Siamo ad Halloween.
Zucche, costumi, colori, iconografia horror.
No, non parlo di oggi, 31 ottobre 2017.
Parlo del periodo di Halloween del 1984.
A Hawkins, Indiana.
Un anno dopo i fatti della prima stagione, torna una delle serie più applaudite dell'ultimo decennio. Ecco Stranger Things 2!
Avevamo lasciato i nostri amici alle loro vite di sempre. Con qualcosa in sospeso e qualche mistero da capire.
Li ritroviamo tutti, intenti a prepararsi per la Vigilia di Ognissanti. Ma qualcuno non ama intagliare le Jack O'Lantern, e delle zucche nei campi fa strage.
Cosa succede?
Indaga lo sceriffo, che però stavolta ha tanto da nascondere.
Dopo un incipit ubano, ambientato da tutt'altra parte, dove vediamo una banda di criminali che tenta di sfuggire alla polizia, torniamo nel paesello dove tutto è ancora -e sempre di più- anni '80.
Anche questa volta l'anno (siamo nel 1984) è perfettamente ricostruito, al di là delle icone che troviamo sparse in giro (videogames vari ed eventuali, pupazzetti di He-Man, auto, musiche...).
Come nella prima stagione, Stranger Things 2 ha dalla sua la riuscita capacità di far sembrare la serie come fosse girata davvero all'epoca.
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chi chiamerai? |
Poi, ovviamente, le strizzatine d'occhio non mancano. Perché, lo sappiamo, Stranger Thingsè un mix di ogni cosa ultrafiga che piace a noi nostalgici. Film, soprattutto.
Non fa niente se rivedremo echi de I guerrieri della Notte, de L'Esorcista, di Tremors, La Cosa, addirittura omaggi a Stand by Me e Grano Rosso Sangue.
Noi lo sappiamo e Stranger Things lo sa, lo fa apposta, nasce per questo. Ma non scimmiotta, anzi fa suoi tutti gli stilemi e i cliché del caso e li ripropone esattamente come fosse un'opera degli anni '80.
In tutto e per tutto. Ironia inclusa. Autoironia anche: non è casuale che, ascoltando i fatti della prima stagione, un nuovo personaggio dica qualcosa tipo "carino, copiato un po' qua e un po' là, ma carino".
E forse è questo il vero giudizio su un'opera come Stranger Things, che diventa originale "copiando", come i film di Tarantino. Ed è carino, davvero.
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lollipop lollipop, oh lolli lolli lolli lollipop... pop! bo-bo-bom-bom |
Rispetto alle puntate dello scorso anno, qui ci troviamo più intensità per quanto riguarda i personaggi principali e i loro sentimenti. Anche la storia (leggermente più fantascientifica) procede in crescendo, salvo rallentare un poco proprio durante le battute finali.
E se nella prima stagione il mistero era tutto per la strana Undici, quest'anno tocca al vecchio protagonista scomparso Will il ruolo centrale della faccenda.
Non viene dimenticata l'amatissima Barbara, così come procedono le vicende dei ragazzi più grandi: la bella Nancy, l'immaturo Steve, lo schivo Jonathan.
Bravissima come sempre Winona Ryder, ovviamente un po' sopra le righe: se lo scorso anno aveva trasformato casa sua in una tavola ouija gigante con lucette di Natale, quest'anno non bada a spese con fogli e pastelli colorati.
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la Laura Morante d'America |
Interessante l'introduzione di nuovi personaggi, per quanto sia riservato loro un minutaggio modesto: abbiamo il nuovo Leo Johnson televisivo, l'irascibile e buro Billy; abbiamo la di lui sorellastra, la peperina Max; non manca il giornalista cospirazionista interpretato da Brett Gelman (visto recentemente in Twin Peaks). E poi il fidato Bob, la misteriosa Kali, il dottor Owens.
Un parco bello vasto per mettere in scena una storia che tenta di non seguire stucchevolmente le orme della precedente stagione, rimescolando un po' le carte specie nei rapporti tra i vari protagonisti e procedendo, da un punto in poi, addirittura su tre (o più!) piste diverse. Che, ovviamente, convergeranno (quasi) tutte.
Lo scontro finale risulta un po' meno epico rispetto a quello dello scorso anno, pur essendo più "maestoso".
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Ganishka da Berserk? |
In ogni caso, è una serie che noi ottantiani avremmo visto all'epoca, e che ora possono godersi i ragazzini di oggi. Colpi di scena, momenti di tensione, belle situazioni, azione, misteri. Il tutto su misura, senza le esagerazioni iper-realistiche dei prodotti contemporanei.
Si sta anche bene alla larga dal razzismo più diretto, per dire.
Appuntamento al 1985? Pare proprio di sì.
oʇʇnʇodop lı ɐɹdosoʇʇos è ɐɹoɔuɐ ınb˙˙˙
Buon Halloween!