Sette, numero magico.
Quadratura del cerchio.
Completezza.
Sette sono i giorni della settimana, sette sono i nani, i colli e i re de Roma, le camicie da sudare, le meraviglie del mondo.
Sette sono i vizi e sette le virtù, sette sono i bracci dei candelabri dei circoncisi, sette i mari e altrettanti i chakra.
Septem.
Quando ho compiuto sette anni, da pochissimi mesi non ero più figlio (né nipote) unico.
Cercavo ancora tanto i Masters, anche se impazzavano già i village people dello Zodiaco.
Ma era un'estate bella e calda, con Topolino da leggere e una terza elementare da iniziare.
Quando ho compiuto sette anni più 10, mi trovavo nel pieno di un'estate magnifica.
Davanti, un ultimo anno di liceo che avrebbe chiuso definitivamente un capitolo di poca energia.
Quando ho compiuto sette anni più 20, stavo per completare con molto ritardo il percorso di studi, e probabilmente ero impegnato nella prima bozza di una tesi di laurea.
Ma pensavo ovviamente al mare e ai concerti estivi.
Oggi che compio sette anni più 30, sono in un'estate che assomiglia a quelle di tantissimo tempo fa.
Con la miriade di instabilità (che amo), e con l'incompleta completezza che mi contraddistinguerà sempre.
Quella magica, quella del sette.
E ora che il sette è compiuto, guardo all'otto.
L'infinito, o un nastro di Möbius?
A tra un anno, che poi ve lo racconto.
Ma intanto, io bevo alla mia e mi godo questo traguardo, con tutto ciò che ho, o non ho, ottenuto.