Ciao Clockers!
Come sapete, durante tutto il lockdown mi sono tornati in mente tanti ricordi del passato. Emozioni e sensazioni specifiche che ho trascritto e mi va di condividere con voi.
Oggi parliamo di quella volta in cui mi sono fatto male sul serio, una delle primissime volte: mi spaccai l'orecchio.
O, per meglio dire, mi fu spaccato. Vi racconto tutto allegandovi anche le foto del luogo dove tutto avvenne!
Abbiamo già ricordato
- l'inizio delle collezioni di fumetti o riviste (QUI)
- la nostra casa di mattina (QUI)
- il gioco delle pubblicità televisive fatto coi miei fratelli (QUI)
- la bellezza delle feste in casa (QUI)
- i pranzi domenicali a casa di nonna (QUI)
La gelosia, tutto nascerebbe da qui.
Per stessa ammissione di chi compì l'atto.
Avevo tre anni, era quasi estate, e mi trovavo a casa della mia prozia, precisamente nella cameretta della cugina di mia madre.
Lei era sdraiata sul letto, coperta da un lenzuolo leggero, e io tenevo un quaderno aperto accanto a lei, e ci disegnavo sopra.
Ero inginocchiato di lato al letto; poi d'un tratto ricordo chiaramente che lei sollevò la gamba facendo tipo gancio, e mi spinse contro il comodino: colpii lo spigolo con l'orecchio (poteva andare molto peggio).
Ovviamente mi misi a piangere e urlare per lo spavento; il dolore non lo ricordo (ma mi parve di sentire freddo); i miei prozii accorsero e mi portarono nel bagno, e da lì ricordo solo tantissimo sangue nel lavandino.
Poi ho dei vuoti.
I ricordi mi tornano con mio zio che corse da casa nostra, e con mia mamma andammo dal medico per mettere (tre) punti.
Un particolare che non mi ha mai abbandonato: mentre il dottore mi medicava e mi metteva i punti, io pensavo al termine "pera". Chissà perché.
La cugina di mia madre, che all'epoca era una ragazzina, ammise in un secondo momento di avermi colpito di proposito, probabilmente mossa dalla gelosia: da quando ero nato io, non era più lei la più piccola in famiglia e le attenzioni si erano spostate su di me.
Di certo con un'azione del genere peggiorò notevolmente le cose, visto che poi davvero tutti stavano appresso a me.
Che volete farci, un re deve affrontare anche contrattempi di questo genere...