Il 2018 è ancora l'anno dei Power Rangers, che si apprestano a compiere 25 anni di onorata carriera.
La venticinquesima stagione dovrebbe riportare, per almeno un episodio, qualche Ranger del passato (si prevedono almeno due grandi miti dello show).
E per il futuro la Saban ha già annunciato una ventiseiesima serie, che inizierà l'era col nuovo logo, in accordo con la Hasbro che distribuirà i giocattoli.
Ma i Power Rangers, diciamocelo, non sono più quelli di una volta. È finita l'epoca del popolarissimo successo, e se diventano da un lato cult, dall'altro ci si chiede il perché di altre scelte...
Solitamente la Saban, nell'adattare le serie originali giapponesi da cui fa derivare i suoi Power Rangers, segue il preciso ordine che queste hanno in patria.
Per adesso ha saltato solo due delle produzioni più recenti: Go-Busters (del 2012) e l'improponibile ToQger (2014).
Quando tutti si aspettavano, dopo Super Ninja Steel (del 2018, adattata da Ninninger) l'avvento o di Zyuohger o ancor di più di Kyuranger (quest'ultimo appetibile sotto molti punti di vista, ottimo per essere riadattato in salsa USA), ecco che la Saban stupisce tutti con una scelta che fa storcere la bocca.
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Kyuranger: come sarebbe stato in versione Power Rangers? |
L'azienda americana torna a recuperare proprio Go-Busters, una serie che si diceva fosse stata già acquistata ai tempi e che parte con una squadra ridotta di Rangers.
Nasce così Power Rangers Beast Morphers, ventiseiesima stagione, dal 2019.
Il brutto è che la trama -come ormai usanza- non solo non si pone in diretta continuità con le precedenti, se non idealmente, ma stavolta addirittura sceglie l'ambientazione del "futuro", che aveva funzionato in passato ma è sempre pericoloso riutilizzare (così come "realtà parallele" e "mondi alternativi").
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la serie del 2019 |
Questa scelta allontana sempre di più la possibilità di tornare alla formula che diede vero successo e grande fortuna al brand, ormai venticinque anni fa.
Un brand che comunque sopravvive dignitosamente, e che anzi copre anche altre nicchie facendosi cult (si veda il recente fumetto, per noi dalla Panini Comics).
Ma perché non tornare a una serialità maggiormente strutturata e "forte"?
Cosa manca ai Power Rangers oggi? Qual è la formula del successo di questo popolare marchio?
Secondo me, innanzitutto è sbagliata la scelta di cambiare attori -quindi gruppo- a ogni stagione. Parzialmente il problema lo hanno compreso, producendo adesso due stagioni (di però pochi episodi) con gli stessi personaggi.
Una volta, invece, i protagonisti restavano gli stessi, salvo piccoli avvicendamenti nei ruoli, e la loro presenza costante ne faceva dei veri miti.
Non che avessero chissà quali storyline articolate, anzi.
Ma vi sfido a ritrovare, nelle ultime incarnazioni, personaggi che hanno la forza di un Tommy o un Adam. Che, guardacaso, sono anche tra i protagonisti che vengono puntualmente riconvocati in occasione degli anniversari, per rivestire momentaneamente la loro tuta colorata.
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Jason David Frank è Tommy, anche nel 2014 |
Power Rangers, seppur a volte goffamente, aveva avuto per sei stagioni una trama continuativa. Nemici vari che collimano in un gran(dissimo) finale, comprimari fissi, storie e ritorni, e persino un futuro che continuava su quella linea (Lost Galaxy).
Questa era l'era Zordon, che potete riscoprire qui.
Centinaia di episodi che hanno raccontato una unica storia, divisa nelle storie di tutti i protagonisti: chi è arrivato, chi ha lasciato, chi è tornato.
La forza dei Power Rangers era questa: la continuità. E non solo.
Il brand parlava ai ragazzi, e parlava di ragazzi. Ragazzi come noi, in gamba come noi.
Uno spirito che, anche quando presente, non si ritrova più in quella forza.
Erano studenti liceali, impegnati in attività dai valori positivi: volontariato, sport, studio, ricerca, passioni.
Le discipline sportive erano sempre presenti, conduttrici del vivere sano: arti marziali in primis, ma anche ginnastica, aerobica, calcio, basket. Persino pattinaggio.
Questi valori funzionano ancora.
La prova è proprio nei comic-book recenti, che riprendono i primi anni dell'Era Zordon riproponendo quei personaggi e quelle situazioni.
Questa è la formula del successo.
E la Saban farebbe bene a comprenderlo.
Con Beast Morphers ormai è andata.
Ma si può pensare al futuro. Rispolverare magari qualche idea nata (morta) con Power RangersHexagon, la serie che avrebbe riunito molte storyline precedenti e che non fu mai realizzata.
Si può fare ancora, per ridare lustro a un brand che in Giappone non accenna a esaurirsi e che può essere riportato ai vecchi fasti anche in occidente.
Go-Busters, quindi Beast Morphers, potrebbe iniziare a proporre questo team-up, saltato in passato:
E da qui ricominciare, con storie quotidiane e colorate.
O davvero dobbiamo affidarci all'eventuale serie cartoon by Netflix, dopo il probabile naufragio del brand cinematografico?
Go, go!
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