Vi elenco di seguito un sacco di cose strambe che ho fatto, sistematicamente, da piccolo.
Certo, se capita, qualcuna la faccio ancora oggi.
Leggetele e ditemi se necondividiamo qualcuna. Ma soprattutto, aspetto le vostre strane abitudini di un tempo!
PUNTINI ROSSI NEL BUIO
Chiudete gli occhi immergendo il viso contro un cuscino, o comunque fate in modo che non entri nemmeno uno spiraglio di luce. Dev'essere tutto buio, nero.
Ed è in quel mondo profondissimo e infinito, oscuro, che presto vi appariranno dei pallini rossi. Vengono verso di voi. Poi si fanno reticolato. E vedrete altre cose. Ma che ne sanno i tizi sotto acido.
IL MONDO È ROSSO, IL MONDO È BLU
Cucurucucuuu Sperlari! Prendevo la carta delle caramelle Clube ci guardavo attraverso. Il mondo diventava tutto rosso (o tutto blu, se le caramelle erano extra forti).
C'è chi fischiava tipo Formula Uno portandosi alla bocca il medesimo involucro.
RUMORI LONTANI
Nella vasca da bagno, piena d'acqua, mi immergevo e con l'orecchio ascoltavo tutto ciò che si sentiva.
Ed erano rumori, voci. Ovviamente di altri appartamenti nel palazzo. Suoni indistinti ma stupendi.
LA GARA DELLE DITA
La domenica a messa era una rottura di coglioni infinita, e così ammazzavo il tempo facendo scivolare tre dita per mano sullo schienale del banco davanti. A peso morto, verso il basso. Vinceva la mano il cui dito (medio) resisteva di più. Ho preso a fare questo gioco anche a scuola, altra rottura di coglioni infinita.
PASTICCIARE LA SETTIMANA ENIGMISTICA
Questo lo avete fatto tutti.
La Settimana Enigmistica ha, in prima pagina, sempre la foto di un vip (per anni mi sono chiesto come mai fossero sempre foto brutte, quasi irriconoscibili...). Vabè, al di là di questo, tra un cruciverba e un rebus, chi non ha fatto denti neri, occhi pittati e chissà cos'altro al personaggio famoso ritratto?
APRIRE LE FIGURINE
Come se il contenuto magicamente potesse cambiare, scartavo il pacchetto di figurine in qualche modo propiziatorio, ad esempio strappando via i bordi in eccesso, quasi maniacalmente.
LA GARA DELLE GOCCE
Quando pioveva e mi trovavo in auto, miravo due gocce sul finestrino e immaginavo stessero in gara tra loro. La velocità della vettura contribuiva a farle scorrere via fino alla fine del vetro.
MANGIARE I CEREALI SENZA LATTE
Una cosa che, se capita, faccio anche adesso. Come fossero snack, tipo patatine. Una manciata di Kellogg's e via, tutto in bocca, a secco.
RITUALITÀ NEI CIBI
Del Maxibon mangiavo prima la parte ricoperta di cacao e poi mi godevo il biscotto;
del Cucciolone, mi piaceva lasciare intatto un gusto (solitamente la panna, che amavo assaporare alla fine);
della coppetta Music, "ritagliavo" col tipico cucchiaino giallo in plastica dell'Algida la forma di stella: mangiavo quindi il cioccolato e lasciavo la panna;
dei Ringo leccavo prima la crema. E se il biscotto non mi andava? Leggete l'ultimo punto.
LE FUGHE DELLE MATTONELLE
Giocare a non calpestarle, camminando solo sulla mattonella in sé. Oppure, il contrario: poggiare il piede sempre su una giuntura.
Un giochetto che ha fatto chiunque, e che io ho portato a estreme fantasie: leggete di seguito.
LAVA, ELETTRICITÀ, LAME
Immaginare -con gli amici, altrimenti chiamare subito il reparto neuropsichiatrico- che qualcosa nell'ambiente abbia lava bollente, acido, spine, lame affilate, dischi rotanti, elettricità: pavimenti, cancelli, muretti. Camminare in bilico su un muretto, o sulle delimitazioni dei marciapiedi: oltre, la morte.
Lo so, sembra assurdo e pensavo di essere tra i pochi pazzi ad aver pensato ciò, ma quando l'estate scorsa ho lavorato con dei ragazzini che giocavano a "the floor is lava!" (una cosa analoga nata su Youtube) ho capito che tutto il mondo è pazzo, in fondo.
SCRIVERE SUI SOLDI
Oggi con gli euri la moda sembra finita, ma un tempo le mille, duemila e cinquemila lire erano sempre piene di frasi. Beccavi talvolta anche dei conti matematici, eh.
Ma il più, erano parole o messaggi. E tutti ne abbiamo scritto qualcuno.
Oggi, probabilmente, le banconote sono piene di coca: tristezza.
SOFFIARE SUL CIBO/BACIARE IL CIBO
Quando ti cade a terra quel che stai mangiando (es. fetta di pane) cosa fai? Oltre alla bestemmia, dico.
Sì, ci si soffia sopra. Come se il tuo soffio potesse togliere i batteri. Magari il pane ti è caduto alla stazione Termini piena di drogati e zingari, ma niente: fuuuuuu, e puoi mangiare.
E quando invece devi buttare qualcosa (sempre cibo) che non vuoi più? Prima diamogli un bacetto.
Smack, e dritto nel cassonetto. Ci si lava la coscienza con un bacio (di Giuda) pensando a qualche africano che muore di fame mentre buttiamo il biscotto del Ringo.
Ora aspetto i vostri ricordi, bad-boys e bad-gals!
Se ti è piaciuto, leggi anche
SNACK - come cambiano nel tempo
ESTATE - ricordi delle mattine