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[BLOGGING] immersione nella blogosfera

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Il blog che state leggendo ha ormai più di undici anni.
Questa è la sua dodicesima stagione: il Moz O'Clock -pur con un altro nome- è qui since 2006.
Un'eternità.
Ogni tanto mi piace scrollare in giù sul mio blogroll.
4 giorni fa, una settimana fa, un mese fa, tre mesi fa, un anno fa.
E anche oltre, fino al punto più basso, in quell'eterno mausoleo di blog dimenticati.

Perché lo faccio? Nostalgia, forse.
Ricordi.
Il web è un mondo veloce che 2014 è come dire 1994.
Figuriamoci cos'è rivedere un blog del 2008.
Sono sceso in giù, come in un'immersione, anche poco fa.
Non così in profondità: diciamo due anni fa.
Fattostà che mi sono imbattuto in una miriade di blog che non vengono più aggiornati.
Alcuni, in effetti, hanno dichiarato la chiusura. Altri sono spariti, addirittura cancellati.

E mi chiedo: cosa ci spinge a bloggare? Cosa cerchiamo da un blog?
E se dovessimo scendere ancora oltre, nel tempo, fino al nostro esordio sulla blogosfera, vi chiederei: cosa vi aspettavate? Perché avete aperto il vostro spazio?

Non so. Mi piace pensare che, chi ha chiuso i battenti, lo ha fatto perché ora sta meglio.
Perché deve badare a cose più serie, più felici.
O perché il blog, magari, era solo una valvola di sfogo che, una volta sfiatata tutta l'aria negativa, non ha più motivo d'essere.
Peccato solo se ci si affeziona a uno spazio e a chi lo gestisce.
Voi andreste mai via senza dir nulla? Io, francamente, no.
Nello spirito mi sento come in quel lontanissimo 2006.
Ma cosa mi spinse a bloggare? Cosa mi spinge a farlo ancora oggi (e sempre di più rispetto al passato)?
Insomma, chi cazzo ce lo fa fare?
Perché lo facciamo? Crediamo nella rete, nella blogosfera, nelle amicizie -pur virtuali, magari qualcuna sfocia nel reale o magari qualcuna già reale- che si interconnettono qui?

Da chi speriamo di essere letti, una volta scelta la piattaforma e messo online -quasi sicuramente in modo goffo- il nostro blog?
Non siamo mica famosi. Perché dovrebbero leggerci?
Siamo dei signor nessuno e continuiamo a esserlo.
Non c'è guadagno monetario, a volte nemmeno un minimo riconoscimento morale.
È da qui che nasce la frustrazione?
Ci si era illusi di diventare come gli youtuber famosi, che fanno pure i film?

Magari pubblicizziamo il nostro spazio tra gli amici, sui social.
Sì, ma in quanti ci leggeranno per davvero?
Sapreste dire quanti dei vostri amici "fisici" vi leggono costantemente? Vi sostengono?
Condividono (nel senso di sharing) ciò che scriviamo, per farci conoscere?
Nessuno è profeta in patria, mi sa.
O forse scriviamo di merda. O forse generiamo negli altri quel senso di stranezza del tipo "mamma, quello c'ha un blog!" tipo impermeabile e pisello al vento ai giardinetti.
Nessuno è profeta in patria.
Io, che di patrie ne ho due, sono doppiamente fregato.
Eppure, dopo tutti questi anni e dopo tutte queste domande, io voglio stare ancora qua.
Non so, mi diverto sempre come il primo giorno.
Torno in superficie e penso ai nuovi post da scrivere.
Non c'è un vero e proprio guadagno monetario, ma non potete sapere quanto mi senta più ricco dal 2006 a oggi.

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