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[WEB] scrivere online: si guadagna davvero? (di Denny)

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Quante volte abbiamo sentito parlare di guadagni online, scrivendo per il web?
Prima che diventare influencer via social fosse la nuova illusoria eldorado, ci fu addirittura il blogging: in tutti questi anni ho assistito a varie ondate di "nuovi blog" non appena si spargeva la voce che si potessero far soldi facili semplicemente scrivendo.
Ovviamente,questi blog non sono arrivati a un anno di vita, perché bloggare non è semplice.
E soprattutto nessuno ti paga per farlo, a meno che non sia un lavoro di gestione di blog altrui, magari aziendali.
E poi vennero i giornali online, testate e spazi che pagano un tanto al kilo.
Dunque si può effettivamente guadagnare scrivendo articoli per il web: sì, ma quanto?
Ce ne parla Denny, che ha provato per un po' croci (tante) e delizie (pochissime) di questo mondo...


Oggi arrotondare con delle piccole entrate lavorando da casa è possibile.
Non sempre occorre essere esperti di scommesse o rivendita di prodotti: spesso c’è anche la possibilità di guadagnare scrivendo, redigendo su commissione articoli sulle argomentazioni più disparate.
Scienza, benessere, elettrodomestici, integratori...
Io l’ho fatto per un breve periodo, scrivendo per editori che commissionavano articoli; oggi mi son chiamato fuori cancellandomi da quella piattaforma, e per questo Miki mi ha chiesto di condividere con voi la mia esperienza.
Ho notato che nella cerchia di miei amici e parenti, in molti si sono incuriositi di questo mio “lavoro”: ho raccolto le domande più frequenti che mi sono state rivolte.

Come sei entrato nel giro?
Semplicemente cercando su internet, curioso di conoscere i lavori online più gettonati che si possono fare da casa e, avendo una predilezione per la scrittura, mi andava di cimentarmi in questa cosa.




Occorre essere bravi per entrarci?
Sicuramente sì.
Bisogna saper padroneggiare egregiamente l’ortografia, la grammatica e la sintassi, sapendo far un uso corretto della punteggiatura. Non sono ammessi refusi.
I correttori, chiamati proofreaders, sono molto severi: al minimo errore, l’articolo viene ricusato.
Inoltre, per entrar a far parte degli autori, devi superare un esame scritto vertente un articolo a tema casuale, da redigere in soli 20 minuti dentro al pannello della piattaforma; questo verrà poi corretto dai proofreaders e in un paio di settimane ti ammetteranno con un determinato punteggio o sarai “bocciato”.


Punteggio? In che senso e con quale criterio?
I correttori ti danno un punteggio in stelle. Da 1 a 5.
Grazie a queste stelline, il tuo articolo verrà pagato di meno o di più dagli editori stessi (si tratta di centesimi per ciascuna parola).
Diciamo che le stelle appuntano una sorta di valore di qualità dell’autore, grazie al quale un editore può commissionarti articoli più complessi.


Quanto tempo ti porta via?
Può sembrar strano, ma tanto. Ovviamente tutto dipende dagli articoli che sei disposto a scrivere, quindi quanti di questi decidi di farti commissionare.
Più decidi di prenderne, più tempo - ovviamente - dovrai spenderci.
È opportuno specificare che non conoscerai tutti i temi e i prodotti che ti andranno ad offrire: quindi dovrai studiarti schede tecniche, ricerche scientifiche o mediche, vita di artisti minori o ingredienti di un integratore alimentare.
Spesso, per un solo articolo, possono volerci anche 4 ore.




Si viene sfruttati?
Sono sincero: sì.
Oggi come oggi saper scrivere correttamente è prerogativa di pochi.
Ormai la scrittura diventa un’arte quasi "artigiana", ecco perché si pagano persone che sappiano scrivere anche solo per un post di un blog sulle creme depilatorie.
Non c’è meritocrazia, nel senso che una volta che arrivi alle fatidiche 5 stelle, puoi solo contare di non farti decurtare il punteggio e di mantenerti sullo standard “alto” di un onorario quantomeno decente per ciascun articolo.


Ma chi sono questi proofreaders?
Sono i supervisori o correttori. Non c’è nessun modo per contattarli, quindi puoi solo subire una loro penalità o bocciatura senza diritto di replica.
Hanno assoluto potere decisionale sul tuo articolo.
Spesso un lavoro di mezza giornata può esserti bocciato per una virgola in meno o in più o per un semplice errore di battitura.


Qual è l’articolo che hai amato meno scrivere?
Gli articoli più difficili, sembrerà strano, sono quelli inerenti agli elettrodomestici.
Gli editori ti forniscono linee guida scritte alla buona, quindi tu devi interpretare i loro intenti, declamando i prodotti come l’assoluta perfezione sul mercato, ma stando attenti a non farne una propaganda elettorale.
Spesso, questi articoli vengono rifiutati perché scritti troppo bene, troppo lunghi, troppo male, in modo troppo personale o troppo impersonale… ecco, questi sono gli articoli da cui tenersi alla larga proprio perché sembra che siano gli editori in primis a non sapere come gestire l'argomento.
Raramente può accadere che gli articoli vengano rifiutati ma poi te li ritrovi comunque pubblicati senza averci guadagnato una lira.




E i diritti d’autore?

Non esistono.
Per ogni articolo che tu invii, devi confermare che non reclamerai mai i diritti e che riconosci che questi vengano ceduti all’editore.
Quindi, tu non sei più padrone del tuo scritto già una volta inviato; per cui, se un proofreader lo boccia ma l’editore in qualche modo lo ottiene e lo pubblica (senza che tu ci guadagni nulla), tu non puoi reclamare alcunché.


Ma i guadagni?
Minimi, spesso ridicoli.
Se ti dice bene, un articolo da 1300 parole (dove non vengono contate punteggiature, spazi, preposizioni, articoli, congiunzioni, frasi virgolettate o tra parentesi) ti viene pagato € 20,00.
Per scrivere un articolo simile occorrono circa 4-6 ore, tra varie ricerche, la stesura e la correzione.
La maggior parte delle volte scrivi articoli di 800 parole per 5-6 €.
Questi sono i guadagni. Ci si tira su uno stipendio?
Dipende dal tuo tempo e dal tuo amor proprio.
Se hai tanto tempo e non hai problemi a farti anche il sangue amaro, puoi tranquillamente mettere in piedi un’entrata di circa 300/400 € al mese.
Ne vale la pena? Datevi da soli una risposta.



Che dire?
L'esperienza di Denny si somma a tante altre cose analoghe lette in giro (interessante questo post di Penna Blu).
Scrivo sul web da circa venti anni senza aver mai visto una lira; senza aver mai voluto imputtanire il mio blog con inserzioni pubblicitarie che portano pochi spicci.
Lo faccio gratis, per passione.
Ovviamente, se dovessero offrirmi dei soldi per quel che già faccio, ben venga.
Ma intanto, continuo così.


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