Annunciato per la fine di settembre, arriva nella notte tra il 5 e 6 ottobre 2015 il programma condotto dal rapper J-Ax, Sorci Verdi.
Presentato come show politicamente scorretto, movimenta un po' le ore prima della ninna del secondo canale.
Con video e ospiti.
J-Ax sa tenere la scena, anche se può sembrare a tratti un po' ingessato, specie per chi l'ha conosciuto come coach in The Voice.
Le battute giocano spesso sulle condizioni dell'Italia e quelle della Rai, nell'immaginario collettivo un'azienda per vecchi: il rapper e i tre pupazzi (i Sorci Verdi, appunto) fanno battute sulla rete pubblica nazionale, ma con l'impressione che spesso se la cantino e suonino da soli.
Un trio live segna musicalmente gli stacchi: è diretto dal maestro Paolo Jannacci, al piano: il "personaggio" più riuscito del lotto.
Video satirici e filmati youtubistici sono la spina dorsale del programma, che nella prima puntata ha avuto l'onore di avere Maria De Filippi per una intervista.
E quando ti si presenta un gigante televisivo simile, sono... sorci verdi. Per tutti.
Difatti, J-Ax si scioglie di più nella seconda parte del colloquio, dove si parla di talent e unioni omosessuali.
E come non immaginare un programma come Sorci Verdi condotto da Maria (che canta Maria Salvador!), al posto delle solite cagatine da sabato sera di Canale 5?
Sarebbe fantastico. Però J-Ax ha ragione: se spengono la telecamera a Maria, la Mediaset chiude.
Nei monologhi, il conduttore sembra sempre un po' impostato, tipo quelli che si preparano il discorso introduttivo quando devono discutere la tesi di laurea.
Insomma, un primo episodio che a volte ha avuto il freno a mano tirato, e che ha scherzato troppo sulla vecchiaggine di una azienda che in realtà ha proposto spettacoli innovativi e davvero coraggiosi, come Stryx.
Un gusto anni '90 per la tv di Stato, questo Sorci Verdi, quando si accendeva la Rai per vedere Taratatà o Macao.
Dunque, un programma che di certo si lascia seguire, sperando che coi prossimi episodi si osi un po' di più, almeno in onore di ciò che il titolo suggerisce.