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[VIDEOTECA] Venerdì 13

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Un campeggio, anni prima.
Un incidente.
Stesso campeggio, tempo dopo.
Un assassino.
La storia di Jason Voorhees inizia nel 1980 con Venerdì 13: un classico slasher-movie vacanziero, che ammucchia tipici ragazzotti americani in qualità di vittime designate.


Anche se la lunga vicenda di Jason (la trovate riassunta tutta cliccando QUI) parte proprio da questo film, almeno qui le cose stanno un po' diversamente.
Un body-count che arriva a dieci vittime, e che il trailer dell'epoca (evocativo e vintagissimo) riesce a scandire con altri momenti top del film, in una serie di tredici (ovviamente) sequenze.
Rivediamolo assieme:




Kevin Bacon, giovanissimo, figurava nel cast.
Venerdì 13è solo l'inizio di una lunga e prosperosa saga horror, che annovera anche un remake e lo scontro con un altro portentoso villain del cinema horror americano: puoi riscoprire tutti i film in questo articolo (LINK)!
Vi è piaciuto il trailer? Vi piace la lunga saga di Jason?

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[BLOG] quante ne sai sul Moz O'Clock?

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Quindici domande: un post super autocelebrativo, egocentrico e onanistico.
Il Moz O'Clock si appresa a concludere anche questa incredibile annata, per entrare nella sua quindicesima stagione.
E così, visto che è sabato e non c'abbiamo un kaiser da fare, ho pensato a quindici domandine riguardanti il blog... per i superfan che lo seguono con passione!
Attenzione: gli eventuali commenti a questo specifico post non appariranno subito ma saranno messi in stand-by qualche ora!
Ecco le domande:

  1. in quale giorno ha aperto (e subito chiuso) il primo blog?
  2. qual era il nome di quel blog?
  3. come si chiamava il Moz O'Clock nelle sue prime settimane di vita?
  4. qual era il nome del Moz O'Clock prima di divenire tale?
  5. come si chiamano le due muse ispiratrici che appaiono ogni tanto?
  6. 2008 e 2012; 2010 e 2016; 2011 e 2014; 2009 e 2018: qual è l'accoppiata di anni peggiori per il blog (per scarsità di articoli e riscontri)?
  7. 2008 e 2017; 2010 e 2019; 2014 e 2016; 2018 e 2020: qual è l'accoppiata di anni migliori per il blog (per numeri e interazioni)?
  8. qual era il sottotitolo del blog nei suoi primi anni di vita?
  9. qual era il sottotitolo che arrivò successivamente?
  10. ad oggi, qual è stato il mese più di successo, per visite ricevute?
  11. come si chiama l'amico che quasi dagli inizi cura la grafica del blog?
  12. qual è stato, tra i "cult del blog" della colonna di dx (versione web), l'ultimo a essere aggiunto?
  13. come si chiama la rubrica che si occupa di simbolismo, esoterismo ed ermetismo nelle opere pop?
  14. alla recensione di quale opera è dovuto il mio definirmi "eterno dodicenne"?
  15. di cosa tratta il post più letto della storia del Moz O'Clock?

Come dicevo, i commenti saranno momentaneamente messi in moderazione; durante la diretta di lunedì sera (siete tutti invitati il giorno 16 novembre alle 21.30, sul profilo Instagram -QUI-) annuncerò l'eventuale vincitore di questo piccolo quiz: chi avrà risposto in modo corretto a più domande possibili?

Vi ricordo che se volete collaborare col Moz O'Clock, perché magari non avete un vostro spazio, o lo avete ma non trattate argomenti nerd, oppure ancora trattate argomenti nerd ma desiderate anche scrivere qui... potete leggere QUESTO POST (click!) per sapere cosa cerco e come proporvi!
Buone risposte e buon divertimento a tutti!

[CARTOONS] Berserk, serie animata del 1997 - la recensione

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Amazon Prime Video si aggiudica la serie del 1997 Kenpu Denki Berserk, da noi semplicemente Berserk, come l'omonimo fumetto.
E lo fa garantendosi la versione rimasterizzata e proposta in alta definizione dalla Yamato Video.
Una serie storica anche per l'Italia, che ha rappresentato qualcosa di molto particolare per la nostra televisione.
A distanza di tanti anni, parliamo della prima serie animata di Berserk.


 

Il "caso" da noi esplose tra il 1998 e il 1999: ovunque si parlava di questo anime, che in Giappone stava riscuotendo un successo enorme (specie nel noleggio!) e teneva incollati i telespettatori.
Avevamo conosciuto le avventure del Guerriero Nero solo da poco, anche noi, ma il fumetto fu un cult immediato, di nicchia e poi generale.
Le notizie di una serie animata ispirata alle gesta dei protagonisti di Berserk si rincorrevano nei forum e nelle mailing list, e qualche sito riuscì anche a caricare l'ormai celebre intro cantata dai Penpals, Tell me why:


PREMESSA

Forse queste cose vi suoneranno strane, ma era davvero un'epoca diversa, per il web.
Comunque, alla fine il nostrano successo editoriale del manga di Berserk fece sì che anche questa serie animata -fino ad allora spasimata solo attraverso fanzine, episodi in giapponese, articoli specializzati e discussioni tra appassionati- venne acquistata e adattata/doppiata per il nostro mercato.
E se le videocassette erano appannaggio della Yamato (la prima arrivò al Lucca Comics del 2001), fu la Mediaset a sperimentare proprio con Berserk una nuova fascia oraria dedicata all'animazione: la mezzanotte del venerdì.



Fino alla primavera inoltrata del 2002, sebbene a fatica per quanto riguarda gli ascolti (infatti l'esperimento non fu ripetuto...) e comunque sempre in vendita in una serie di tredici VHS, Berserk andò in onda senza censure e su Italia 1.
E chi lo vide ne restò affascinato, tanto da appassionarsi al manga.
Che, ovviamente, resta cento volte migliore, più completo e infinitamente più bello.
Ma, c'è un ma.

PRIMA DI INIZIARE

Se interessati all'opera, vi lascio le mie approfondite analisi saga per saga:


RECENSIONE

Kenpu Denki Berserk ha il suo (enorme) perché.
Specie alla luce di tutto quello che si è visto dopo. Tre film addirittura prodotti dalla Warner Bros. e un'ulteriore serie in due stagioni, opere che non sono mai riuscite a eguagliare la potenza di questo anime.
Una serie del 1997, artigianale, in animazione classica. Eppure folgorante per tantissimi.
Certo, diverse furono le omissioni e semplificazioni; alcune delle quali davvero impossibili da recuperare in ottica di un sequel futuro (che infatti mai ci fu).
Berserk, come serie animata, probabilmente voleva essere tutta qui.




Mancano Puck, Shilat, Gaiseric e il Cavaliere del Teschio, vero.
Ma è l'unica trasposizione che si concentra davvero su quel che Berserkè: non una sequela di combattimenti, guerre e battaglie da kolossal hollywoodiano (come ci hanno fatto credere coi tre film animati), ma una storia che fa della profondità dei personaggi il proprio punto di forza.




E va bene se ci sono due episodi filler, dove altro è stato tolto; e va bene che manchi del tutto l'elemento fantastico (tanto che chi è stato introdotto a Berserk con questa visione, faticò abbastanza per accettare la presenza di Puck che pure esiste sin dalle primissime pagine del manga).
Ma la serie anime di Berserkè onesta, bene animata, si concentra sull'essenza dell'opera di Miura e riesce a sorprendere e farsi amare anche dai fan del fumetto.


non è una nemica delle guerriere Sailor


Venticinque episodi che, escluso il primo, coprono tutto l'arco narrativo dell'Epoca d'oro, ossia la storia della Squadra dei Falchi.
Ecco, tra tutte le trasposizioni animate di Berserk, è comunque l'unica che rispetta lo schema dell'autore: il manga infatti ci presenta il protagonista per come lo vedremo dopo il lungo flashback, introducendo già subito i nemici senza nascondere chi siano.




Lo stesso prova a fare la serie, concentrando sì tre volumi in un solo episodio, ma riuscendo nell'intento di mostrarci tutto ciò che porterà lo spettatore a porsi gli stessi quesiti che Miura voleva presentare nel fumetto: perché il protagonista è orbo, senza un braccio, marchiato e solo? Cos'è il Beherit (che qui viene mostrato in un momento diverso rispetto al manga)? Cosa sono i mostri che il guerriero affronta?
Le stesse domande che ci si pone leggendo il fumetto, e che l'anime rispetta e lascia porre.
Per poi arrivare alle stesse risposte, in un venticinquesimo episodio che lascia tutto o quasi senza speranza, in una vaghezza (al contrario dell'opera originale) che stordisce.



COLORI E MUSICA

Qualcuno criticò, all'epoca, i colori scelti; forse troppo luminosi per descrivere un medioevo cupo e violento.
Eppure la violenza e il sangue (letteralmente a fiotti!) non mancano, così come attimi dall'ambientazione più oscura.
Kenpu Denki Berserk vanta uno stupendo apparato musicale: oltre alla già citata Tell me whyè giusto ricordare la finale Waiting so long dei Silver Fins, ma sopratutto la colonna sonora a cura del maestro Susumu Hirasawa, che reincide due precedenti lavori (diventano Forces e Murder) e regala altre perle di rara intensità, perfette per l'opera.
C'è persino spazio per il nostro Ennio Morricone, il cui brano Madre Assenteè udibile durante una scena malinconica che fa da placido spartiacque per tutta la storia.





L'EDIZIONE ITALIANA

Un buon doppiaggio (made in Milano, tipiche voci mediasettiane) e un adattamento imperfetto che specie inizialmente va un po' col freno a mano tirato per quanto riguarda termini più crudi ed espressioni più forti, fanno dell'edizione italiana di Berserk un qualcosa di non perfetto ma godibile.
Che però funzionò bene, e soprattutto restituì ai fan italici quantomeno i nomi corretti dei personaggi: abituati da una versione censurata spagnola di poca cura, su cui si basò la Panini per editare le pagine in italiano (alcuni esempi QUI), conoscemmo grazie a questo anime la reale pronuncia occidentale dei nomi.




E così nessun Gatsu ma Guts; niente Grifis ma Griffith; anche l'orribile Bejelit cede spazio al più corretto Beherit.
Solo per Casca si fa una scelta particolare, preferendo la pronuncia cashca alla corretta chiasca.
Piccola curiosità: sia la Mediaset che la Yamato non inserirono la scena dopo i titoli di coda dell'ultimo episodio, recuperata e mostrata in successive edizioni.




Se dunque volete immergervi in un mondo spietato ma anche in amicizie e passioni; in un mondo che sa essere dolce nonostante gli intrighi e le battaglie, i venticinque episodi di Berserk sono tutti per voi.
E sicuramente vi appassionerete alla storia tanto da voler recuperare il manga originale.
Se non dovesse succedere, avrete visto comunque una gran bella serie.
Non un capolavoro, certo, ma una gran bella serie.

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[BLOG] Moz O'Clock: resoconto stagione 14

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Anche stavolta ci siamo.
Un altro anno di Moz O'Clock è giunto al termine.
L'anno tra i più belli e divertenti, dove ho messo ancora più a fuoco il mio progetto e la blogosfera.
Quattordici anni non sono tantissimi, ma non sono neppure pochi, specie per uno spazio web.
Quindi sì, posso dirlo: sono davvero orgoglioso di tutto questo.
Una delle poche cose di cui non mi è mi venuta noia, anzi.
Ogni volta mi viene voglia di potenziarlo, farlo crescere, farlo evolvere.
Un qualcosa che forse si tiene in vita con la forza delle mie passioni e dei miei ricordi.
E voi.
Voi che mi leggete. Voi che commentate. Voi che approdate qui attraverso una ricerca e ci restate.


Innanzitutto, vi ricordo che domani sera dalle ore 21.30 sarò in diretta Instagram (QUI) e in simultanea ridotta su YouTube (QUI): non potendo fare il consueto party di compleanno, ho pensato che sarebbe comunque figo scambiare due chiacchiere e illustrarvi le novità della prossima stagione.
Ah, per scaramanzia, cancellerò il commento di chi mi farà gli auguri prima del tempo XD

Ma torniamo alla quattordicesima annata, diamo un po' di numeri!
Dal 16 novembre 2019 al 15 novembre 2020 ho pubblicato 335 post e ricevuto più di 718.000 click: è stato sicuramente l'anno più letto, complice anche il famigerato lockdown di marzo/aprile, anche se poi il mese più trafficato in assoluto è stato maggio.
Finiscono nella top ten ben quattro post: le dichiarazioni dei cantanti della sigla di Lamù e lo svelamento del relativo mistero (QUI), la consueta anteprima invernale del cartellone di gelati Algida (QUI); la verità sulla telenovela piemontese (QUI) e anche la strana e inquietante storia di Selene Delgado (QUI).

Proprio questo post mi ha fatto immaginare un coinvolgimento narrativo più attivo (il post notturno misterioso) ma soprattutto alla nascita del _Mocturnal_, etichetta che ha proposto davvero dei post notturni dal contenuto bizzarro (QUI).
Ho cercato degli scoop, cose inedite come l'effettivo arrivo dei Masters in Italia, che ora tutti dobbiamo retrodatare (vedi QUI); ho pubblicato dei grandi speciali come quelli su Orange Road, Creamy, Dragon Ball Z, Rossana, Distretto di Polizia, City Hunter, I Cavalieri dello Zodiaco.
Ho ricostruito, attraverso una ricerca meticolosa, la storia del Disney Club in Italia (QUI); abbiamo analizzato vari fenomeni, come la presenza dell'America negli anime e manga anni '80 (QUI) o la presenza di personaggi omosessuali nelle opere (QUI).
Ho realizzato due grandi e complessi riassuntoni, quello della storia completa di Batman (QUI) e quello della storia completa di Diabolik (QUI).



Particolarmente orgoglioso del post dove vi ho raccontato i miei anni alle scuole medie (QUI) e quello dove abbiamo discusso il nostro livello di nerditudine (QUI), o l'articolo dove ci si chiedeva se fossimo rimasti fermi al 2000 (QUI).
Grande riscontro anche i guest post: penso a quello sul fenomeno JSW (lo trovate QUI) o l'analisi di TikTok (QUI); tutto questo mi ha portato a chiedervi espressamente se volete tenere una rubrica fissa qui sul blog.

Delle novità annunciate lo scorso anno, ho effettivamente realizzato:
-Litfiba Road to 40 (in corso, restano due appuntamenti);
-tutti i telefilm occidentali dimenticati (in corso);
-Mozploitation Annozero (in corso, resta un appuntamento);
-Una giornata del passato (in corso, restano tre appuntamenti);
-dirette (ne ho fatte tantissime, su Instagram);
-megachat di gruppo (ho aperto la room su Telegram, QUI);
-giochi dal vivo in chat (sempre su Telegram);
-A letto con Moz (serie di dirette radiofoniche).

Insomma, qualche promessa sono riuscito a mantenerla.
E altre ne farò: per tutte le novità della stagione 15 vi aspetto in diretta su Instagram e YouTube, domani alle 21.30!
Ricordate: catch the bolt! Ci apprestiamo a finire il quadro con ancora tante vite e uno score alto!



[BLOG] un invito per questa sera

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Clockers, questa sera alle ore 21.30 sarò in diretta Instagram (QUI) e in simultanea ridotta su YouTube (QUI) per festeggiare il quattordicesimo compleanno del Moz O'Clock e l'ingresso nella quindicesima stagione!

Se volete passare un'oretta con me, per questo "party a distanza", vi aspetto stasera ai link che vi ho girato.
Illustrerò le novità, scopriremo il vincitore del quiz e faremo quattro chiacchiere per divertirci insieme.
Ma se intanto volete leggere la consueta dose quotidiana di cultura pop, oggi mi trovate sul blog Chi scrive non muore mai con un articolo sul fumetto, tra pregiudizi e arte.

[FUMETTI] Occhi di Gatto: lo scrauso anime comic di Japan Magazine

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Abbiamo già visto in passato che la rivista Japan Magazine (QUI un reportage sulla sua complessa storia editoriale) non si è fatta troppi scrupoli nel proporre anime comics (ossia fumetti ricavati dalle scene di cartoons) di dubbia qualità e provenienza.
In che senso? Vi avevo mostrato il caso di Sailor Moon (QUI), con rimaneggiamento di materiale originale giapponese rimontato per creare una storia senza capo né coda.
Lo stesso avvenne tra il 2002 e il 2003 con Occhi di Gatto: sul numero 40 di JM apparve un fumetto basato sulla serie animata Cat's Eye.
Ma era assolutamente scrauso e trash nel suo essere fatto in casa: e come lo realizzarono?
Vi racconto tutto e vi mostro anche le pagine in questione...

Dal titolo Una gita al mare, introdotto da un breve "cappello", ecco questo assurdo fumetto...



Notate come spesso le inquadrature siano decentrate.
Espediente per tenere l'immagine in una vignetta standard quadrata?
Non proprio...


Innanzitutto, questo non è materiale originale giapponese, anche perché la cura di un reale anime comic sarebbe stata diversa, e avrebbe gestito lo schema della tavola in modo molto più dinamico (o molto meno statico)...


Invece, quella proposto da Japan Magazine è una semplice sequenza di fotogrammi quadrati, sei per pagina, senza badare nemmeno al ritmo narrativo.
Fotogrammi... o forse dovrei dire fotografie.


Già, l'inghippo è qui: siamo tra il 2002 e 2003 non per caso.
Comunque, questo scrauso fumetto fatto in casa può essere considerato una "riduzione" molto molto libera del sesto episodio della serie televisiva Occhi di Gatto.



Quell'episodio è però intitolato Lezione d'amore, ed è anche tra i più amati dai fan dell'opera tratta dal manga di Tsukasa Hojo.



Guardate quante poche vignette vengono dedicate al furto al museo, ossia l'elemento action che muove la banda Occhi di Gatto in ogni episodio.



E infatti, il fumettino di Japan Magazine finisce così, riprendendo sì il finale della puntata reale dell'anime, ma in modo frettoloso.
Ma se vi state chiedendo perché alcune scene siano state ribaltate, come in questo caso (segue fotogramma originale dell'episodio):




...o decentrate, come in quest'altro caso (anche qui sotto un fotogramma originale della puntata):




...la risposta è presto data: non è un caso che questo fumetto sia uscito proprio nel periodo 2002/2003, perché in quell'annata, a ora di pranzo, Italia 1 ripropose proprio tutta la serie Occhi di Gatto.
E infatti, guardate attentamente cosa hanno fatto i tipi di Japan Magazine:




Notato niente nel cerchietto azzurro?
Ebbene sì, è il logo del canale Italia 1: si legge chiaramente la "m" della scritta Mediaset.
Infatti, questo fumetto altro non è che una sequenza di fotografie ricavate da una probabile registrazione di quel passaggio televisivo della serie Occhi di Gatto!
E il fatto che le immagini siano decentrate serviva proprioa coprire il logo dell'emittente!

Occhi di Gatto
non è certo nuova a trashate del genere: ricordate il manga importato nel nostro Paese senza averne i diritti?
Una vera e propria edizione pirata con testi del tutto inventati, la analizzammo in questo articolo QUI.
Almeno, c'è da dire, per questo anime comic fatto in casa, un minimo della storia originale hanno cercato di tenerlo...
Ma se siete curiosi di sapere come stanno le cose in modo completo, eccovi il link all'episodio in questione: https://www.dailymotion.com/video/x2jvdzs!


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[MARKETING] scarpe Lidl: un caso (umano) da studiare

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Se qualche anno fa vi avessero detto che avremmo visto gente comperare in massa scarpe-ciabatte-calzini della Lidl come fossero Tod's o Nike, ci avreste mai creduto?
E credereste che qualcuno potrà mai indossare e andare in giro con simili aborti ai piedi?
E ancora, pensereste mai che alcuni sciacalli potrebbero rivendere tali prodotti rincarandone il prezzo fino a oltre 2000€, nonostante il costo di scarpe-ciabatte-calzini al Lidl sia di pochi euro?
Eppure, è quello che questa estate è avvenuto all'estero.
Eppure, è quello che sta succedendo in Italia. Adesso.


Ci sarebbe da fare quasi uno studio sociologico (e psicologico, e di mercato), dietro questo evento.
Il perché la gente debba sentirsi attratta da cose brutte, da acquistare come status symbol, da avere a tutti i costi, è questione vecchia: quando esplode un fenomeno, siamo tutti disposti a indossare nefandezze assurde e pagarle anche care.
Le scarpe da pugile, la giacca bianca, magliette rosa con Gesù, altre scarpe famose che sembrano calzature correttive.
Molte mode terribili le rivedemmo in questo post QUI.

Però erano mode, anche costose. Si trattava, per quanto brutte, di robe targate Puma, Hogan e grandi firme.
Ma qui no.
Qui si tratta di sneaker dal colore giallo/celeste, terribili, che costano manco 15 euro.
Roba che pure i bustoni della Caritas si rifiuterebbero di contenere.
E invece sono già esaurite, e già rivendute a cifre astronomiche.
Dei discount parlammo già diversi anni fa (QUI): una livella sociale in mutazione costante.
Oggi tutti acquistiamo lì perché costa poco, ma magari ci lamentiamo del lockdown che farà chiudere i negozietti sotto casa anche se poi non ci andiamo mai.




Lidl da un po' di tempo si è smarcata dal senso di "spesa da poveri".
Probabilmente continua a essere tale ma riesce a non passare più da mercatone di robe dai loghi in paint, marchi sloveni e imbarazzi assortiti.
Su questo ci hanno saputo lavorare.
Ma ora io vorrei sapere, invece, come sono riusciti a far andare a ruba scarpe, ciabatte e calzini coi loro colori e il loro marchio.
Di colpo, in due giorni.
Cosa ha scatenato la follia d'acquisto nelle persone?
Come è successo? Su quali canali si sono mossi per generare una foll(i)a tale che ha devastato ogni protocollo anti-covid per assembramenti e distanziamenti sociali?




Non una martellante campagna pubblicitaria, né in TV né altrove.
Ma qualcosa è successo, qualcosa che ha fatto capire agli italiani che bisognava correre lì, al Lidl, a comprare paia e paia di orribili scarpe che nessuno indosserà mai (ci potete giurare, o forse sperare).
Me lo chiedo di cuore, me lo chiedo perché questa è una formula di successo: immaginate se riuscissimo ad applicarla a cose più belle o per noi vantaggiose.
È sicuramente un caso da studiare: la corsa all'acquisto incontrollato di un qualcosa di brutto, da non usarsi, di cui probabilmente vergognarsi anche.

Il vero esperimento sociale dei potenti è questo, non di certo le motivazioni complottiste dietro la quarantena e il virus.
Sapete perché? Perché non ci credo che una cosa simile sia seria: è palesemente una trollata, una cosa per prendere per il culo la gente che ci è pure cascata in massa.
Andiamo: come si potrebbe essere minimamente attratti da un volantino simile?




Non vi sembra una parodia?
Un qualcosa che vuol ironizzare su influencer e stronzate varie?
Ma, parodia o meno, si è trasformata in realta. Molti fashion victim si sono fiondati: fa figo avere queste scarpe.
E così, tra la ressa per una ciavatta e la coda kilometrica per il nuovo iPhone non c'è più differenza: la povertà ha raggiunto tutti.
Ne ha parlato anche Mick sul suo Pulp Standoff (LINK!).


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[FUMETTI] Diabolik Anastatika, da gennaio in edicola

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Chissà, negli intenti doveva essere qualcosa da "legare" all'uscita del film al cinema, prevista per il 31 dicembre ma probabilmente da spostare in tempi migliori.
Fattostà che Anastatika sarà un prodotto che riuscirà a coniugare senza troppi problemi sia le esigenze dei fan più esperti sia le curiosità dei nuovi lettori che verranno.
Non una semplice terza collana di ristampe, ma un prodotto pensato trasversalmente per essere amato dai collezionisti e da chi vuole (ri)scoprire le origini di un fumetto cult: Anastatika ci porterà in edicola i primi 50 albi di Diabolik.

51 uscite settimanali che conterranno la riproduzione fedelissima dei primissimi albi della collana, identici in tutto e per tutto a come uscirono tra il 1962 e il 1965.
Sembra scontato dirlo, ma non è così: tra ristampe ufficiali, scene ridisegnate, ristampe non autorizzate e correzioni di testi, la collezione di Diabolikè una vera e propria giungla in cui orientarsi.
Anastatika vorrà fornire un prodotto quanto più fedele alla sua reale prima uscita nelle edicole, in quell'Italia del boom che diede i natali al feroce criminale.




Preparatevi quindi a vedere albi degli anni '60 e a leggere il prezzo in lire (150!), immergendovi davvero in un'altra epoca e in un fumetto che continua ancora oggi a riscuotere successo, cavalcando i tempi (QUI vi ho raccontato la storia completa di Diabolik!).
Ogni uscita, oltre all'albetto a fumetti, conterrà anche un agile fascicolo da collezione che farà da guida e dietro le quinte: trame e personaggi, variazioni e ripensamenti, le varie ristampe, i momenti topici.
E articoli esclusivi sul mondo del Diabolik di quel tempo.
La prima uscita, prevista il 5 gennaio, sarà praticamente doppia: oltre a Il re del terrore (primo storico albo del novembre 1962 disegnato dal misterioso e introvabile Angelo Zarcone), sarà allegato anche lo stesso albo ma nell'edizione del 1964, ridisegnata da Luigi Marchesi.


fonte Instagram


Previsto anche qualche extra, come il miniposter della copertina dell'albo e -nella seconda uscita- la riproduzione della rara locandina promozionale del 1963.
Era nell'aria, forse, questa pubblicazione: in molti chiedevano una riedizione fedelissima di questi albi, le cui edizioni originali sono divenute ormai rare.
Ogni albo costerà 5,99€, con La Gazzetta dello Sport o Il Corriere della Sera.
Direi che è una vera manna per gli aficionados più esigenti, anche e soprattutto perché i fascicoli forniranno informazioni dettagliate su correzioni, precedenti "censure" e rimaneggiamenti.
Che ne pensate?

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[CARTOONS] Il meraviglioso mondo di Topolino, una nuova serie

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Topolino ha compiuto 92 anni.
Per l'occasione, su Disney +, sono arrivati i primi due episodi di una nuova serie animata, incentrata sulle avventure di Mickey e i suoi amici.
Dopo quei gioiellini in stile retrò della serie Mickey Mouse, che riprendevano con molto coraggio e anche molto politicamente scorretto la grande tradizione Disney, Topolino torna con lo stesso stile e con episodi che si preannunciano altrettanto divertenti e fuori di testa!



Ecco il trailer:

      
                


Pronti per tuffarvi ancora una volta in una sequela di situazioni bizzarre e personaggi amatissimi?
Questi due nuovi episodi hanno lo stile della fortunata serie che dal 2013 al 2019, e in 96 puntate, ha ottenuto grandi successi e diversi plausi, portando un prodotto Disney oltre qualche rassicurante limite, pur restando assolutamente disneyano.
Certo, Topolino non era nuovo a cortometraggi scorretti (li vedemmo QUI), ma i tempi cambiano e anche la follia deve adeguarsi.
In quella lunga serie moderna lui e i suoi amici di sempre (ma i cameo erano tanti: da Zio Paperone ai nipotini!) erano alle prese con le più svariate situazioni che sceneggiatori e animatori sapevano adattare in modo geniale, anche come scelte stilistiche.

Il meraviglioso mondo di Topolino segue quella scia, con lo stesso character design e Paul Rudish come supervisore e produttore esecutivo.
Io ho sempre amato Topolino, e più degli altri personaggi: so che in molti non lo sopportano perché sembra essere saccente, è "amico delle guardie", è ottimista.
Io lo amo per questo.
E ricordate: lui non brilla per particolari doti o perché è un fatistidioso perfettino, no.
Topolino brilla nella sua normalità quotidiana, e grazie al fatto che i suoi migliori amici sono un ritardato mentale (Pippo) e un irascibile poltrone sfigato (Paperino).


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[GIOCATTOLI] Masters of the Universe Origins, wave 2020: la (video)recensione

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Da noi usciti in un'unica soluzione, i Masters of the Universe Origins del 2020 sono, almeno per gli americani, due wave distinte.
Giunti a destinazione, ho pensato di fare una (video)recensione, parlando comunque di loro anche in questo articolo.
Ora che i Masters sono tornati in pompa magna, e ora che gli Origins sono una realtà, ne vedrete delle belle... proprio qui sul Moz O'Clock!
I have the Power!


Questi Origins, sebbene ancora non siano stati commercializzati appositamente per l'Italia (che resta fuori dai giochi nonostante sia una nazione ad alto tasso di fanatismo Masters, e di fatto anche l'unica che ha prodotto nuovi Masters negli anni '80), sono comunque tutti nelle mie mani.
Mi sono rifornito da Kaos Tech, che mi ha garantito un ottimo servizio (imballaggio perfetto e curatissimo) e prezzi veramente popolari: QUI il negozio online.
L'intera wave 2020, composta da dodici confezioni, comprende He-Man, Skeletor, Man-at-Arms, Beast Man, Man-E-Faces, Trap Jaw, Teela, Evil-Lyn, Orko, Scareglow, Prince Adam + Sky Sled e Battlecat.

Eccovi la videorecensione con unboxing generale e panoramica sulle action figures, buona visione:

              


Due parole anche qui: i Masters sono tornati.
E questa linea Origins, che riprende gli originali anni '80 ma con qualche leggerissima differenza di stile e soprattutto con molti più punti di snodo, è una linea molto valida.
Sono giocattoli in tutto e per tutto, non vogliono essere "adult" ma si rivolgono ovviamente anche al collezionista quarantenne.

 



Apprezzabilissimi anche dai bambini di oggi, che potranno scoprire quel mondo colorato, magico e fantasy che merita una grande seconda giovinezza (con una trama del genere come si fa a non volerlo?).
Seconda giovinezza che arriva con questi Origins: prezzo basso, pochi fronzoli eppure tanta attenzione generale (guardate il packaging!); la Mattel fa centro e va addirittura in sovraccarico per le troppe richieste.




Questa wave tornerà a gran richiesta a gennaio 2021, mentre per lo stesso anno sono in arrivo il Castello e tanti altri personaggi (scopriteli QUI).




Meglio addirittura di come potevano sembrare, i Masters Origins sapranno riportare davvero tutti nel passato, ma sono perfettamente coniugati al presente.
A dimostrazione che, quando una cosa è valida, sa attraversare le epoche con naturale facilità.


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[CARTOONS] gli anime dimenticati di Mediaset dei primi anni 2000

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Oggi vi propongo una lunga immersione in un mondo poco esplorato: quello delle serie animate giapponesi che la Mediaset ha trasmesso nella prima metà degli anni 2000.
Un momento dove Bim Bum Bam stava cessando di esistere, lasciando spazio a diversi contenitori anonimi; ma anche un momento dove l'azienda di Cologno Monzese varò il più riuscito tra i canali tematici rivolti a un pubblico di ragazzi: Italia Teen Television.
Ed è proprio qui che innanzitutto finirono tutte quelle serie annunciate nei tardivi anni '90 ma mai trasmesse, senza omettere che anche Italia 1 (forte di serie importanti come Dragon Ball, Detective Conan e One Piece) ci concesse l'ultimo grande periodo di prodotti inediti.
Ecco a voi questi titoli dimenticati, perché mai replicati o perché hanno avuto una visibilità limitata...


Per scoprire le effettive vicissitudini di alcuni titoli, ci avvarremo di materiale esclusivo proveniente dalla rivista Toki Cartoni & TV.

A BABY AND I

Strano titolo italiano per una serie del 1996 chiamata Aka-chan to boku (conosciuta anche come Baby & me).
Adattamento di fine anni 2000, con nomi giapponesi semplici in sostituzione di quelli originali ma più "complessi" per l'epoca, e alleggerimento dei toni.
Una storia di vita vera e propria; segnalo una bizzarra censura che ha messo giusto un quadratino in b/n su una ferita, così da mostrare decolorato il sangue...
Lo abbiamo visto nel 2004, sul satellite.


WEDDING PEACH

Un caso più unico che raro nel panorama televisivo italiano è quello della trasmissione di Wedding Peach (ne parlammo in questo post QUI).
In breve: anime che avrebbe dovuto sostituire Sailor Moon già nel 1997, per replicarne il successo, ma sparì misteriosamente dai palinsesti nonostante svariati articoli sulle riviste specializzate.
A sorpresa, apparve nelle notti di Italia 1, con blocchi di episodi settimanali, e infatti anche Toki Cartoni & TV di quell'anno dedica a Wedding Peach un articolo:




Con il titolo assurdo I tanti segreti di un cuore innamorato, che forse negli intenti voleva spacciare una storia -sulla falsariga di Sailor Moon- per un anime simile a Marmalade Boy, Wedding Peach non è stato mai più replicato.

DEVICHIL

Misconosciuto anime, arriva da noi nel 2005, sul satellite.
In contemporanea, la Mondo Enterteinment ne pubblica parzialmente gli episodi in DVD.
Adattamento e doppiaggio fedeli all'originale, furono curati dalla Mondo stessa.



RIRIKA, SOS!

Anime acquisito da Mediaset già nel 1997/98, perché citato nelle riviste di settore, Angel Nurse Ririka S.O.S. (questo il titolo originale) lo si vedrà solo su Italia Teen nel 2004.
Altro anime che la Mediaset tenne in magazzino, preparato e doppiato da tempo (l'adattamento è infatti quello tipico dell'epoca in cui venne acquistato).
Non ne esiste una sigla italiana.




WEBDIVER

Nel 2003 su Italia Teen, e l'anno dopo nei pomeriggi di Italia 1.
Ma se in chiaro guadagna una sigla italiana (su cui torneremo presto...), il successo fu così scarso che venne interrotto dopo solo otto episodi.



CORRECTOR YUI

Altro titolo che le riviste specializzate annunciarono diverso tempo prima dell'effettiva messa in onda (avvenuta nel 2003 sul canale satellitare e nel 2004 su Italia 1), Yui - Ragazza virtuale ebbe un certo successo.
L'adattamento era abbastanza fedele all'originale: nessun nome venne alterato, soltanto la dicitura "corrector" divenne "virtual".



POWER STONE

Anche questo un anime che Italia Teen e Italia 1 si rimbalzarono a distanza di pochi mesi: tratto da un videogioco della Capcom, ne abbiamo visto l'edizione adattata (dialoghi e musica) dagli americani, ma non sono presenti censure. Era il 2004.



SHIN HAKKENDEN

Serie fanta-epica in 26 episodi, giunge da noi sul satellite nel 2004, e poco dopo anche dopo pranzo su Italia 1.
Qualche nome cambiato e semplificato lascia supporre che forse la serie venne adattata già qualche anno prima...



FANCY LALA

Ultima delle maghette, con il ritorno dello Studio Pierrot dopo quelle classiche anni '80, Fancy Lalaapparve su Italia 1 a inizio estate 2001.
Qualche censura, nomi modificati e... più niente per dieci anni, quando riapparve senza censure video sulla rete Hiro di Mediaset.
Ecco come se ne parlava già dall'estate di due anni prima:




HANAYORI DANGO

Anche questo, un titolo che la Mediaset acquisì molto tempo prima della sua effettiva trasmissione, avvenuta nel 2004 sul satellite.
Ma i fan lo attendevano (annunciato dalle solite riviste di settore) a fine anni '90: per qualche misterioso motivo, in chiaro non è ancora mai stato trasmesso.
Molti i rimaneggiamenti, a partire dai nomi tutti occidentalizzati, nonché l'invenzione di un diario a cui la protagonista confidava i suoi pensieri: da qui, l'assurdo titolo italiano Mille emozioni tra le pagine del destino per Marie-Yvonne.



LOST UNIVERSE

Acquisito da Mediaset per essere trasmesso nel 2002, Lost Universe (dagli stessi autori di The Slayers - Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo) sbarcò prima in DVD per la defunta Shin Vision (era il 2003) e l'anno dopo effettivamente fu messo in onda su Italia Teen.




Ma come dimostra questo trafiletto del 1999, era già stato adocchiato...



ROBA DA GATTI

Cyborg Kuro-Chan ebbe un certo riscontro, anche perché contemporaneamente la Play Press ne pubblicava il manga e la Mondo i DVD.
In uno degli episodi, il doppiaggio italiano ha fatto un instant-spot di Dragon Ball su Italia 1, menzionato in un dialogo che citava i palinsesti televisivi.



CRAYON SHIN-CHAN

Visto nello slot del primo pomeriggio, Shin chan ci giunse da una censurata edizione inglese: tuttavia la Mediaset recuperò i nomi originali dei personaggi, in fase di doppiaggio.
Era il 2005; la seconda serie arriverà qualche anno dopo su Cartoon Network.



GHOST SWEEPER MIKAMI

Arrivato da noi come Una miss scacciafantasmi, nell'estate del  su Italia 1 (ma con gli ultimi episodi confinati tempo dopo sul satellite), è in realtà un'opera abbastanza famosa.
Il manga circolava già da un po' in Italia; l'edizione è abbastanza audace per gli standard mediasettiani, vista la pochissima censura e il mantenimento di concetti "pericolosi" (sia in campo esoterico/religioso, sia sessuale).
Ha una sigla italiana molto particolare, che analizzammo in questo post QUI.


FORTUNE QUEST

Altro anime trasmesso solo una volta in lunch time su Italia 1, venne ribattezzato Un'avventura fantastica.
Un fantasy abbastanza classico, ma niente di imperdibile.
Venne acquisito nel 2001, come dimostra questo articolo:


Vi mostro anche la locandina esclusiva presentata alle fiere per la vendita del prodotto:



STILLY E LO SPECCHIO MAGICO

Secondo remake (dopo quello del 1988) per l'omonima serie storica anni '60; da noi arriva in sordina nei pomeriggi estivi del 2002.
L'adattamento è fedele, ma segue anche quello della versione italiana vintage.
Sigla di Fasano cantata da Cristina D'Avena:

               


CLAMP DETECTIVES

Visto solo una volta nel 2004 su Italia Teen Television, CLAMP Detectives presenta il tipico adattamento mediasettiano di fine anni '90: nomi giapponesi (o dal suono simil-giapponese) in sostituzione degli originali... nomi giapponesi!
Basato su un'opera del gruppo CLAMP, non ha una sigla italiana.



COSMOWARRIOR ZERO

Prequel di Capitan Harlock, venne mandato in onda nel 2003 su Italia Teen.
Edizione fedele all'originale, la serie è stata successivamente raccolta in DVD dalla Dynit.


LA SQUADRA DEL CUORE

Serie calcistica tratta da un manga dello stesso autore di Holly e Benji, arriva da noi quasi in contemporanea con il Giappone: questo anche perché parte dell'ambientazione era italiana, visto che un personaggio giocava nel Milan.
Era il 2003: in chiaro, però, la vedremo solo cinque anni dopo.
Anche in questo caso, la sigla italiana nasconde una particolarità su cui torneremo presto...




GIRA IL MONDO, PRINCIPESSA STELLARE

Prima TV su Italia Teen nel 2004, con sigle originali, questa serie guadagna la sua canzone italiana solo due anni dopo, quando viene replicata in chiaro su Italia 1.
Adattamento fedele all'originale.



MACK, MA CHE PRINCIPE SEI?

Serie divertente e ironica in miniepisodi di 10 minuti, narra le vicende del principe Mackaroo (adattamento americano), in realtà un nobile dell'era Heian giapponese che si ritrova di colpo nel mondo moderno.
Andava in onda nel 2002, di mattina, su Italia 1.
Sigla italiana molto carina:


              


Una valanga di anime, dunque.
In alcuni casi si potrebbero intravedere accordi commerciali con altre case editrici (per l'homevideo); in altri non si comprende come mai la Mediaset abbia atteso così tanto per mandare in onda serie che erano state preparate magari con lo scopo di diventare un successo.
Inoltre, la domanda sorge spontanea: nel 1999/2000, già si aveva in mente l'idea di un canale tematico come Italia Teen, o queste serie erano destinate ad altro?
Ma voi sapete che questa non è che la punta dell'iceberg, e che tanti altri titoli sono rimasti inediti, lasciati nei magazzini?
Ne parleremo molto presto...

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[TAG] Very Pop Blog - i miei anni 2000

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Sono passati già tre anni dall'ultimo "tag del decennio", ossia un modo veloce e spero simpatico per riassumere la nostra vita nell'arco di una decade.
Avevamo parlato degli anni '80 e poi degli anni '90, oggi tocca invece ai 2000!
Pur non essendo un periodo forte e caratterizzato come i precedenti, anche questo ha le sue icone pop ma soprattutto tanti momenti particolari, che immagino saranno impressi nella nostra memoria.


Le regole avrebbero previsto di taggare cinque persone scelte casualmente tra gli ultimi miei commentatori.
Per tutta una serie di motivi ho deciso di non fare il solito giochino del tag (anche perché, diciamocelo: i tag hanno ancora senso?), quindi prendetelo come un post che parla di me.
Se avete piacere, potete ovviamente replicarlo e farlo girare, nominare chi volete secondo come vi piace; potete citare le vostre cose tra i commenti, sarò in entrambi i casi ben lieto di leggerle (ricordatevi di avvisarmi, però).

I MIEI ANNI 2000

MUSICA
Gli anni 2000 per me sono stati quelli dove ho girato in lungo e in largo per i concerti di Pelù nella carriera solista.
Ma ricordo anche Frankie Hi-NRG (con mostruoso ritardo), Roberto Cacciapaglia, gli Spiritual Front.

CINEMA
Ovviamente i miei 2000 sono segnati dal grande ritorno di Tarantino: due opere di genere, Kill Bill e Death Proof, che riaprono le porte al cinema underground, quello da me sempre amato ma impossibile da trovare; ora, grazie alla moda lanciata dal regista, tutti i cult e gli scult sono sdoganati e io impazzavo in videoteca a caccia di queste perle.

FILM
Ricollegandomi al discorso qui sopra, sono andato alla ricerca sempre più serrata di tutti quei film che vidi anni prima sulle televisioni regionali; ora finalmente se ne parlava sempre più in modo serio, ci fu una riscoperta totale. Nocturno divenne la mia rivista.

COMICS
Ripresi a leggere Batman, che propose saghe importanti (QUI la storia completa); amai Preacher ma anche l'italiano Nemrod.
Poco a poco, mi sono allontanato dal mondo del fumetto giapponese popolare, sempre più perso dietro giappominkiate, riallacciando i nodi con quello americano, italiano, europeo.

VIDEOGAMES
A inizio anni 2000 ci fu l'ultima fiammata della passione per la PlayStation: questo ha segnato il mio lunghissimo allontanamento dai videogiochi.
Sempre meno ludici e sempre più cinematografici, per me avevano perso il senso di intrattenimento.

TELEVISIONE
Tutti gli anni 2000 sono stati segnati da due prodotti che ho amato: Distretto di Polizia eMalcolm.
Nel 2006 mi riappassionai ai Power Rangers.
Tanta continuava a essere l'animazione giapponese: visioni scemate solo verso la fine di questo decennio.



CIBO
Questo è stato un periodo dove gradualmente e senza un perché, alcuni cibi tipo Sofficini e simili sono spariti man mano dal mio frigo e freezer.
Di contro, ho avuto subito più facile accesso alle grandi catene di ristorazione veloce; mentre a casa ho iniziato a dilettarmi con la farcitura varia delle piadine, che m'è rimasta ancora oggi.

LIBRI
Andando all'università, potete immaginare quanto io abbia letto; alcune volte era anche piacere, altre era per esami.
In ogni caso, ho sviscerato tutta la letteratura inglese e spagnola.
Di mio, ho scoperto l'amore per Ian McEwan, ho abbandonato via via la Yoshimoto e ho recuperato certi autori e opere della letteratura greca e latina (Satyricon!) che al liceo avevo solo malvolentieri sfiorato.

SHOPPING
Mi rivolgevo, ancora e tanto, alla marca Energie.
Pensate: molte di quelle cose le ho ancora.
Ero affezionatissimo a un giubbino tamarro con dentro il pelo. L'ho tirato fuori l'anno scorso, dall'armadio.
In edicola acquistavo XL de La Repubblica, che mi manca tanto.

LIFE
Beh, negli anni 2000 ho studiato all'università, e questo sicuramente fu un cambiamento forte.
Prima a L'Aquila, poi a Pescara, senza legarmi mai del tutto con queste due realtà.
Nel periodo 2003-2005 ricordo grandi giornate passate con un amico; dal caffé pomeridiano si finiva in giro ore e ore, e quindi merende, cene, birre, uscite, film, compagnie... fino a notte fonda.
Nel 2006 proprio lui mi introdusse in una nuova compagnia che m'è rimasta nel cuore (dove ho conosciuto Sandrino, il grafico del blog), e appunto... in quello stesso anno è iniziata la mia avventura col Moz O'Clock!
Segnalo anche tre innamoramenti, ovviamente complessi come nelle trame di un manga.

RICORDO DELL'EPOCA
Vi lascio quella che per me è la foto simbolo di quel decennio: giubbino della Energie di cui sopra; scarpe Onitsuka Tiger del film Kill Bill (scena di Beatrix contro Vernita Green); scattata dall'amico dei mille infiniti giri.
Riassume un po' tutto di un periodo molto bello e spensierato.



E voi cosa ricordate dei vostri anni 2000?

[SOCIETÀ] ho la sindrome di Peter Pan?

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Neotenia psichica
è il suo vero nome, ma mi sembra una cosa troppo seria, troppo da grandi.
Ecco, appunto.
Preferisco chiamarla col nome del popolo, anche perché dalla cultura pop prende a modello un personaggio e il suo essere: Peter Pan.
Dal romanzo dell'inglese James Barrie, Peter Pan è il ragazzo che non voleva crescere.
E la sindrome di Peter Pan diventa un concetto alla portata di tutti proprio nel 1983, quando nascevo io secondo i miei attuali documenti, e quando il dottor Dan Kiley pubblicò un libro che portava quel titolo.
Un libro, ovviamente, sulla gente che non vuole crescere.

Non si tratta di una sindrome presente sul Manuale diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali, forse perché è qualcosa di cui tutti soffriamo.
Siamo tutti affetti dalla sindrome di Peter Pan?
Oggi ne parla anche Riccardo sul suo blog ABCB, dando il suo punto di vista (LINK).

Forse in modo lieve, forse non presentando tutti i sintomi canonici, credo di avere questo disturbo, che effettivamente disturbo non è.
Un adulto (ma io ho dodici anni!) affetto dalla sindrome di Peter Pan fatica a maturare, non riuscendo a superare una condizione/concezione mentale egocentrica e narcisista tipica dell'infanzia.
Vedete? Potevo fare a meno di citare qualcosa di mio, quando vi ho detto in che anno è stato pubblicato quel libro: ma sono egocentrico come un bambino.

COSA SIGNIFICA "NON VOLER CRESCERE"?

Solitamente il "non voler crescere", che assume sfumature e importanze diverse dal leggero al patologico, è associato al "non volersi prendere delle responsabilità".
Ognuno, comunque, a un certo punto della vita è chiamato a farlo: le cose vanno così.
Succede quando "finisce la magia", quel periodo che varia a seconda anche di ciò che ci succede attorno (ne parlammo QUI).
Io però non ho mai sentito l'urgenza di crescere, in tal senso. Anzi.
Alcune questioni sono proprio una rottura di palle niente male, e tendo ad evitarle.
In altre, anche molto serie, mi prendo le ovvie e anche gravose responsabilità (come ad esempio lavorare con imprevedibili ragazzi molto giovani, che potrebbero combinarne di ogni...).

Altre noiose incombenze le lascio, dove possibile, sbrigare ad altri.
Ad esempio non curo quasi mai personalmente le pratiche notarili, pensionistiche, assicurative, commericali e tutte queste cose pallose.
Quando le cose diventano troppo serie/seriose mi annoio subito; mi rivedo come quando, da bambino, eri seduto a tavola coi grandi e coi loro discorsi ammosciapalle su non si sa che, sempre ombrosi, preoccupati, grevi.
L'effetto TG1, potrei chiamarlo: il momento in cui la gaia atmosfera casalinga si rabbuiava perché lo stronzo in TV doveva annunciare, in tono cupo, ogni tipo di disagio o cose tipo indici economici.
E tutti zitti, attenti, in quella sacrosanta mezzora crepuscolare. Terminata la quale, tornava il sole e l'aumento delle tasse era dimenticato grazie al caffè del giorno.
Sì, le cose troppo serie mi infastidiscono.




VITA SENTIMENTALE

Si dice che un adulto con sindrome di Peter Pan non voglia assumersi fino in fondo responsabilità anche nell'ambito sentimentale.
Di certo non ho progetti di matrimonio e figli, ma pur vivendo una eventuale relazione sempre col massimo rispetto, non riuscirei forse a stare per sempre con qualcuno. Inteso proprio come stato in luogo.
Insieme sì, ma non come unica cosa; ognuno coi propri spazi.
Due cuori e anche un capanna, ma ogni tanto pure ognuno a casa sua.
Non credo riuscirei mai del tutto a lasciare la "cameretta", luogo dove finiscono comunque per tornare tutti i divorziati e separati.

TERRORE DEI CAMBIAMENTI?

Si dice anche che chi ha questa sindrome soffra molto i cambiamenti.
A me danno fastidio i cambiamenti improvvisi e negativi: credo sia così per tutti.
Ma ad esempio sono sempre eccitato di fronte a nuove possibilità, anche stravolgimenti enormi.
Come un bambino.



L'IMPOSSIBILITÀ DI CRESCERE

Ci chiediamo mai se, oltre un vero e proprio disturbo da puer aeternus, sia anche la società che ci costringe a essere Peter Pan?
I parasite sigle sono un fenomeno in crescita: noi li chiamiamo bamboccioni, come disse un noto politico che però non trovò mai soluzione per permettere ai giovani di abbandonare la dipendenza dalle paghette genitoriali e trovare così una situazione realmente stabile.

LE DONNE PETER PAN

Talvolta, è anche la stessa società che ci suggerisce di essere eterni Peter Pan.
Una cultura edonista (che ovviamente adoro), un'eterna giovinezza e un confine sempre meno forte tra le varie età crea i kidult, gli adultescenti.
E le donne? Solitamente si pensa al Peter Pan solo in quanto uomo, perché è pensiero comune che siano i maschietti a essere quelli più immaturi.
Forse è vero, ma anche le donne non sono certo tutte Wendy, anzi oggi anche il confine tra i sessi (per quanto concerne la sindrome in questione) è labile.



COSA PENSO SUI PETER PAN

Io credo che questa sindrome di Peter Pan l'abbiano un po' tutti, e l'abbiano sempre avuta un po' tutti.
Ma prima, i freni e gli obblighi morali /sociali erano molto più forti; adesso -per tutta una serie di cose anche sociali- è cambiato tutto, e quindi la gente è quasi tutta... Peter Pan!
In certi casi forse è necessario scomodare un altro personaggio letterario, Doran Gray: perché la voglia di non crescere è anche paura di invecchiare o meglio... volontà di restare in un presente eterno, una eterna giovinezza sospesa.

Nel passato, in quel volere un figlio maschio per giocare con lui o portarlo a pesca; nelle partite di calcetto serali tra quarantenni e cinquantenni scatenati; nel macchinone da comprare o nella moto da sfoggiare... c'era una sindrome di Peter Pan che la società costringeva a proiettare su altre situazioni.
Oggi, che siamo tutti più liberi da quegli schemi sociali, non ci serve la scusa di un figlio per montare un Lego; o il medico che consiglia un po' di sport se vogliamo tirare due pallonate tra amici.
Oggi Peter Pan può crescere, anzi evolversi.
Rimanendo sinceramente bambino.
Tipo me.



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[IL MEGARIASSUNTO] City Hunter, la storia completa tra anime e manga

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Mito assoluto tra la produzone manga-anime, nato dalla penna dell'artista Tsukasa Hojo, lui è City Hunter: un detective privato, giustiziere infallibile.
Temuto dai criminali e sempre a caccia di belle donne, il suo passato è avvolto nel mistero.
Scopriremo qui la storia completa di Ryo Saeba alias City Hunter, o solamente Hunter per chi segue la prima edizione italiana del cartoon.
Vi avevo già raccontato i particolari retroscena dell'arrivo di City Hunter in Italia (QUI il post), ora ci tuffiamo in un mondo hard-boiled fatto di guerre, vendette, delinquenza e... belle ragazze!
Questo è il riassunto completo di City Hunter!

NOTA: nell'articolo saranno usati i nomi originali giapponesi, quindi Ryo Saeba (Hunter), Kaori Makimura (Kreta), Saeko Nogami (Selene), Hideyuki Makimura (Jeff).
Il seguente riassunto vuol essere quanto più completo possibile, e si basa principalmente sui fatti raccontati nel manga (che resta l'opera originale e più completa) senza omettere anche le esclusive dell'anime, che in certi casi omette alcune questioni o differisce aggiungendo situazioni inedite.

L'INFANZIA DI RYO SAEBA

Siamo nei primissimi anni '60, quando avviene un incidente aereo sui cieli dell'America Centrale.




Sopravvive a quel disastro solo un bambino di circa tre anni, probabilmente chiamato Ryo.
Dopo aver vagato nella giungla, trova un villaggio di guerriglieri e si unisce a loro.




Sin da piccolo, per poter sopravvivere, impara a usare le armi e a gestire situazioni rischiose.
Shin Kaibara, l'uomo che lo alleva come un figlio, gli dà il nome Saeba.

LA FAMIGLIA DI KAORI

La signora Tachiki, che due anni prima ha dato alla luce Sayuri (Sabrina), mette al mondo un'altra bambina: Kaori (Kreta).
Tuttavia il padre delle due, un rapinatore omicida, dopo il divorzio dalla moglie prende con sé la piccola Kaori fancedo sparire ogni traccia.
Purtroppo muore in un incidente automobilistico, inseguito dalla polizia: l'ispettore Makimura torna a casa dal figlio Hideyuki (Jeff) e porta con sé Kaori, stabilendo che d'ora in poi vivranno come se la piccola fosse membro della famiglia.


 

LA GUERRA CIVILE

I ribelli guerriglieri sono sempre impegnati nella guerra civile centroamericana.
Ryo è ora un adolescente, e scampa alla morte infinite volte.



Nel gruppo di guerriglieri, oltre a considerare Kaibara come un padre, Ryo stringe amicizia con Moses e il giapponese Doc, chiamato così perché medico militare.



LA POLVERE DEGLI ANGELI

Kaibara, dopo anni in guerra, ha perso la lucidità: sintetizza una droga molto particolare, la Polvere degli Angeli, in grado di rendere i suoi uomini invincibili.
La cavia del suo esperimento è proprio il figlio adottivo Ryo, che con quella sostanza in corpo diventa una furia inarrestabile.
È qui che Ryo si scontra con il mercenario Falcon, annientando il suo plotone e ferendolo gravemente agli occhi.
Sarà il commilitone Kenny Field ad aiutare Falcon a guarire, sebbene la sua vista resterà compromessa.




Ryo riesce, con molta fatica e tanta forza di volontà, a disintossicarsi.
Tuttavia i guerriglieri perdono la loro causa e vengono dispersi dall'esercito regolare.
In quelle zone di guerra, ancora molto disagiate, Falcon incontra Miki: è una bambina rimasta orfana, che gli si affeziona.
Entra così nel plotone di Falcon, da lui addestrata a cavarsela in ogni situazione.



RYO SAEBA NEGLI STATI UNITI

Ryo Saeba finisce negli Stati Uniti, dove assieme a Moses inizia il lavoro da bounty killer.
Presto però è la figlia di quest'ultimo, la bella Rosemary Moon, ad affiancare Ryo come assistente, anche se solo per un paio di anni.
In questo periodo i due smascherano alcuni agenti segreti corrotti, tra cui David Clive, che viene  estradato.



CON KENNY FIELD

Ryo continua a lavorare come cacciatore di taglie e giustiziere, stavolta con l'ex militare Kenny Field, un tempo anche lui militare nella giungla centroamericana.
Kenny sarà un vero e proprio maestro per Ryo; a un certo punto però, ricattato dalla malavita, è costretto a battersi in duello con quest'ultimo: è la sua fine, ma l'uomo prega Ryo di non rivelare tutta la dinamica alla figlioletta Sonia.


MICK ANGEL

Il nuovo socio di Ryo è il giovane e affascinante Mick Angel, con il quale lavora un anno circa, prima di recarsi a Tokyo.


IN AMERICA CON ROBERT HARRISON (SOLO ANIME)

In alcune missioni americane, come quella a Los Angeles, Ryo stringe amicizia con Robert Harrison, un altro giustiziere con cui più volte farà coppia.
In una occasione, durante un caso di traffico di plutonio, Robert salva la vita a Ryo.


 

RYO SAEBA IN GIAPPONE

Siamo alla fine degli anni '70.
Ryo Saeba si stabilisce definitivamente a Tokyo, nel quartiere Shinjuku.
Inizia, in questa città, il suo lavoro come giustiziere.




LA FONDAZIONE DI "CITY HUNTER"

Il detective Hideyuki Makimura (Jeff), che porta avanti una segreta indagine sui grandi canali della droga in Oriente, lascia la polizia e si unice a Ryo Saeba formando la società City Hunter.
I due, con l'abilità di dell'uno e le informazioni dell'altro, svolgono questo lavoro per ripulire la città dai peggiori delinquenti.




RYO E MAKIMURA

I due diventano grandi amici, e spesso collaborano assieme alla poliziotta Saeko (Selene): lei ha probabilmente già avuto, in passato, una storia con Makimura, ma adesso sembra essere innamorata anche di Ryo...




È il 26 marzo del 1985 (1987 nell'anime) quando Makimura chiede a Ryo di indagare sul caso di alcune ragazze scomparse, per aiutare un'amica di sua sorella Kaori.
In questa occasione, Ryo e Kaori si conoscono ufficialmente.
Cinque giorni dopo, per il ventesimo compleanno della ragazza, Makimura racconta a Ryo tutta la verità: gli svela che Kaori non è davvero sua sorella, e che quello stesso giorno -come desiderato da suo padre- dovrà rivelarglielo, consegnandole un anello che apparteneva alla sua vera madre.



LA UNION TEOPE

Makimura è riuscito a infiltrarsi all'interno di un'organizzazione di trafficanti di droga, la Union Teope (o Red Pegasus, nell'anime).
Invitato al losco night Silky Club, rifiuta la proposta del gestore del locale di unirsi a loro.
Nascosto nel locale c'è anche un agente segreto dell'Interpol, Douglas: costui in passato aveva lavorato con Makimura ed è a conoscenza del fatto che l'ex poliziotto sta raccogliendo informazioni sui trafficanti (solo nell'anime).
Makimura rifiuta l'offerta della Union Teope, che invia un uomo con in corpo la Polvere degli Angeli a ucciderlo.



LA MORTE DI MAKIMURA

Ferito a morte e trascinatosi a fatica fino al palazzo dove vive con Hunter, Jeff gli spira tra le braccia riuscendo a spiegare chi siano i responsabili della sua morte e strappando all'amico la promessa di badare a sua sorella e consegnarle l'anello rivelando tutta la verità sul passato della ragazza.



RYO SAEBA CONTRO LA UNION TEOPE / RED PEGASUS

Deciso a vendicare l'amico, Ryo arriva al Silky Club e compie una strage, riuscendo anche a sconfiggere alcuni capi dell'organizzazione.
Raggiunta Kaori che attendeva lui e suo fratello per la sua cena di compleanno, è costretto a dirle della morte di Makimura.
Le porge l'anello come ricordo ma decide di non rivelare altro alla ragazza, già troppo shockata per quanto accaduto.




CITY HUNTER: RYO E KAORI

Distrutta e derubata gran parte della Union Teope e eliminato il suo boss locale, Ryo decide di rispettare la promessa fatta al suo amico e prende con sé Kaori.
Da questo momento sarà lei la sua socia, proseguendo il lavoro di suo fratello.
Ryo e Kaori sono City Hunter.
Tuttavia, da questo momento, Ryo cambia completamente atteggiamento nei confronti della ragazza: se fino a qualche giorno prima aveva mostrato interesse (quantomeno sessuale) nei suoi confronti, ora la allontana sempre più, accentuando anche grottescamente la sua natura di cascamorto, provandoci con tutte.




Ora è Kaori a selezionare le clienti che, alla bacheca della stazione di Shinjuku, lasciano il messaggio XYZ: le ultime lettere dell'alfabeto, l'utima risorsa. Un codice che serve per mettersi in contatto con City Hunter.
Ryo, talvolta, continua a lavorare con Saeko, che da poliziotta sfrutta clandestinamente le abilità del pistolero; inoltre, collabora o si scontra con Falcon, anch'egli arrivato a Tokyo e anch'egli giustiziere.
Messo per ora da parte il passato, tra i due nasce una sincera stima.

KAZUE

Ryo e Kaori conoscono la bella Kazue Natori (Katia), ricercatrice inseguita da un gruppo criminale a causa di un veleno molto potente estratto da alcune api.



Durante questo e altri casi, Ryo si fa aiutare dal Professore, un anziano medico oggi hacker, allupato quanto e più di lui: altri non è che il vecchio Doc, che con lui militava tra i ribelli ai tempi della guerriglia in America Centrale.
Kazue diventa assistente di Doc.




LO SPETTRO DELL'ORGANIZZAZIONE CRIMINALE

I grandi trafficanti di droga vogliono riprovare a rimettersi in piazza: una grande zona come l'Oriente è un mercato che fa troppa gola.
Saeko, con sua sorella Reika -ex poliziotta e ora detective privata- hanno capito che si tratta dell'organizzazione tenuta sotto controllo, qualche tempo prima, da Makimura.




Grazie anche all'aiuto di Falcon, che era stato inizialmente messo fuori gioco perché considerato pericoloso, Ryo riesce a sgominare il cartello criminale.



Lavoro dopo lavoro, Kaori non può nascondere di provare qualcosa per Ryo.
In molti si accorgono che tra i due potrebbe esserci qualcosa, anche se entrambi negano e anzi l'uomo sembra proprio sviare del tutto questi sospetti.

NON TOCCATE LA MEMORIA DI JEFF (SOLO ANIME)

Douglas, un tempo collaboratore di Makimura, sfrutta il nome della Red Pegasus per ottenere in realtà tutte le informazioni che l'ex agente aveva raccolto riguardo il mercato e i canali della droga.
Arriva a far sospettare lo stesso defunto Makimura di collusione coi narcotrafficanti, ma per fortuna l'intervento di Ryo chiarirà la questione, e Douglas sarà ucciso dall'ultimo generale della Red Pegasus rimasto, che perirà anch'egli suicidandosi.



 

ROBERT HARRISON, IL COLLEGA AMERICANO  (SOLO ANIME)

Il vecchio collega e amico di Ryo, Rober Harrison, arriva dall'America.
Ingaggiato per uccidere una principessa, nasconde questa cosa al compagno, che invece protegge la stessa donna.
Peraltro Ryo sembra essere un po' geloso di Robert, dato che Kaori non è immune al fascino dell'americano.
Le cose finiranno però male; i due giustizieri sono costretti dalle circostanze a sfidarsi a duello; Ryo avrà la meglio e uccide Robert.




IL RITORNO DI MIKI

Nella vita di Falcon torna Miki, ormai adulta.
La ragazza, innamorata del mercenario, decide di stare con lui, che però è riluttante.
Prende in gestione il bar Cat's Eye dalle tre precedenti proprietarie (le ladre Occhi di Gatto) ora trasferitesi in America.




L'ATTACCO DELL'ARMATA NERA (SOLO ANIME)

Ormai Kaori non può più negare i sentimenti che prova per Ryo.
Così, equivocando una situazione, si ritrova sola e fragile. Diventa quindi un perfetto bersaglio per l'Armata Nera: gruppo terroristico comandato dalla fantomatica Sarah, in realtà un nome in codice, ricatta il Giappone piazzando una bomba atomica nel cuore di Tokyo.
Kaori, passata dalla parte del nemico a causa di un lavaggio del cervello, finisce per innescare la testata nucleare; il peggio è evitato da Ryo che, per far tornare in sé la socia, la bacia ammettendo di essere innamorato di lei.
Kaori però ricorderà solo vagamente quel che è successo...




SAYURI RITROVA KAORI

Sayuri (Sabrina), la vera sorella di Kaori, è diventata un'affermata giornalista.
Riesce così a scoprire che fine abbia fatto la sorella, e decide di volerle rivelare la verità per portarla con sé in America.
Ryo sembra essere triste per la possibilità che questo accada; in ogni caso, anche se Sayuri riesce parzialmente a svelare come stanno le cose, Kaori (che probabilmente ha capito tutto) resta in Giappone scegliendo la vita di sempre, nel ricordo di Makimura e come socia di Ryo, di cui è innamorata.




BLOODY MARY, L'ASSISTENTE AMERICANA

Ma proprio dall'America arriva un nuovo guaio: Rosemary Moon, ora modella mozzafiato, viene spinta ad tentare di assassinare Ryo: questo perché il suo fidanzato, Eric, è stato rapito da Clive, deciso a vendicarsi dei due che in passato lo fecero estradare.
Non volendo far soffrire Kaori, Mary cerca in tutti i modi di allontanarla da Ryo, arrivando anche a rivelarle parte del passato dell'uomo come guerrigliero.



IL COMPLEANNO DI RYO SAEBA

Saputa la verità sull'infanzia di Ryo, Kaori decide di volergli stare accanto ancora di più: sceglie per lui persino una data di compleanno, in modo da dargli qualcosa di piacevole. La data scelta è il 26 marzo, giorno in cui i due si conobbero.
Ryo apprezza molto questa cosa e si lascia andare a un gesto affettuoso con Kaori.


Mary, Falcon, Kaori e Ryo decidono di cooperare per salvare Eric e fermare Clive.
L'intento riesce, così Mary e il suo compagno -riunitisi- tornano in America.




LA VENDETTA DI SILVER PANTHER (SOLO ANIME)

I conti con l'America sono solo all'inizio, per Ryo: il suo passato comincia a bussare sempre più forte.
È la volta di Sophie Silverman, in arte Silver Panther.
Un tempo amante di Robert, è giunta in Giappone per vendicare la morte del suo amato.
Rinuncerà all'impresa, e porterà con sé la pistola del defunto giustiziere.




SONIA FIELD

Anche Sonia, la figlia di Kenny ormai cresciuta, giunge a Tokyo per vendicarsi di City Hunter.
Scopertà infatti la verità sulla morte del padre, desidera far provare a Ryo la stessa terribile sensazione: il suo bersaglio è Kaori.





RYO E FALCON: LA RESA DEI CONTI

Ingaggiato Falcon, che era amico di suo padre, Sonia innesca una serie di situazioni che portano al duello finale tra i due ex militari ormai amici.
Con la vista ormai quasi del tutto persa, Falcon riesce comunque a ferire gravemente Ryo, salvato miracolosamente dalla lapide di Makimura che devia la pallottola.
Con questo duello, che finisce sostazialmente in pareggio, i due chiudono i conti col passato.
Sonia comprende il suo sbaglio e decide di andarsene, mentre Falcon e Miki si avvicinano molto.
             



IL NONNO DI RYO SAEBA?

Improvvisamente, nella vita di Ryo, irrompe il vecchio Jinguji Michihiro.
Afferma di aver capito che Ryo potrebbe essere suo nipote Ryoichi, sopravvissuto al disastro aereo mentre viaggiava coi genitori.
Lui è infatti ha perso il figlio e la relativa famiglia in un incidente aereo avvenuto in America Centrale ventisette anni prima.
Tutto corrisponderebbe, ma la cicatrice sulla testa di Ryo che proverebbe definitivamente questa teoria non c'è più, cancellata dalla ferita ben più profonda causatagli da Falcon qualche tempo prima...




MICK ANGEL

Ingaggiato dall Union Teope, l'organizzazione di narcotrafficanti, Mick Angel ha come obiettivo quello di uccidere City Hunter.
Giunto in Giappone, si innamora di Kaori, che non rimane indifferente.
Proprio per questo, comunque capendo che la ragazza ama Ryo, decide di rinunciare all'incarico.
Svela però al suo ex socio chi c'è dietro l'ingaggio.
Fallita la missione, Mick torna in America ma l'aereo su cui è a bordo viene fatto saltare in aria da un kamikaze drogato con la Polvere degli Angeli.




IL RITORNO DI SHIN KAIBARA

Il padre adottivo di Ryo fa la sua comparsa a Tokyo; ormeggiata la sua lussosa nave nella baia, si presenta a casa del figlioccio.
È lui il capo assoluto della Union Teope, ormai del tutto instabile mentalmente, tra momenti di assoluta cattiveria e altri di folle comprensione.
Vorrebbe Ryo a capo dell'organizzazione, ma ovviamente il giustiziere rifiuta.
La sfida finale è appena iniziata.



Dall'America torna anche Bloody Mary a dare un aiuto a Ryo, Falcon, Saeko e tutti gli altri: lo scontro definitivo si svolge a bordo della nave di Kaibara, dove riappare persino Mick Angel.
Sopravvissuto miracolosamente all'attentato, è stato reso invincibile dalla Polvere degli Angeli.
Pur riuscendo a battere Falcon, Mick viene fermato da Ryo.


LO SCONTRO FINALE DI CITY HUNTER

Ora è il momento del faccia a faccia definitivo: quello tra Kaibara e Ryo, tra padre ideale e figlio ideale.
Inciampato sulla catenina di Mick, Kaibara perde leggermente l'equilibrio e viene colpito mortalmente da Ryo.
Così, uccidendo Kaibara, Ryo Saeba elimina definitivamente anche tutti i fantasmi del suo passato.




 
Purtroppo la nave di Kaibara è destinata ad esplodere: Ryo si ritrova al di là di un vetro infrangibile e non può fuggire con Kaori e gli altri.
Attraverso il vetro, poco prima che tutto salti in aria, i due si scambiano il bacio che sancisce il loro amore.



La nave esplode, ma tutti sono salvi.
Persino Mick, che verrà curato e fatto disintossicare da Kazue.
Ryo avrà una lieve amnesia, ma riuscirà a riprendersi in fretta.

IL MATRIMONIO DI FALCON E MIKI 

Corrono i primi anni '90.
Finalmente Falcon ha accettato la proposta di matrimonio di Miki, così viene organizzata la cerimonia, dove Miki decide di lanciare il bouquet a Kaori come buon auspicio per un matrimonio tra la ragazza e Ryo.
Ma proprio durante i festeggiamenti irrompono le truppe del generale Halan Kreutz: Miki viene ferita ma sopravvive prontamente curata da Doc, mentre Kaori è rapita dai militari.



 

LA VENDETTA DI KREUTZ

Halan Kreutzè un militare della Latoania che vuole vendicarsi di City Hunter, colpevole di aver mandato a monte il suo golpe, tempo prima.
Falcon, sinceratosi delle condizioni della moglie, aiuta Ryo sbaragliando le truppe del dittatore.
Ryo, di contro, si trova faccia a faccia con quest'ultimo e riesce a metterlo fuori combattimento, salvando Kaori accorgendosi che la ragazza aveva afferrato il bouquet nuziale.




La vita torna a scorrere tranquilla: Falcon e Miki lavorano al bar, Mick si fidanza con Kazue e apre un'agenzia investigativa.
Ryo e Kaori continuano la loro routine...



 
Le immagini sono tratte dal manga, dalla serie TV disponibile per Yamato Video, dal film Private Eyes disponibile per Dynamic Italia e dai video del pachinko giapponese.

[ICONE] Occhi di Gatto, retrospettiva sul successo italiano

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Tre ragazze bellissime, tre sorelle furbissime: di giorno proprietarie di un cafè, di notte impegnate a rubare opere d'arte.
Sono le sorelle Kisugi: Kelly, Sheila e Tati, a caccia di indizi che potrebbero portare a conoscere la verità sulla scomparsa del padre.
Arrivate in Italia nel settembre 1985, hanno tagliato un traguardo niente male: da oltre trent'anni sono infatti tra le protagoniste più amate dei cartoons, ancora ricordate e celebrate da continue repliche televisive (come quella che parte da stasera su Italia 2, in edizione rimasterizzata e priva di censure).
Ecco i successi italiani di Occhi di Gatto, tra fumetti "particolari" e persino leggende metropolitane...


CAT'S EYE

L'edizione italiana ha modificato tutti i nomi dei protagonisti, sebbene non cancelli mai l'ambientazione giapponese ma trasforma tutti i nomi originali in altri simil-inglesi.
Hitomi, Rui e Ai Kisugi diventano Kelly, Sheila e Tati Tashikel.
Il detective che dà loro la caccia, Toshio Utsumi, fu rinominato Matthew Hisman; la sua collega Mitsuko Asatani invece è ribattezzata Alice Mitsuko.

OCCHI DI GATTO: L'ARRIVO IN ITALIA

Domenica 15 settembre 1985: è questa la data del debutto di Occhi di Gatto, che diventa un appuntamento settimanale e preserale di Italia 1 (QUI il palinsesto cartoon dell'epoca).
Ogni domenica infatti, alle 20.30, si dipanava la storia delle tre gattine in cerca dell'artista Heinz.


Le avventure proseguirono ovviamente anche nel 1986, quando Occhi di Gatto era ancora in onda ed ancora un programma di punta di Italia 1, venendo trasmesso tre volte a settimana:

 


CAT'S EYE: EDIZIONE ITALIANA

Qualche piccola censura (spesso brevi fermo-immagine) a coprire magari i momenti ritenuti più inadatti, è l'unico leggero stravolgimento all'opera originale, oltre che il già citato cambiamento di nomi.
Le parti omesse dall'edizione italiana erano quasi sempre scene con un leggero tocco malizioso.
Dopo i primi passaggi in TV, le repliche hanno attraversato tutti gli anni '90 e anche 2000, e non solo su reti dichiaratamente mediasettiane: perché se è vero che Occhi di Gatto si è visto anche su Canale 5 e Rete 4, questa serie animata è finita anche su Nickelodeon, Frisbee e Man-Ga!.
Durante le ultimissime repliche, l'ultima passata su Itlia 1 tra il 2019 e il 2020, le sequenze censure sono state ripristinate.



LA TRAMA

Kelly, Sheila e Tati sono tre sorelle alla ricerca del padre, l'artista Michael Heinz, sparito senza lasciare traccia... o forse no: ricomponendo la collezione di opere d'arte realizzate dall'uomo, ora sparse in vari musei e raccolte private, le tre ragazze potrebbero trovare preziosi indizi per capire dove lui sia.
Per questo hanno formato la banda Occhi di Gatto, dal nome fin troppo spregiudicato (Cat's Eye è anche il nome del bar che gestiscono...).
Grazie alla relazione sentimentale che Sheila ha con il poliziotto Matthew, Occhi di Gatto riesce sempre ad avere informazioni di prima mano e -anche se sempre più difficilmente- a scampare all'arresto.



IL FINALE

L'anime si compone di due stagioni, ma solo la prima ricalca in modo più o meno fedele quanto può essere letto nel manga scritto e disegnato da Tsukasa Hojo.
Difatti, se la seconda serie anime (chiamata in Italia "Il ritorno di Occhi di Gatto") termina con un finale aperto e inconcludente, il fumetto proseguì con una chiusura definitiva e molto più elaborata (la vedemmo QUI).
Eppure, negli anni si diffuse una certa notizia riguardo il finale della serie animata...



OCCHI DI GATTO, L'EPISODIO FINALE INEDITO: LEGGENDA O REALTÀ?

Esatto: circolava una voce, tra i fan e i forum, riguardo una vicenda che sarebbe avvenuta poco dopo la metà degli anni '80.
Data la storia non conclusiva del cartoon trasmesso con successo da Italia 1, si dice che la Fininvest avesse commissionato alla TMS (casa di produzione giapponese dell'anime) la realizzazione di una o due puntate realmente conclusive, almeno per il pubblico italiano.
Episodio (o episodi) mai visti, forse bloccati per una questione di diritti, o forse una semplice leggenda metropolitana.
Se esistono davvero, stazionerebbero nei magazzini Mediaset. Chissà.



L'ALBUM DI FIGURINE

La Panini, nel 1986, pubblicò con successo lo sticker album di Occhi di Gatto.
Anime di successo della Fininvest, era naturale avrebbe generato un po' di merchandising.
Lo stesso fece per la Francia, dove l'opera era intitolata Signé Cat's Eyes e arrivò nel 1986.


dal blog Daft Bunziblogger di Chiara Zoli


LA SIGLA ITALIANA

Celeberrima è la sigla italiana di Occhi di Gatto, tra le più famose di Cristina D'Avena: a dir la verità le videosigle italiane, montate sulla stessa canzone, sono diverse (le esplorammo tutte QUI).
Vi interesserà sapere che la Fininvest, in Francia, ha usato la base della sigla italiana di Occhi di Gatto come opening di Hello Sandybell:


              


IL MANGA PIRATA

Nel 1993 anche i fan italiani possono gustarsi il manga di Tsukasa Hojo (autore anche del successivo City Hunter: QUI la storia completa): ma si tratta di un'edizione pirata, acquisita illegalmente e che inventa a caso testi e storie.
Cliccate sull'immagine qui sotto per scoprire tutto su questo caso editoriale:


IL MANGA UFFICIALE

Per avere il fumetto originale e rispettoso del lavoro del suo autore, bisognerà attendere l'aprile del 1999.
La casa editrice Shueisha e i suoi autori (tra cui lo stesso Hojo ma anche il celeberrimo Toriyama) avevano posto il veto sul "ribaltamento" delle proprie tavole, ossia la pratica che permetteva di poter leggere in senso occidentale un manga (che va letto "al contrario" rispetto alle nostre abitudini).
Solo con l'arrivo in Italia di Dragon Ball, il primo con la lettura "alla giapponese", i lettori italiani cominciarono ad abituarsi: così la Star Comics poté pubblicare sia City Hunter che Cat's Eye.

HOMEVIDEO

È invece dei tardivi anni 2000 l'edizione in videocassetta di Occhi di Gatto: la Dynamic Italia confezionò due memorial box di sei VHS ciascuno, raccogliendo gli episodi di entrambe le stagioni animate della serie.




Fu però la Yamato Video, acquisendo poi i diritti dell'opera, a proporla in versione DVD, anche in edicola abbinata al Corriere dello Sport e TuttoSport.




CITY HUNTER E OCCHI DI GATTO

L'ultima volta che abbiamo visto in Italia, in versione inedita, le tre sorelle Kisugi, è stato all'interno del film City Hunter Private Eyes del 2019 (QUI la recensione).
Un cameo fanservice che riporta le tre gattine a Tokyo e sancisce definitivamente l'appartenenza delle due opere allo stesso universo narrativo.
In questa occasione acquistano nuove doppiatrici italiane e mantengono i loro nomi originali.



ancora un articolo su Cat's Eye?


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[PUBBLICAZIONI] Masters of the Universe: il bubble gum album del 1992

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Anche se a inizio anni '90 l'onda lunga dei Masters of the Universe si era ormai esaurita, entrando addirittura nella nuova fase de Le nuove avventure di He-Man, in alcune nazioni europee i Dominatori andavano ancora forte, e tanto.
Molti di voi conosceranno i concorsi a premi chewing gum + figurine, con piccoli album da riempire (molto spesso si tratta di calciatori, e altrettanto spesso si sente puzza di imbroglio vero o presunto).
Qualcuno di voi ricorderà che, nel 1992, una cosa analoga fu fatta proprio coi Masters of the Universe.
Fuori tempo massimo rispetto alla presenza di questa linea nei negozi o in televisione, ma c'è un motivo...
A ricordarmi di questa pubblicazione da bar è Lorenzo La Torre della pagina I giochi di Penelope, che mi ha gentilmente concesso di mostrarvi il minialbum di figurine in questione.
Dunque andiamo a rivederlo e ad analizzarlo a fondo!

La copertina presenta un disegno della Fright Zone (La Tana Spaventosa) ma ribaltato e virato tutto in giallo; una foto di Dragon Blaster Skeletor e Thunder Punch He-Man; le prime sei figurine da applicare: si tratta di He-Man armato con i Trampoli d'Attacco, Orko, Man-at-Arms, Teela, Sy-Klone (definito l'uomo dal pugno più duro dell'universo...!) e ancor He-Man a bordo dello Jet Slet (ribattezzato "moto volante").



Si prosegue con gli Heroic Warriors (vi raccontai tutta la loro storia QUI), e abbiamo Roboto, ancora He-Man con armatura Thunder Punch, Man-e-Faces, Ram-Man con descrizione altisonante e fuorviante ("possiede il casto ultrasonico con effetto distruttore e velocità di elevazione", hanno quindi creduto che solitamente saltasse, non che si lanciasse orizzontalmente...); Stonedar che "grazie alla sua costituzione attrae le meteoriti del male e le distrugge automaticamente"; Mekaneck, Stratos, Moss-Man e ancora He-Man sui trampoli, in una versione dis-zoomata della primissima figurina.
In tutto, 9 stickers per questa pagina.



Passiamo quindi ai Guerrieri Diabolici di Skeletor (QUI tutta la loro storia).
C'è ovviamente il capogruppo con la sua faccia da teschio, quindi il fedele Trap-Jaw; Mer-Man; Beast-Man chiamato Best-Man (praticamente il migliore!); ancora Skeletor che impugna lo scettro del caos; Evil-Lyn; Zodac (che qui viene messo tra i cattivi, come in un concept iniziale); Kobra-Khan e Tri-Klops.
Altre nove figurine.




L'ultima pagina è dedicata ai nemici dell'Orda Infernale (QUI tutti i loro profili).
Ed è anche la pagina che, oltre a mostrare dei credits per capirci qualcosa di più su questa pubblicazione, fa molta confusione coi personaggi.
Hordak, nella versione usata poi per il cartoon di She-Ra; Modulok, che qui viene scambiato per Two-Bad; Mantenna; Grizzlor, rinominato senza senso Grizzita; Leech; e ancora Two-Bad, che stavolta è davvero Two-Bad (che però è un alleato di Skeletor) anche se la descrizione continua a farlo passare come il Modulok di cui sopra.
Sei figurine in tutto.



Dunque una collezione di trenta autoadesivi: se si completava l'album (entro il 31 agosto 1992), spedendolo alla Importex Oscar SRL, si aveva diritto a ricevere nientemeno che il Castello di Grayskull della Mattel (la stessa Mattel che ha dato in licenza alla Promovip questo concorso, come si evince dai crediti).
Ma se invece mancava una sola figurina (emh... vi ricorda niente?), allora potevi ottenere un pupazzo della serie Masters.

Facendo un po' di ricerche, ho trovato che la Importex Oscar si occupa di lotti di televendite (link); ma soprattutto che questo album altro non è che la traduzione italiana di una pubblicazione spagnola di due anni prima: con le immagini prese da questo sito, vi mostro qualche pagina:



E qui si vede anche chi potrebbe essere protagonista di una eventuale figurina mancante...




I cretids spagnoli riportano sempre Mattel e Promovip, un logo rosa "Jake" e ovviamente un indirizzo diverso dove spedire l'album.
La scadenza era ovviamente precedente: la promozione iberica sarebbe durata fino al 31/12/1990.




Cosa ha spinto la Mattel a (far) fare una cosa del genere?
Semplice: molto probabilmente c'erano altre action figures da smaltire, e anche se si era davvero fuori tempo massimo, in Italia i Masters tiravano ancora tantissimo... e questo album ebbe un certo richiamo.
Ringrazio ancora Lorenzo per le immagini prese dalla sua collezione; immagini di cui è vietata la riproduzione.

vuoi un altro articolo sul mondo di He-Man? leggi anche

[MUSICA] Litfiba Road to 40: eutopici re del palco (2016-17)

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Siamo giunti all'ultimo capitolo di questo viaggio, prima del vero e proprio anniversario.
La lunga storia e strada dei Litfiba arriva al biennio 2016/2017 con un nuovo album, ospitate interessanti e un megaconcerto trasmesso anche in TV.


11/11

A luglio del 2016 viene annunciato il nuovo, atteso album della band.
La data scelta è l'11 novembre, e non è una data scelta a caso: quello che verrà, sarà l'undicesimo album in studio della premiata ditta Pelù/Renzulli.
Ufficializzato presto anche il titolo del nuovo lavoro: si chiamerà Eutòpia.


L'IMPOSSIBILE

Anticipa il tutto il singolo L'impossibile, una denuncia sullo stato attuale socio-politico.
Con un video post-apocalittico, i Litfiba sono tornati in scena e si apprestano a chiudere il loro terzo concept: la Trilogia degli Stati.


              


IL DISCO

L'11 novembre 2016 è nei negozi Eutòpia, dopo una serie di anticipazioni via radio dei brani.
Il racconto totale del nostro mondo, con tutto ciò che non va; ma anche il racconto e la speranza di un mondo ideale, (e)utopico appunto, bello e rispettoso di tutti.




Apre il disco il branoDio del tuono, riassunto di una vita.
Segue l'ormai già hit radiofonica L'impossibile, ma soprattutto la prima perla dell'album: Maria coraggio.
Un titolo che spiazzò abbastanza, all'epoca, ma che nasconde in realtà una canzone emozionante e forte, dedicata alla vittima della 'ndrangheta Lea Garofalo e sua figlia: una terribile storia di cronaca.
Pelù potrebbe aver avuto l'idea per questo brano quando si palesò una collaborazione tra lui e la cantante Noemi, per la quale voleva scrivere -sulla stesso argomento- Maria danza, opera probabilmente rimasta nel cassetto ed evolutasi in Maria coraggio:

              


Seguono Santi di periferia (sulla ideale rivolta degli ultimi, un mostro creato dai potenti stessi) e Gorilla Go(sulle cavie di esperimenti di distrazione di massa).
In nome di dioè invece ispirata ai fatti del Bataclan, l'attentanto avvenuto a Parigi nel 2015.
Stranieroè la seconda perla dell'album, una metafora sul sentirsi se stessi in un polveroso mondo che rifiuta ogni cosa non omologata: in fondo siamo stranieri anche con noi stessi e con chi ci circonda.


              


Intossicato
, dell'incedere hard rock, è una canzone ecologista: c'è la Terra dei Fuochi dietro il testo e la rabbia della musica.
Oltre è la speranza di guardare avanti, al di là delle cose; esplorare e capire il mondo giorno per giorno.
Eutòpia, che dà il titolo all'intero lavoro, lo chiude anche.
Un augurio per creare un mondo migliore, un mondo comunque possibile.
In puro stile Litfiba, celebra tutti gli strumenti, in un brano arioso, aperto e solare, con una sognante coda finale il cui sound sembra volersi riallacciare a tutta la produzione del passato, abbracciandola.

               


PROMOZIONE

Il 6 dicembre 2016, in occasione del compleanno della band, Piero e Ghigo sono ospiti nel programma Edicola Fiore di Sky.
Pelù scherza con Fiorello anche sulla questione della "matita cancellabile" avvenuta appena due giorni prima, durante il Referendum.




In questo frangente, propongono anche uno stralcio in acustico di Vivere il mio tempo: ormai hanno fatto pace con l'album Infinito:


             


IL TOUR

Con Eutòpia diventato Disco d'Oro, i Litfiba si esibiscono per tutto il 2017 in un trionfale tour che abbraccia diversi palchi, anche quello del Wind Music Awards.
Questo nuovo ciclo di concerti termina il 2 settembre 2017 a Prato, ma è il 31 marzo precedente che la band dimostra di essere ancora regina del palco: in diretta RTL (radio e TV), l'Eutòpia Tour infiamma il Mediolanum Forum di Milano, in un lunghissimo concerto che spazia in quasi quarant'anni di carriera.
Io vi lascio il video dell'intera serata, ma vi consiglio assolutamente di vedere cosa succede dal 2:06:22, quando parte El Diablo:

              

Incredibile, vero?
Pelù, in una omelia diabolica, riesce a far genuflettere un intero palazzetto, sotto il commento incredulo dei due conduttori radiofonici.

IL FUTURO

Da allora, la band si è rimessa in pausa in attesa di produrre nuovo materiale; nel frattempo sono stati ristampati, in formato speciale, alcuni album del passato.
A fine 2020 il triplo vinile di Colpo di Coda, originariamente uscito nel 1994, arriva ai primi posti di vendita.

Fonti consultate
P. Pelù (con M. Cotto), Identikit di un ribelle, Rizzoli, 2014

[DIARIO MENSILE] zona rossa, sensazioni e vino

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Gradualmente in un nuovo lockdown, mentre il mite autunno (mai bello come quest'anno, ovviamente) cede spazio al freddo sempre più pungente.
Il San Martino -per me sacro, da festeggiarsi tra salsicce, castagne e vino- è passato con le stesse pietanze ma in una dimensione molto casalinga.
Da molti giorni avevo ridotto le mie uscite, essendo il posto dove vivo già di suo probabile zona rossa, a forte rischio.
Insomma, mi sono concesso una nuova pausa, per dedicarmi ad altro.

Gli amici non sono abbandonati, perché ho continuato a uscire con loro finché si è potuto, e sempre ovviamente con ogni precauzione possibile.
Amo prendere il sole, il tiepido sole autunnale.
L'autunno mi fa pensare anche sempre a casa in Puglia; alle passeggiate dopo pranzo, a quella luce ancora forte, alle giornate che si accorciano su una cittadina che si spalma verso le campagne.
Mi viene così, un po' di malinconia.
Forse perché non posso tornarci, per ora.

Avete presente quando di colpo il passato vi chiama?
Sarà che sei abbastanza sereno con tutto e tutti, anche persone lontane, e dunque il cervello vaga contento e rilassato.
Nonostante qualche contrattempo, nonostante comunque sia abbastanza fermo con tutti i progetti lavorativi; ma poi arrivano nuovi (vecchi) giochi e contatti da un passato lontano, e anche questo contribuisce a portare la testa verso ricordi di sensazioni.
Si tratta di questo: sono sensazioni remote, belle, che riaffiorano.
Figure e sfumature, momenti ripetuti nelle giornate che furono.
E voglio farle rientrare nel mio eterno presente: ho pagato il pedaggio per proseguire, viaggiare, tornare.

[FUMETTI] Samuel Stern n.13, Tra due mondi - la recensione (no spoiler)

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Tanti auguri a Samuel Stern, che compie un anno e con questo tredicesimo albo entra nel suo secondo anno di vita editoriale.
E lo fa con un numero che ancora una volta sorprende per quanto gli auturi stiano cercando di non ripetersi mai, nonostante l'argomento cardine sia sempre e solo la possessione demoniaca.
Incredibile, infatti, come si riesca a declinare tale argomento in modi inediti, creando un mosaico che riporta finalmente in scena un personaggio amato/odiato -ma sicuramente interessante- e una storia che riesce a sorprendere tra rivelazioni, sentimenti e qualche piccolo colpo di scena ben riuscito.

Lo dico subito: per mio puro gusto personale, avrei fatto evolvere diversamente la questione nella parte centrale-finale dell'albo, nello svolgimento e confronto con il demone, che comunque funziona.
Ma lo sapete, sono molto particolare riguardo certe questioni.

L'albo è una veloce stilettata, che non permette volutamente di assorbire quel che avviene (la vita di una persona che travolge un po' quella di Samuel), ma questo serve anche a far tornare quel sereno che aspettiamo.
Sì, è un po' come una tempesta, questo albo, specie per il protagonista.
Chiamato da una vecchia conoscenza sempre un po' stronza ma pragmatica e ferrea (sicuramente tra i migliori characters creati per la testata), Samuel deve indossare tuta e scarpe da ginnastica per interagire con uno dei protagonisti di questa nuova storia, non posseduto ma... quasi.



Infatti, è qui l'inghippo, è qui la novità: in una dimensione onirica (e sapete quanto io adori l'argomento), in bilico tra due mondi appunto (sogno e realtà) i demoni potrebbero trovare un modo per esprimere la loro forza.
Con inganni, confuse visioni e conseguenze impreviste sia per i personaggi dell'albo (nell'immediato) sia per il mondo intero (motivo per cui questa attività onirica viene attenzionata e monitorata).




Interessante lo studio condotto dagli autori (Filadoro - Fumasoli e Savegnago) sul corpo astrale e il viaggio nei sogni.
L'onironautica è un campo molto particolare, che in Samuel Stern diventa qualcosa che può legarsi alla trama orizzontale.
Trama di cui, anche in questo numero, sapremo qualcosina: sia per quanto riguarda le storie dei personaggi, sia per quanto riguarda la "situazione demonologica".
Disegni di Marco Perugini, in linea con quelli degli albi dallo stile più "minimal".



Samuel Stern n.13 è in edicola dal 28 novembre.

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[_MOCTURNAL_] uno strano, affascinante palazzo

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_Mocturnal_ è l'etichetta "weird" del blog, quella per argomenti sì pop, ma anche abbastanza "fuori orario".
Oggi vi porto in un luogo per me davvero simbolico e importante.
Sapete, uno di quei posti che -sin dalla prima volta che li vedi- ti sembrano impressionanti, fanno parte della tua vita.
Sarà successo anche a voi.
In questo caso specifico parliamo di un palazzo. Uno strano e affascinante palazzo.

Non ricordo nemmeno quando posso averlo notato la prima volta, ma certamente ero bambino.
In seguito, pensate, ho frequentato una palestra attigua proprio a questo palazzo, ma dalla parte posteriore.
Mi sono sempre chiesto chi ci vivesse, perché dietro fosse "tagliato" così, senza sporgenze né balconi; ma soprattutto perché avesse questo stile newyorkese anni '30.
Fino a quando, una volta ai tempi della terza media, non ci sono entrato.
Ricordo molto poco, sinceramente: c'era una portineria, proprio un gabbiotto dedicato al portiere; il palazzo era davvero molto vecchio (ringhiere interne, scalinate... proprio una costruzione fuori moda).
L'appartamento in cui entrai (il nonno di un mio amico di allora) non me lo so figurare; ma so che erano davvero pochissimi ad abitare lì: forse solo un'altra persona, in un altro appartamento.

Oggi continua a essere abitato, perché recentemente ci sono passato di sera e ho visto che c'erano le luci accese, in una vetrata inquietante dalla quale si intravedono ombre di piante.
Penso subito a qualcosa di Dario Argento o Pupi Avati.



Ma da fuori ovviamente mi ha sempre ricordato sia la caserma dei Ghostbusters, sia ovviamente il palazzo dove vive Ryo "City Hunter" Saeba.
Sembra in effetti una delle vecchie fabbriche americane, tipo la fantomatica Cotton dove non è mai avvenuta nessuna strage di donne quell'8 marzo di non si sa quando.




In effetti qualcuno ci vive: cercando materiale con Google Street Wiew, mi sono imbattuto in questo "momento", dove si vede chiaramente un signore (anziano, pare) all'interno del portone di ingresso.



Se potessi, comprerei questo palazzo e ci vivrei proprio come Ryo Saeba, ovviamente svecchiandone gli interni.
Questa costruzione è così fortemente radicata in me che l'ho idealmente utilizzata come location sia per un racconto poliziottesco sia come ideale sede fisica del blog in un fumettino che realizzai.




So che può sembrare inquietante, e in effetti un po' lo è: ha un fascino vintage anche un po' strano, lo ammetto.
Ma sembra una di quelle cose che mettono soggezione solo di notte: basta un po' di luce perché sembri un palazzo normale e semplicemente particolare.
Voi come lo trovate? Vi piace?

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