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[tv] Squadra Antimafia chiude: per colpa di chi?

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L'ultimo episodio della storia di Squadra Antimafiaè andato in onda.
Certamente non previsto come series finale ma semplicemente come finale di stagione, ha lasciato l'amaro in bocca e ha chiuso una delle stagioni peggiori di tutta la saga.

Ma perché Squadra Antimafiaha chiuso prematuramente i battenti?
Qual è lo stato di salute della fiction italiana da tv generalista?

Cerchiamo di capirlo assieme e... attenzione agli spoiler presenti!

E' accaduto, purtroppo, quel che in tanti profetizzarono già tempo fa: Squadra Antimafia, serie di punta di Canale 5, ha chiuso prima del previsto (negli intenti, si sarebbe dovuti arrivare alla decima stagione).
Ha fatto la fine di Distretto di Polizia, una storia già vista.
Non tanto per un cast rinnovato quasi del tutto (con attori bravissimi come Ennio Fantastichini, Giulio Berruti, Davide Iacopini, Silvia D'Amico), ma perché i fan non hanno potuto salutare come si deve i vecchi beniamini. Gli amatissimi Rosy Abate e Calcaterra sono stati lasciati in un limbo ambiguo, e il solo Filippo De Silva non ha potuto reggere l'intera baracca (anche perché si è ritrovato con una trama assurdamente illogica sotto ogni profilo).



E' che la tirano sempre troppo per le lunghe: hanno lasciato sparsi infiniti misteri senza risolverne nessuno. Eppure ce lo avevano anche promesso, che questa ottava stagione sarebbe stata legata a tutte le precedenti; invece niente.
Ci chiediamo ancora quale sia il segreto di Claudia Mares, chi sia lo strano barbone apparso in una sequenza, o la vera sorte del figlio di Rosy (a cui probabilmente, almeno, risponderà lo spin-off in produzione).
E quindi ben venga lo spin-off, che almeno darà giusta conclusione perlomeno a una delle tante trame lasciate a vagare senza pace.


Squadra Antimafia 8, Il ritorno del boss
, è una serie scritta male. Non è chiaro se ci siano stati problemi a monte, in ogni caso tutto ciò che si è visto è privo di logica.
Tutto ciò che è stato messo in scena è proprio quello che uno sceneggiatorenon deve mai scrivere.
Perché la trama si è basata tutta sul caso; sulla vendetta di un boss che ha tessuto certe trame ma senza averle davvero in pugno (addirittura si lascia catturare sperando che non gli sparino: assurdo).
Sorvolando su dettagli comunque importanti (ad esempio, il boss in questione si è spacciato quarant'anni per un uomo che non aveva un dito, andando persino in carcere dove un segno distintivo simile dovrebbe essere riconosciuto; oppure ancora, la donna del boss lo tradì non curandosi assurdamente della sorte del suo bambino, salvo poi gioire nel ritrovarlo: what the fuck?), la serie ha avvisato segnali di stanchezza cronica.
E così, ormai da tempo, lo schema è sempre lo stesso: interminabili sparatorie dove guardacaso i protagonisti si salvano sempre e muoiono solo scagnozzi o poliziotti generici; posti di blocco che non bloccano affatto; la polizia che arriva sempre alla fine (addirittura quest'anno non ha praticamente alzato un dito, essendosi i mafiosi uccisi tutti tra loro).


Sarà che certe cose lo spettatore medio di Canale 5 non le nota nemmeno, bevendosi tutto e gasandosi per due inseguimenti o per la storiella d'amore.
Certo, Squadra Antimafia va nello stesso slot e sulla stessa rete di tanti prodotti da lobotomizzati. Ed è vero che il fan medio è medio anche di cultura e probabilmente di caratura mentale. Non mi spiego altrimenti come sia possibile che dopo otto anni, certa gente, nei commenti sulle pagine Facebook, possa ancora sbagliare a scrivere i nomi dei protagonisti: Marras invece che Mares, De Silvan al posto di De Silva, Giulia Michelin al posto di Michelini. Non ci vuole molto, eh. Ma poi leggi strafalcioni da pelle d'oca e allora sì, forse Squadra Antimafia si rivolge proprio a questo pubblico pacchiano e non è necessario nemmeno che sia molto curato come serial.

Ma è un peccato, perché si tratta dell'ennesima serie che parte bene, anzi benissimo, e viene lasciata a morire così, senza nemmeno assistenza.
In Italia c'è questo problema: salvo rari casi (che forse stanno fortunatamente aumentando) non si lavora bene sulla serialità. Non si pianificano le cose, non c'è un modello di scrittura che guarda al futuro. Ogni anno si riparte da zero, e poco importa se De Silva nella seconda stagione parla con sua madre al telefono e nell'ottava scopre di avere una madre dal nulla.


Poi, il vizio di lasciare sempre tutto fumoso o in sospeso. Non che i cliffhanger siano un male, ma almeno se ne pretende una risoluzione! Invece niente, lo stesso De Silva un anno fa lavorava per "gente" in alto guidata da un certo Mr. Smith, ma in questa stagione di costoro nemmeno l'ombra.
Calcaterra forse vede Rosy, oppure è una visione -non si sa- e nessuno lo saprà mai. Per non parlare del finale di serie, ambiguo all'ennesima potenza e paradossalmente né risolutore (i nemici sono ancora a spasso) né chiarificatore. Nè, ovviamente, celebrativo.

E' questo il problema della serialità italiana per le reti generaliste. Il prodotto è spremuto fino all'osso, non viene curato, si creano discrepanze tra narrato passato e presente. Ma che importa? Tanto il pubblico lo guarda lo stesso.
O forse no. E se no, si chiude. Lasciando tutto in sospeso, e stavolta è toccato a Squadra Antimafia.
Meno male che non è sempre così, ma frattanto che non c'è un minimo di rispetto e d'arte in questi prodotti televisivi, ci chiediamo già quale sarà la prossima vittima che cadrà in questo modo.

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