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[MUSICA] Aserejé (Las Ketchup, 2002) tra strane accuse e significati reali

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Quando Aserejé uscì nell'estate del 2002, divenne immediatamente un successo planetario.
"La nuova Macarena", grazie a un balletto dove si agitavano un po' le braccia: altrove saresti stato scambiato (giustamente) per subnormale, ma il brano delle Las Ketchup era destinato a diventare un tormentone istantaneo. Costruito per essere tale.
E dietro si portò anche varie accuse di matrice esoterica.
Comunque, ancora in pochi sanno di cosa parli davvero; ancora in pochi sanno cosa significhi quel ritornello che faceva "aserejé ja de jé...".



           



DI COSA PARLA IL BRANO
Conoscete l'inglese?
Penso che in pochi conoscano bene questa lingua, ma penso anche che, da bambini, tutti fingevamo di conoscerla, cantando comunque dei brani e storpiandoli con parole a caso.
Ed è questo il senso di Aserejè: il Diego della canzone è un tizio che non conosce l'inglese, e quando il disc jockey gli mette il pezzo che più ama, lui può solo storpiarlo cantando frasi senza senso...
Il brano in questione è l'arcinoto Rapper's Delight dei The Sugarhill Gang, uscito nel 1979:


           



Che, a un certo punto, recita:

I said a hip hop the hippie the hippie
to the hip hip hop, a you don't stop
the rock it to the bang bang boogie say up jumped the boogie
to the rhythm of the boogie, the beat 

Ma che il nostro Diego riporta appunto come:

Aserejé ja de jé de jebe
tu de jebere sebiunouva
majabi an de bugui
an de buididipí
Tutto qui.
Ecco di cosa parla Aserejé (o, per meglio dire, I said a hip).
Semplice e anche geniale, a modo suo.



LAS KETCHUP

Certo pare strano che una prima canzone di tre sconosciute (che torneranno a essere tali dopo i Festivalbar del 2002 e qualche altra apparizione estera) sia diventata un successo mondiale.
Com'è possibile?
Chiaro gioco di marketing, ovviamente.
E loro tre, queste Las Ketchup, chi sono?
Figlie del pomodoro. E non è una battuta: sono le tre figlie di El Tomate (Lola, Pilar e Lucia, a cui poi si aggiungerà Rocio), tutte bellissime e spendibili per questo progetto musicale che le porterà anche a rappresentare la Spagna all'Eurovision del 2006.
Il papà è tale Juan Manuel Muñoz Expósito, famoso musicista di flamenco.





LE ACCUSE DI SATANISMO

Un successo studiato, immeritato e calcolato non può che scatenare complottismi vari (lo abbiamo visto con la questione dei Puffi e i Testimoni di Geova).
E così, di Aserejé viene detto di tutto: il ritornello, che appunto non è che una sequela di parole inventante e senza senso, sarebbe invece una formula magica.
O peggio, una preghiera a Satana.
Aserejé viene pensata come parola che sta per lo spagnolo a ser hereje (a essere un eretico); Ja viene intesa per essere la prima lettera del nome di dio Jehova; poi un paio di frasi (effettivamente ambigue) sono passate al setaccio e rese come se il loro significato fosse in realtà tutt'altro.

La prima è Y donde más no cabe un alma (cioè "e dove non c'è più posto per un'anima"), che viene immaginata riferirsi all'inferno; la seconda è toca el himno de las 12 (cioè: "suona l'inno delle 12"), che viene reinterpretata come fosse un'intonazione satanica di mezzanotte.
Certo è che pure la copertina dell'album non fa che alimentare le voci, con un bel 666 piazzato in faccia a tutti.

Che poi sì, è un ρρρ, ma nell'ottica dei messaggi subliminali non conta: l'essenzialeè avere il "marchio", pur specchiato o capovolto.
Fidatevi di uno che lo ha nel logo del blog.





Insomma, la fantasia delle teorie cospirazioniste si scatenò, complice appunto questo immediato clamore ottenuto da tre sconosciute.
Ma sapete come funziona, no?
Senza scomodare l'inferno, il diavolo è nel marketing, e bisogna farsi riconoscere in qualche modo per permettere che un progetto possa decollare.
Alla faccia dell'inglese storpiato da Diego.

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