Il 19 aprile 1987, all'interno del The Tracy Ullman Show, debuttarono I Simpson: corti animati da un minuto, mandati in onda durante gli intermezzi pubblicitari, che anticipano di oltre due anni la nascita della serie vera e propria.
Ma, quel giorno di trentacinque anni fa, non nacquero solo Homer, Bart & co.: nacque una nuova concezione dell'animazione, che poteva spingersi un po' più in là e diventare satirica, scorretta, sboccata.
Non che l'animazione per adulti non esistesse già: prendiamo ad esempio i due film su Fritz il gatto di Robert Crumb, oppure il cult Heavy Metal (QUI), o l'esperimento Pink Floyd: The Wall, o Heavy Traffic, American Pop...
Però, con l'arrivo dei Simpson in TV, si aprirono le porte alla serialità animata, sitcom a cartoni animati destinate a un pubblico più adulto.
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i primi Simpsons, 1987 |
Il successo di questo tipo di serie iniziò a diventare popolare proprio quando, nel 1989, I Simpson arrivarono col loro show in prima serata, dopo due anni di cortometraggi.
Negli anni '90 si iniziò a pensare all'animazione seriale in modo diverso: anche i programmi rivolti a un pubblico giovane divennero più smaliziati, forse tentando di inseguire il modello giapponese.
Pensiamo a Batman The Animated Series (QUI) e al relativo film La maschera del Fantasma; ma anche alla nuova svolta di opere Warner Bros. e Disney come I favolosi Tiny, gli Animaniacs, Raw Toonage, tutte ricche di brio e senza freni.
Lo stesso Disney Afternoon dovette aggiornarsi, in quel decennio, proponendo show più maturi (vedili QUI tutti) come i Gargoyles.
In quest'ottica si potrebbero collocare serie come I Rugrats e Doug, ma soprattutto The Ren & Stimpy Show (1991) e Tex Avery Show (1997).
Il primo, arrivato parzialmente in italiano su Raidue, presentava le storie di un chihuahua schizoide e di un gatto tonto: black humour, allusioni e scorrettezze erano all'ordine del giorno. Nuove puntate andranno poi su Spike TV, assieme alla Stripperella di Stan Lee.
Pure la Disney lo inseguì con i 13 episodi del suo demenziale Annibale e Cannibale (1995).
Tex Avery Show, più "innocente", arrivò su Italia 1 nel 1999 e presentava segmenti animati coi personaggi dell'artista Tex Avery.
Cartoon Network, che si era lanciata in novità anche grafiche come Samurai Jack, Johnny Bravo, Il laboratorio di Dexter e altri, nel 2001 lancia la sezione Adult Swim.
Qui troveranno casa una lunga lista di titoli destinati a un pubblico più adulto; prodotti sperimentali e spesso trasgressivi, oltre che personaggi del passato come Rocky e Bullwinkle.
Gli Oblongs, God, Devil and Bob, King of the Hill, Bob's Burgers sono tutte passate in syndacation su questo canale, di cui però in Italia non è mai esistito un vero e proprio corrispettivo.
Robot Chicken (2005), in stop-motion, è invece una parodia di serie, film, prodotti famosi.
Dirette discendenti dei Simpson sono serie come I Griffin (1999), American Dad! (2005), The Cleveland Show (2009): tutte ideate da Seth McFarlane, ripropongono il modello di famiglia americana disfunzionale.
Nel 1997 arriva invece South Park, di Matt Stone e Trey Parker: il duo è capace di oltrepassare i limiti entro cui, fino a quel momento, la serialità animata per adulti era rimasta.
Bambini sboccati e situazioni scorrettissime sono alla base del successo di questa serie.
MTV non stette certo a guardare questa nuova ondata, anzi ne fu protagonista: proprio durante gli anni '90 propose il piacevolmente volgare Beavis and Butt-head (1993), show con due protagonisti adolescenti slabbrati e perdigiorno.
Spin-off di questo cartoon è un altro classico del canale: Daria (1998).
Storia dell'intelligente studentessa amica del duo, prende una strada tutta sua con nuove avventure tutte incentrate sul cinismo della protagonista.
Il primo esperimento del canale musicale fu però con i corti di Æon Flux, nel 1991 e 1992.
Nel 1995 questo titolo divenne una vera e propria serie televisiva animata, simbolo di una MTV che voleva sperimentare nuovi linguaggi.
La serie in stop-motion Celebrity Deathmatch (1998) frulla miti della cultura pop mettendoli sul ring di un match di wrestling.
In Italia, su MTV, abbiamo visto anche altre serie che in patria erano trasmesse altrove: è il caso di The Boondocks (2005), cult sulla minoranza afroamericana.
Proprio da noi si è creata nel tempo un'apposita fascia oraria per la trasmissione di tali programmi: inizialmente la serie de I Simpson andava in onda dopo Buona Domenica su Canale 5, oltre che per un periodo anche su Junior TV, prima di ritagliarsi lo spazio che ancora oggi è riservato a questo tipo di cartoni animati.
È l'ultimo slot del lunchtime di Italia 1, infatti, a ospitare (e ad aver ospitato) alcune serie di questo genere, come Futurama (di Matt Groening, come I Simpson).
Futurama stesso debuttò però di sera con la versione censurata di South Park, a cui però venne riservata la trasmissione in terza serata.
Italia 1 ha anche proposto alcuni di questi titoli nel preserale, e oggi -senza censure- nelle ore serali/notturne.
Non tutte queste opere hanno funzionato, a dire la verità: recente è il flop di Duncanville (2020), spostato poi in seconda serata; successe una cosa analoga con Duckman - Papero Maleducato (1994), trasmesso per soli sei episodi e poi ripreso tre anni dopo sul canale Italia Teen Television (QUI).
Certo appare chiaro il diverso trattamento riservato alle serie statunitensi rispetto a quelle giapponesi: nonostante la censura possa colpire i prodotti di entrambe le nazionalità (ne abbiamo parlato QUI), in Italia hanno voluto distinguere per fasce orarie solo i programmi d'animazione statunitensi.
I servizi streaming attuali hanno offerto e continuano a offrire tanti prodotti di questo genere: serie animate per adulti sorgono continuamente su ogni piattaforma.
Il cavallo antropomorfo BoJack Horseman, il fantasy groeninghiano Disincanto, i ragazzini in pubertà di Big Mouth, i viaggi spaziotemporali di Rick and Morty sono solo alcuni esempi di come l'animazione seriale americana per adulti goda di grande salute, assieme al politicamente scorretto di cui negli anni si è fatta fiera portavoce.
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