Ciao Clockers!
Come sapete, durante tutto il lockdown mi sono tornati in mente tanti ricordi del passato. Emozioni e sensazioni specifiche che ho trascritto e mi va di condividere con voi.
Oggi parliamo di pranzi domenicali, i pranzi a casa dei miei nonni paterni.
E dedico questo post proprio alla mia nonna pugliese, che mi ha lasciato qualche giorno fa.
Ecco i miei ricordi a riguardo!
Abbiamo già ricordato
- l'inizio delle collezioni di fumetti o riviste (QUI)
- la nostra casa di mattina (QUI)
- il gioco delle pubblicità televisive fatto coi miei fratelli (QUI)
- la bellezza delle feste in casa (QUI)
Prima che il caldo lo permettesse (e ci si trasferisse a passare le domeniche nella casa in campagna), nell'autunno più freddo, nei mesi invernali e durante le giornate ancora non belle di primavera, la domenica significava quasi sempre pranzo a casa dei nonni paterni.
Un rituale che riuniva la famiglia dalla tarda mattinata fino alle prime ore del pomeriggio, passando insieme la giornata.
Che iniziava, fino alla mia cresima (QUI) con la messa domenicale.
Per me questo era un momento di svago perché subito dopo l'impegno cristiano restavo un po' in giro con gli amici, tra patatine, cabinati di videogames, figurine Panini o stickers, edicola, passeggiate.
Verso pranzo si andava dai nonni; i genitori e i fratelli più piccoli erano già lì.
Anche io ero già lì se in televisione c'erano il Disney Club o Che fine ha fatto Carmen Sandiego?.
Appena prima di metterci a sedere, c'era il momento Famiglia Cristiana: cercavamo la pagina de I fatti della settimana per leggere curiosità e disgrazie (finite bene).
Il pranzo prevedeva solitamente sugo di carne, ragù.
Se il caminetto era acceso, ciò significava brace e quindi salsicce, arrostite rigorosamente da zio; altrimenti altro.
Per finire c'era sempre un dolce, magari le paste prese al bar.
Poi il caffè, ma sempre dopo che tutto era stato sparecchiato e pulito.
Solitamente si aspettava un'oretta, il tempo del pisolino pomeridiano di nonno, per berlo.
Nel frattempo io, coi miei fratelli e le mie cugine (e cugini di secondo grado in caso di ospiti e pranzi "allargati"), facevamo vari giochi, o leggevamo vecchi libri dei nostri genitori (tra cui l'enciclopedia de I Quindici).
In sala, oltre a far rumore al pianoforte, giocavamo a rincorrerci o a nascondere oggetti tipo caccia al tesoro.
Una volta cresciuti, andavamo a ripescare libri su cronaca e folklore locale, per discutere su ciò che c'era scritto...
Nel primo pomeriggio, mentre su Raiuno imperversava Domenica In, poco a poco andavamo via, tornando verso casa e verso le altre cose da fare nell'arco della giornata.
Voi che ricordi avete dei pranzi domenicali?