Adoro i film "brutti", mentre odio i film brutti e pretenziosi.
Acque profonde, che arriva su Amazon Prime a due anni dalla lavorazione, rientra in questa categoria.
Non si salva con la presenza dei pur bravi Ben Affleck e Ana de Armas.
Non si salva neppure con la mano di Adrian Lyne.. alla regia, che ai tempi firmò cult come Flashdance e 9 settimane e 1/2.
Basato sull'omonimo romanzo del 1957, sposta tutto ai giorni nostri.
Lui è un genio che ha venduto un microchip al Governo, e ora campa di rendita passando le giornate tra bici e lumache.
Lei fa la gran signora, tra feste e bella vita, alternando tutto questo col ruolo di madre premurosa.
Lei non perde occasione di fare la civettuola con altri uomini (meglio se giovani) e anzi di averli come veri e propri amanti.
Lui sembra lasciarla fare, ma soffre molto questa situazione che pure sembra essere presa di comune accordo.
Qualche tempo prima, però, uno degli amanti di lei è sparito. E lui dice che lo ha ucciso, per scoraggiare altri nuovi avventori.
Quale sarà la verità?
Acque profonde vuol essere un thriller sensuale, ma le forme della De Armas non bastano (peraltro, non ci si ritrova nemmeno la classe che poi la donna avrà in 007 No time to die).
Vuol giocare a fare Gone Girl - L'amore bugiardo, sin dalla fotografia bluastra e avvolgente (e condividendone l'attore protagonista).
Ma non basta nemmeno questo.
Parte bene, parte elegante, parte intrigante.
Ha un certo fascino, all'inizio, quando si gioca con le possibilità, sul filo di ogni verità.
L'effetto thriller si mantiene vivo per tutta la prima parte del film, conturbante e carica di ossessioni.
Ma quando un altro cadavere viene rinvenuto, ecco che Acque profonde scarrella, dapprima scricchiolando, poi affogandosi nella banalità di messe in scena illogiche.
Non riesce a tenere la strada, anzi forse a indicarne qualcuna pur vagamente.
Non suggerisce ipotesi né verità.
Ci prova, a mantenere salda la sua eleganza e a mantenere quell'effetto ossessivo (sguardi, lumache, frasi a mezza bocca...), ma poi i personaggi si muovono casuali, non rispondono alle loro motivazioni, non sanno più cosa fare e perché, trovandosi senza motivo in luoghi (anche dell'anima) che non avrebbero senso in una trama più precisa.
Una buona occasione sprecata; si salvano il primo tempo, l'ambientazione e la meravigliosa scena con la de Armas che intona la contiana Via con me strimpellandola al pianoforte.
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