Diabolik e Eva hanno un conto in sospeso con la Testa del Drago da diverso tempo: in un albo del 2005 non riuscirono a rubare il prezioso gioiello, e in un albo del 2020 lo stesso fu usato per attirare i due criminali in trappola.
Nel numero di giugno, che porta come titolo proprio il nome del bottino che Diabolik intende rubare, la questione si riapre.
E sarà uno scontro con Ginko.
Avventura classica, quella messa in scena da Pasini, Lotti e Mainardi: una sfida tra Ginko -determinato a mettere al sicuro la Testa del Drago, con un trasporto costruito ad hoc- e Diabolik: ovviamente il ladro vuole impossessarsi del gioiello che più volte gli è sfuggito.
I personaggi secondari sono tutti di contorno, in questo albo: l'attenzione è tutta sull'ispettore e i due criminali, che cercano di prevedersi le mosse reciprocamente.
Con qualche sorpresa.
Diabolik può passare solo calandosi da una canna fumaria di un impianto chimico perlatro sempre in funzione: come farà?
Ginko ha previsto anche questo?
Come finirà questa partita?
La Testa del Drago ce lo racconta in 120 tavole di azione e ribaltamenti, dove le contromosse sono l'unica determinante.
Disegna Muscatiello, che ripropone i suoi tanti dettagli e quel sapore retrò però qui più morbido e non sempre fotorealistico.
L'albo, che prosegue senza particolari guizzi ma risulta una lettura comunque piacevole, ha in più altre 16 tavole per ricordare i cento anni della compianta Angela Giussani: un vero e proprio album fotografico di un'Italia che fu, di una vita che fu, con la creatrice di Diabolik anni luce così avanti a tutti, specie alle femministe isteriche dell'ultima ora.
Da prendere anche solo per questo.
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