Come abbiamo già detto più volte proprio qui sul blog, è in corso un nuovo boom di fumetti giapponesi, una vera e propria nippomania da considerarsi a tutti gli effetti una nuova "invasione" (QUI la storia dei manga in Italia).
Di recente, un paio di curiosi episodi tutti tricolore ci spingono forse a una riflessione più profonda, e ci dicono ancora una volta di più che è impossibile (se non stupido) evitare o ignorare il passato...
Sulla nuova ondata manga, esplosa del tutto durante il lockdown e oggi diventata una conclamata passione, mi ero già parzialmente espresso: per me si tratta di una bolla, peraltro solo in parte "consapevole" come invece lo fu l'invasione di fine anni '90 / inizio anni 2000.
Solo in parte, perché coinvolge generazioni giovanissime che -un po' per loro natura, un po' per le differenze mediatiche- non conoscono il passato, i classici o i filoni di derivazione.
Una moda, quindi, principalmente.
Forse una bolla, come ho detto parlando di riviste (QUI il post).
Però una moda che funziona, senza ombra di dubbio: i manga sono l'articolo più venduto nelle librerie, e grandissimi editori hanno iniziato a interessarsi seriamente al fumetto, addirittura acquistando case editrici che pubblicano da anni questa espressione artistica.
Quindi, il mercato c'è; richiede e viene accontentato, generando profitti.
Una moda, dunque, ma senza dubbio anche una passione (per crescere e scoprire di più, speriamo, ci sarà tempo...).
Qualcosa di particolare è successo con un'intervista a Lorella Cuccarini, in occasione della scomparsa di Maurizio Costanzo.
La showgirl, ricordando il giornalista, trasmette con uno sfondo strano: quello degli scaffali manga di una libreria.
Non un mobile di casa, non roba dei suoi figli, ma proprio un angolo di un negozio.
Ovviamente non è indicativo di nulla, è un mero caso, ma buffo almeno per la scelta e per la situazione.
Interessante e amaro invece il caso della lettera di una mamma, inviata alla rivista <<Gente>>.
Ancora più amara la risposta ricevuta dal direttore della stessa.
La donna dice che i figli le fanno spendere uno sproposito per i manga; si lamenta della stranezza della lettura al contrario; si stupisce della loro massiccia presenza in libreria e chiede come può convincere i pargoli a impegnarsi in "letture più educative".
Umberto Brindani risponde: "se scopre come fare, me lo faccia sapere, per favore. Ho lo stesso problema...".
Qui si aprono parentesi multiple.
Innanzitutto dal passato: a ogni invasione manga/anime c'è sempre stato chi, a un certo punto, ha "gardato storto" questo intrattenimento.
Violenti, diseducativi... sentiamo questa solfa dai primissimi anni '80, continuando negli anni '90 e anche nei 2000. Con casi assurdi come Ken il guerriero e i sassi dal cavalcavia (vedi QUI) o Sailor Moon e la confusione sessuale (vedi QUI).
Una mera lettera non crea certo chissà quale movimento contrario o indignato, ma testimonia una chiusura non indifferente.
Alla faccia di chi, quando una recente rivista ha pubblicato una retrospettiva su ciò che si diceva di anime e manga quarant'anni fa, ha sbeffeggiato la non attualità di certi articoli.
Eh già, evidentemente la questione è ancora attuale, perché se i fumetti e i cartoon giapponesi sono sdoganati su più livelli e finalmente si è anche capito che non sono solo robe per bambini, qualche persona ignorante o sbadata (e chissà, forse in qualche caso anche maligna...) non ha ancora capito bene.
Per alcuni, i manga sono ancora fumetti erotici, se non porno; sempre violenti (ma perché); strani.
A volte anche pericolosi, come lasciava intendere un articolo apparso a luglio 2022 su <<Cronaca Vera>>, parlando di un criminale (e accomunando i manga a veri e propri reati):
Per assurdo, lo stesso settimanale poi dedicava due pagine, in ogni numero, all'arte del fumetto e ai grandi titoli di quest'espressione.
Dunque, seppur non (ancora?) come negli anni '80, '90 e 2000, un problema c'è.
La mamma preoccupata, e Brindani, non sono contenti che comunque i figli leggano qualcosa; non immaginano che ci sono fumetti di gran lunga superiori a tanti libri (così come ci sono fumetti brutti, ovviamente); vorrebbero letture educative considerando dunque i manga come qualcosa che non lo sia.
Ma dov'è la verità? Si tratta di una moda? Una bolla?
Letture edificanti o semplice intrattenimento? La nuova ondata è "consapevole"?
Parliamone.
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