma perché non lo notiamo?
Cos'hanno in più, su quali altri livelli narrativi (magari subliminali o meta-testuali) lavorano, per evitare che lo spettatore si goda queste domande, facendogli godere l'opera senza pensare come sia possibile, per esempio, che l'intera Hawkins non noti i mostri chtuliani girovagare sul centro commerciale?
Secondo me è questo che bisogna chiedersi.
E lavorare su musiche, dettagli, oggetti e situazioni che possono diventare "tormentoni" a cui affezionarsi.
Curonè comunque una serie da vedere; e lode a tutti coloro che ci hanno provato e lavorato.
Pur con questi difettucci e pur se in certi momenti diventa involontariamente comica (vedere i dialoghi sui doppelgänger).
Le location saranno visitatissime specie in questa estate con poca spiaggia.
Però, almeno per ora, e senza scomodare Il Segno del Comando, la palma del mystery italiano (che non doveva ricordare altri titoli) resta nelle mani di Voci Notturne (QUI).
Ne ha parlato anche PULP STANDOFF
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