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[CULTURA POP] esiste un solco generazionale?

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Spesso su questo blog abbiamo parlato di passato e di generazioni diverse; un confronto che ha portato a svariate analisi riguardo la percezione della cultura pop che tanto amiamo.
Oggi torniamo ad occuparci proprio del divario generazionale.
Esiste un solco, un momento circoscrivibile oggettivamente, che determina la fine di una vecchia concezione e l'inizio di una nuova realtà?
Ma soprattutto, come siamo messi oggi?



Ho notato, negli anni, una cosa: la maggiorparte di coloro nati tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000 hanno vissuto un mondo già evoluto.
Da uno di loro mi sono sentito dire, riguardo City Hunter recentemente trasmesso su Italia 2, "è un po' antico, sembra un cartoon della generazione dei miei genitori".
Cosa ovviamente non vera (City Hunterè un anime dei tardi anni Ottanta), ma allora perché è stato percepito così?




Analizziamo la questione: "antico", "della generazione dei genitori".
Io le cose "vintage"le amavo e le amo ancora.
Ho tutti i cortometraggi Disney, roba che va dagli anni '30 ai '50.
Li apprezzavo senza pensare fossero "antichi" esattamente come -contemporaneamente- vedevo le nuove produzioni tipo Darkwing Duck o Gargoyles.




Ma penso anche a tutti quei cartoon classici come i Looney Tunes, o Tom & Jerry, o quelli Hanna-Barbera.
Forse per i cartoni classici le cose stanno diversamente, chissà; ma allora perché vedevamo tranquillamente lo Spider-Man TAS con L'Uomo Ragno e i suoi fantastici amici?
Perché ci siamo goduti l'allora nuovissimo Sailor Moon assieme alle repliche de La Principessa Zaffiro?
O telefilm come CHiPs, Batman '66, Vita da strega, assieme a Baywatch, Miami Vice, Nash Bridges?
Per noi l'essenziale era che una cosa fosse bella.




Prendo come esempio City Hunter, citato poco sopra: è una serie di fine anni '80, come detto. Ma noi l'abbiamo vista dal 1997 (come analizzato QUI). Eppure funzionava ancora, nonostante fosse vecchia di dieci anni.
E, secondo me, funziona ancora oggi!
Il nostro calderone pop, ottenuto grazie al fatto di aver vissuto il boom editoriale tout-court, ci ha permesso di goderci senza limitazioni (mentali, soprattutto) ogni sorta di prodotto.




La "generazione YouTube", quelli che si sono trovati giovanissimi nell'esplosione di queste piattaforme, rifugge la televisione classica e i suoi orari/palinsesti.
Ecco, per me, dov'è il solco.
Ma da qui sorge un'altra domanda: questo solco è colmabile, magari con la crescita naturale di queste persone?
E ancora: la generazione successiva, i giovanissimi di oggi, come sono?



Per mia esperienza, noto che sono molto meno drastici della precedente, e riescono ad apprezzare le cose del passato.
Ne abbiamo parlato affrontando il tema del boom anime/manga (QUI), ma non solo: nuovi prodotti come Stranger Things e Cobra Kai stanno riavvicinando i più giovani a quel passato che la generazione appena precedente ha perso (o voluto perdersi).
Il passato è di moda, VHS e musicassette sono oggetti cult da ritrovare in soffitta, mentre il retrogaming attira sempre più.




E quando vedo un tredicenne meravigliato dei Masters e dello Slime Pit, dicendo che le cose anni '80 erano più belle, forse allora lì il solco si è colmato.
Ora devono però rientrare quelli rimasti fuori.

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