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[RIVISTE] PSM 1: la recensione

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È tornata! A venticinque anni dalla prima volta, PSM - PlayStation Magazine vive un nuovo debutto nelle edicole italiane, guidata dai redattori originali e portando lo stesso identico mood del 1998.
Tutti consapevoli che, nel frattempo, le cose sono cambiate: l'editoria, le riviste e la stessa console Sony.
Ma PSM è qui, e ha ancora tanto da dire, perché non è solo un magazine (non lo è mai stato), ma un'esperienza avvolgente: continua a esserlo anche in questa rinascita, targata Sprea Editori.
Vediamo com'è.



Bimestrale, 114 pagine a colori, patinate e come sempre ricchissime di testo e immagini.
Il primo numero ha tanta carne sul fuoco, perfettamente cucinata: ecco il sommario, accompagnato dalla redazione, tra passato e presente:



Sul filo del viaggio temporale si gioca anche l'essenza stessa della rivista: non solo la PlayStation come oggetto di culto e piattaforma di titoli imprescindibili, ma anche la stessa PSM (ne parlammo QUI): pubblicazione storica, fondamentale, dirompente. Ha una vita che deve essere ricordata e raccontata, specie per comprendere dove siamo arrivati oggi.
La copertina, di Jacopo Camagni (che aveva già realizzato la cover di un numero del dicembre '99) richiama quella della primissima uscita di PSM. Nel 1998 dominavano le tonalità verdi, blu e gialle; nel 2023 andiamo su un rosso sgargiante che campeggia sul blu e giallo e sempre con Resident Evila fare da "primo impatto". Funziona, come allora.



La forza di PSM era infatti quella di essere frizzante, fumettosa, colorata. Perfettamente calata nell'estetica di quegli anni '90 tanto esplosivi, dove il divertimento dominava le nostre camerette e anche il Giappone era un posto esotico e cool (non per nulla, ci si trovava nel pieno di una nuova invasione anime/manga, in Italia).
PSM seppe catturare i feeling di allora, cavalcando il momento storico. 
Oggi la situazione generale non può essere la stessa, ma le sensazioni sono quelle: PSM è ancora -e questo nuovo primo numero (o primo nuovo numero?) lo dimostra- un aggregante.
Che riesce, come sempre, ad andare anche oltre la PlayStation in sé.






Torna anche Chibi-chan, la mascotte nerd/otaku che fu (ed è) protagonista delle pagine "nipponiche"; anche qui si ripercorre la storia della rivista e di tanti di noi.
Ma se il passato è protagonista (e non potrebbe essere diversamente, visto il culto attivo dei titoli della prima PlayStation), il presente non è da meno: le recensioni -lunghe e dettagliate- sono riferite tutte a titoli attuali, come Final Fantasy XVI o il nuovo Baldur's Gate (tutti giochi per PS4 e 5).





La rivista prevede un dossier centrale, per questo primo numero dedicato a Resident Evil e la sua storia, oltre che una lista di giochi a tematica horror che sono apparsi negli anni.
L'anteprima è invece dedicata a Persona 5 Tactica: in ogni numero una prewiev di un titolo di nuova generazione, sempre un po' particolare.




Seguono diverse pagine dedicate agli speciali: da quello sulla prima Play e le sue periferiche (e il fenomeno della pirateria), fino a una retrospettiva su Legacy of Kain; ma c'è anche spazio per casi strani, perle nascoste, giochi flop o brutti.




Le ultime pagine sono dedicate alla riscoperta di giochi cult, arcade ma anche a uno sguardo sui giochi di società legati a titoli videoludici.





Insomma, PSM è tornata davvero, nella sua forma più pura, dimostrando che può (e deve!) esistere anche in quest'epoca dove tutto è cambiato!
Come sempre, piccoli box, rubrichette, strips, classifiche, liste e tutto ciò che contribuisce a rendere immersiva una lettura.
Bentornati nel 2023, è come se non fossero passati venticinque anni.

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