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[RIVISTE] Anime Cult 11: la recensione

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Mentre parte del web sembra tornata allo scorso marzo, dibattendo su un argomento già all'epoca sviscerato e non più in essere, Anime Cult si ripresenta in edicola con l'undicesimo numero.
Un numero secondo me in grado di far ricredere anche gli scettici (o a chi ha parlato del progetto dimostrando di non averlo mai neppure sfogliato, al netto di errori e critiche sacrosante); un numero dove io non sono minimamente presente (dopo le mie tante pagine del mese scorso...) e che quindi posso segnalare con un occhio più esterno.
Ecco cosa contiene (e com'è) il nuovo numero di Anime Cult.it!

Come sempre, diamo uno sguardo al sommario, anche questo mese ricchissimo di articoli e approfondimenti:



Fabrizio Ponciroli apre con un articolo leggero e particolare, diverso da quelli a cui siamo abituati: una simpatica carrellata di amori animati, ossia quei personaggi che ci hanno fatto battere il cuore durante le trasmissioni degli anni Ottanta.
La prima intervista del mese, a cura di Susanna Schimperna, è quella al doppiatore Davide Garbolino, voce di tantissimi protagonisti dell'animazione (Ash, Johnny, Nobita... giusto per citarne tre).





Per la panoramica sui fumetti italiani in stile manga è la volta di quelli che gravitavano attorno alla rivista Lodoss Magazine: un mondo particolare, raccontato da Alessandro Bottero, che oggi descrive chiaramente il boom giapponese dell'epoca con tanto di forti contaminazioni.
Ma c'è spazio anche e soprattutto per i supereroi... vedere per credere.
Sempre Bottero ci parla di Coccinella, anime "dimenticato" dai più.





Arriviamo al cuore di questa undicesima uscita: come ormai sapete, Anime Cult propone ogni mese - oltre agli articoli più svariati - un corposo dossier monotematico.
Questa volta tocca a Miyazaki e allo Studio Ghibli occupare le quasi quaranta pagine dedicate al nucleo principale.
E, davvero, si vola. Non solo perché c'è Miyazaki.
Andrea Mortati introduce lo speciale riassumendo le tappe (specialmente artistiche) della vita del Maestro. Poi, il dossier cede la parola a Luca Raffaelli, che in esclusiva per la rivista racconta i tre incontri avvenuti con Miyazaki in Francia (1993), Italia (2005) e Giappone (2014).
Per la prima volta, anche l'intervista integrale all'animatore, raccolta da Raffaelli all'epoca di Si alza il vento.




Mario Rumor analizza la rivista Animage, che ha da poco compiuto 45 anni.
Un approfondimento interessante e ricco, a cui si aggiunge (dalla stessa penna) anche quello sui lavori di Miyazaki per il piccolo schermo.






Dopo una dettagliata analisi dei film più importanti, si arriva alla recensione in esclusiva dell'ultima opera, Il ragazzo e l'airone, che noi vedremo a gennaio.
Grazie a Franca Zoli, che ha potuto vedere in Giappone il nuovo film del Maestro, Anime Cult apre anche alle ultime novità (senza tradire lo spirito originale della rivista), dimostrando di poter essere perfettamente attuale.



È un numero profondamente miyazakiano, questo (anche l'ultima pagina, quella delle recensioni fuori tempo massimo, è dedicata a una sua opera); capita a fagiolo, quindi, la seconda e ultima parte dell'intervista di Raffaelli a Gualtiero Cannarsi. Ci si concentra finalmente sugli adattamenti, sulle scelte e sui motivi dietro le stesse.
Ma si lascia spazio al confronto, invitando i lettori a dire la propria.
Non è da escludere, quindi, che si tornerà sull'argomento.






Ottimo come sempre lo spazio di Silvio Andrei: stavolta il ricordo di una gita di lavoro in Giappone si trasforma in un racconto di differenze culturali e censure.
Ancora interviste (evidentemente uno dei punti forti della rivista, anche se ogni tanto si generano incomprensioni e casini a riguardo): Emmanuel Grossi propone la prima parte (di tre) di una bella chiacchierata con Giorgia Passeri, oltre che quella con il musicista Aldo Tamborelli.






Giorgio Messina prosegue con le sue analisi delle serie robotiche storiche (è il turno di General Daimos) ma ci mostra anche i giocattoli dell'Arcadia di Harlock; per le figurine arriviamo al 1983 (con Lucy May e Spank): anche questo mese un portfolio immagini&parole di Vincenzo Perrone - editor della rivista - e Gianni Soru.
Facciamo infine un salto in Giappone per la festa settembrina dell'higambana, fiore raccontato da Fanca Zoli tra foto esclusive e scene tratte da alcune serie animate.






Chiude, come sempre, una sezione di recensioni (manga, anime, libri) e la pagina con le anticipazioni.
Questo numero di Anime Cult è sicuramente tra i migliori mai realizzati finora: posso dirlo proprio perché non vi ho scritto dentro nemmeno mezza parola, e forse sarà così bello anche per questo (ma torno, e in pompa magna, già nel prossimo!).
Battute a parte, ottima gestione dello spazio che riduce le recensioni finali e il sommario per garantire ancora più spazio agli articoli, alcuni dei quali attualissimi, con reportage dal Giappone.
Un numero dove si invitano i lettori, per ben due volte e in circostante diverse, a farsi sentire, a essere ancora più parte del progetto: è la rivista più approfondita sul mondo anime/manga, e questo numero lo dimostra con forza, lasciando intravedere anche possibilità future in strade ancora da percorrere.

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