Sembrava impossibile potesse succedere, visto che l'Italia calcisticaè sempre stata tra le squadre più forti.
Sembrava impossibile potesse succedere, visto che si dava per scontata la presenza della nostra Nazionale ai Mondiali.
Sembrava impossibile potesse succedere, eppure è successo. Dopo tantissimi anni, e sicuramente per la prima volta nella mia vita, gli Azzurri non giocheranno al torneo mondiale.
Il calcio. Religione tutta italiana, più di Padre Pio, più della mafia.
Tra tutti gli sport che ho praticato, il calcio non è mai stato incluso nella lista, se non per due tiri sottocasa. Contro le saracinesche da far clangare rumorosamente; in qualche prato tra zolle e cespugli; in cortili polverosi con porte fatte di zaini e mattoni.
Il calcio può essere l'espressione più bella in assoluto, forse addirittura lo sport più... sport.
Può, potrebbe. Ma in Italia non lo è, e non lo è mai stato.
Il calcio, in Italia, oltre a essere una religione, è anche l'attività da associare -con pochi complimenti- a plebei e ignoranti.
Senza voler fare di tutta l'erba un fascio, parliamoci chiaro.
Torniamo magari ai tempi delle elementari: chi era bravo a giocare a pallone, gettato fuori casa come uno dei tanti meninos de rua? I più ciucci della scuola.
Gente irrequieta, sporca, proveniente da famiglie meno fortunate.
Molti non sapevano fare nemmeno la o col bicchiere. Figuriamoci comprendere l'uso dei congiuntivi.
Oggi li chiamerebbero microdisturbi, ma come ieri c'è spesso il calcio, di mezzo.
Tirare zampate a una palla, quasi come metafora della sfera su cui abitiamo e che prendiamo a calci perché sì, il mondo è brutto.
Il calcio non è uno sport nobile. Anzi, è il più popolare ma non pop. Il termine esatto è popolano.
Tifoserie scapestrate, dove c'è colore e folklore ma anche un racconto di disagio e spicciola criminalità.
L'Italia non parteciperà ai Mondiali. Niente notti magiche, inseguendo goal e bestemmie.
E forse è un bene. Così ci si darà una ridimensionata.
Speriamo che finisca questo mito-religione. I ragazzini potranno capire che ci sono tantissimi altri sport -magari più belli- del calcio. Che ha monopolizzato da anni ogni angolo del loro cuore, chissà come mai.
Sarà un bene perché magari finirà il calcio delle star strapagate, delle veline e dei macchinoni.
Non siamo mica gli americani, e il calcio non è il basket. Stesse al suo posto.
Finirà il calcio dello straniero che fa figo, dove prima un Gullit era l'esotica eccezione e oggi il negro tira più di qualsiasi altro giocatore. Fa colore, fa global. Fa Fifa e Pes.
Finirà questa religione? Speriamo almeno si sgonfi un po'. Per il bene di tutti, specie dei bambini ciucci delle elementari, che ancora oggi sembrano usciti da Mery per sempre.
Non dev'essere questo, il calcio. Ma tutt'altro.
Il gioco più amato in due paesi al mondo: Italia e Brasile. Ecco, siamo praticamente come nel terzo mondo.
E pensare che ci sono tantissimi sport, in giro.