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[FILM] The Batman, la recensione (no spoiler)

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Nuovo film su Batman, che stavolta per distinguersi da tanti illustri predecessori guadagna l'articolo riprendendolo dal nome originale del personaggio.
Ecco quindi The Batman, di Matt Reeves.
Non è chiamato a distinguersi solo nel nome, ma anche nella sostanza: non può assomigliare troppo al Batman burtoniano, né a quello schumacheriano, né a quello nolaniano e nemmeno a quello del DCEU.
E allora Reeves scrive (con Peter Craig) un Batman che cerca tutti i punti focali del personaggio; alcuni li centra in pieno, altri meno.
Ma dirige, di fatto, un buon film.

L'apocalisse su Gotham, una Gotham oscura e corrotta.
Un piano criminale elaborato e sanguinoso: dietro c'è il misterioso Enigmista, che si muove nei meandri di un (deep) web impalpabile.
Ma c'è anche una città piena di altri loschi personaggi, come i mafiosi Carmine Falcone e Sal Maroni, oltre che figure al livello del Pinguino.
Soldi, droga, potere e controllo sulla città.
Con radici nel passato e gli effetti nel presente.
E nel mezzo, la gatta e il pipistrello; il commissario, il sindaco, il maggiordomo.





The Batman si muove ibrido tra generi e spiriti batmaniani; in continua ricerca di una propria identità e di una propria estetica, le trova in alcune azzeccatissime scene (l'alba sui cornicioni, l'inseguimento in auto, la lotta nel corridoio) e arranca volutamente nel vuoto oscuro del resto.
Pattinson non è Bruce Wayne: è solo Batman.
Bruce Wayne quasi non esiste, risucchiato da quel vuoto oscuro che si cerca di colorare con orizzonti rosa/arancio e il bagliore delle esplosioni.






The Batman propone tra le migliori Gotham City di sempre (molto fedele a quella del fumetto, tra grattacieli e palazzi classici, torri e gargolle), spesso piovosa, sempre umida, sicuramente opaca.
Ottima la scelta di alcune location, come la centrale di polizia.
Non solo: c'è molta indagine, in questo film.
Un Batman poliziesco come non si vedeva da tempo, con la GCPD sempre presente sulle scene del crimine. Tra vendetta e speranza, si scava nel passato in una città che non si sa mai se voglia essere salvata davvero o preferirebbe attorcigliarsi eternamente su se stessa.






Ha qualche tocco noir, questo The Batman; il protagonista è un'ombra svuotata di tutto, a partire da una vita normale.
Un'ossessione con pochi spiragli di sentimento.
Le figure di Alfred, Gordon e Selina sono come nuovi piccoli fari per l'Uomo Pipistrello, ognuno a suo modo, e non per forza liberatorio.
Essendo una (ennesima) rivisitazione, The Batman cambia un po' di cose rispetto ai canoni originali (QUI la storia completa di Batman), inventando intrecci e legami; lo facevano anche tutti gli altri film quindi ci sta.
Catwoman diventa -per la terza volta nella storia telecinematografica del personaggio- nera: è interpretata da Zoë Kravitz, che ci fa pure il pippone sull'intoccabilità del potere bianco ai vertici di Gotham. Marchetta politica a parte, è in parte.
Stessa sorte re-color per Jim Gordon, che prende volto e baffi di Jeffrey Wright.
Tuttavia, questi cambi etnici non si notano e non danno fastidio, nonostante sappiamo tutti perché vengano realizzati.





Colin Farrell è un unticcio e sguaiato Pinguino, che presto avrà uno spin-off tutto per sé.
John Turturro è il boss Falcone.
Robert Pattinson ci dona un Batman granitico, militaresco, dai movimenti sinuosi come quello di Keaton ma anche con le modernità degli ultimi uomini pipistrello cinematografici.
Anima in pena, fantasma irrisolto, spettro di se stesso (e capelli terribili che pare la Madonna dei Pioviccichi): un Bruce giovane, da soli due anni nei panni del vigilante.
The Batman guarda anche ovviamente ai fumetti, e i fan DC potranno ritrovarci qualcosa di alcune grandi saghe sull'Uomo Pipistrello.





Musiche di Michael Giacchino, tra marcia e un rincorrere vagamente temi legati a Batman nell'immaginario sonoro collettivo, rispecchiano lo stile del film: è un Batman che sa di non poter essere fumettistico, deve essere realistico ma vuole nemmeno legarsi all'attualità come fu per la trilogia di Nolan.
Una doppia vita che a volte stride un po' (specie nell'arzigogolato piano dell'Enigmista e in ciò che ne consegue), ma che ci regala quasi tre ore che passano via veloci.




Il problema è che Batman meriterebbe più di infiniti progetti cinematografici che partono, chiudono, ricominciano. Sebbene qui ci sia, pare, volontà di esplorarne il mondo, anche l'opera di Reeves non è che una rilettura del mito.
Di certo superiore ai fratellini cinecomics del DCEU, però butta anche un occhio a loro e non se ne discosta totalmente come fece Joker (QUI la recensione).
Quello che ci vorrebbe davvero per sviluppare un personaggio così è forse una serie tv, come ad esempio Batwoman (vedi QUI).
Insomma, The Batmanè un buon film, ma non il top.

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