Secondo dei tre albi che costituiscono la "trilogia del sessantennale", che si concluderà il mese prossimo coi festeggiamenti per i primi 60 anni del Re del Terrore, questo Prossimi alla fine ha il compito di tenere incollato il lettore facendo da ponte tra l'albo iniziale e l'albo finale della storia.
Il disegno ci mostra chi si nascondeva sotto al lenzuolo funebre della copertina precedente: il cadavere di Diabolik, o almeno così pare.
Come staranno le cose?
DOVE ERAVAMO RIMASTI...
Diabolik e Eva tentano un furto al faccendiere Baumann, ma tutto va storto e l'uomo si barrica in casa aumentando i controlli e la sorveglianza.
Per i due ladri forse è meglio far calmare le acque prima di ritentare, e così si concedono una vacanza in uno di quei luoghi dove nessuno li conosce.
Invece il giornalista clervillese Giacomo Preston è proprio lì per lavoro, e denuncia immediatamente Diabolik e Eva, che vengono fermati dalla polizia locale.
In realtà il capo d'accusa è minimo, non avendo commesso reati gravi in quella nazione, e i due sperano di cavarsela con l'aiuto di un avvocato (e grazie ai cattivi rapporti diplomatici tra lo stato di Capomar e Clerville).
Ma in carcere, Diabolik viene sgozzato da una guardia, che inscena il delitto facendo ricadere la colpa su un galeotto. È tutto un piano del Re del Terrore? E come si staranno svolgendo davvero le cose?
Prossimi alla fine è un albo sensazionale.
È tutto dedicato a Ginko, con Diabolik e Eva grandi assenti di cui non si sente l'assenza, grazie a una sceneggiatura sapiente (firma Tito Faraci).
Ginko e il suo rapporto con Diabolik. Ma anche Diabolik e il suo rapporto con Ginko.
Ora che il criminale è morto, cosa resta all'ispettore?
L'albo è solido, solidissimo, e affronta con logica ogni aspetto: a Ginko non la si fa facilmente, e il poliziotto si domanda se il cadavere sia davvero quello del suo acerrimo nemico; chiede di controllare se magari il corpo possa indossare una maschera di plastica. Non si arrende.
E indaga.
Indaga per sé, perché se Diabolik fosse morto non gli rimarrebbe che combattere un crimine comune, volgare; indaga perché il suo senso di giustizia è così forte che vorrebbe lui stesso dare giustizia ai suoi rivali di sempre.
Lui vuole sì vincere la sua partita contro Diabolik, ma legalmente, vedendolo condannato in un tribunale.
Non gli piace che tutto sia finito così, in uno stato dove la corruzione è alle stelle e si intuisce che qualcosa non quadri fino in fondo.
Prossimi alla fineè infatti la lunga indagine di Ginko, tra interrogatori e confessioni, giri anche pericolosi e testimoni.
Perché è chiaro che c'è un quadro dietro, e non si capisce se tutto parta da Diabolik o lui stesso è rimasto vittima degli eventi proprio durante una sua messinscena.
Sono le domande che il lettore si pone sin dal mese scorso (perché, ovviamente, Diabolik non può certo essere morto...) e si ragiona su come possano essere andate le cose.
E quando pensi che magari il criminale stava impersonando un dato personaggio, ecco che così non è.
Ma Prossimi alla fineè anche metanarrativo, racchiude il senso stesso di Diabolik testata e personaggio.
Parla ai lettori, ed è la voce degli stessi; del cosa rappresenta Diabolik, perché piace ai suoi fan nonostante sia un criminale che ruba e -soprattutto- ammazza anche gente innocente.
I disegni di Riccardo Nunziati e le chine di Jacopo Brandi regalano tavole ricche di dettagli e primi piani evocativi.
Il soggetto di Mario Gomboli (da un'idea di Alfredo Castelli) si conferma intrigante e scorre via senza intoppi, lasciando per la seconda volta col fiato sospeso.
Appuntamento a novembre, per i sessant'anni del nostro giovanotto, con la conclusione di questa saga. Perché, comunque, tutto ha una fine.
Io vi aspetto anche con un articolo inedito, su Diabolik e i suoi parenti, che ho firmato per il nuovo numero di Diabolikando.
Il magazine sarà presentato al Romics.
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