Ricordate i tempi d'attesa?
No, non quelli che ancora abbiamo da adulti, ma quelli che vivevamo da piccoli.
Le situazioni erano tante, disparate.
Non so perché, ogni tanto mi torna in mente tutto il tempo passato ad attendere qualcosa, qualcuno.
Ad annoiarmi...
Si poteva dover attendere che un amico venisse a giocare a casa nostra: quell'ora sembrava non arrivare mai, e tutti i minuti che portavano a quel momento, mi apparivano sprecati.
Da piccoli si ha una percezione diversa del tempo, e ovviamente non si è in grado di gestirlo al meglio.
Ricordo poi soprattutto la noia, un "tempo sospeso", quando bisognava attendere le cose da grandi: tipo i genitori che facevano qualunque tipo di spesa nei negozi per me non interessanti (tipo boutique...), oppure quando ti trascinavano con sé dal parrucchiere (sembravano ore e ore, vero che una permanente e messa in piega duravano tanto, ma l'impressione era di perdere l'intero pomeriggio).
In attesa dal medico (qualunque, dal dentista al pediatra), con pareti bianche e luci asettiche, al massimo qualche rivista (da grandi, noiosa).
Lì, al massimo, si aggiungeva l'ansia del "tra poco tocca a me".
Momenti che non passavano mai.
Poi penso: ma oggi la gente si annoia ancora? Le sale d'attesa hanno un sacco di riviste, a volte anche fumetti, e pure robe adatte ai bambini.
Inoltre, non dimentichiamo il nostro cellulare, che ci permette di leggere o navigare, quindi "ammazzare il tempo" facendo qualcosa, sia di costruttivo sia meno.
Nessuno forse attende più nulla, adesso.
Si dice che l'attesa stessa è piacere, ma oggi la noia dell'attesa non esiste...
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