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[SATURDAY SUPERPOST] speciale Sailor Moon

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Saturday Superpostè la raccolta (tre alla volta) di alcuni articoli del passato, lontano e recente, uniti tutti da un comune denominatore.
Per chi li ha persi, per chi vuol rileggerli, per chi vorrà tornare a curiosare in tre post cult del Moz O'Clock.
Questo sabato arriva un famoso personaggio che ha segnato il pop degli anni '90: Sailor Moon.
L'eroina giapponese, tra le più amate di anime e manga, torna sul blog per ripresentarsi con curiosità e particolarità...

Iniziamo dal ripassare l'opera, dall'inizio alla fine.
Questo è il riassunto completo della storia, dal punto di vista della serie animata anni '90!
Lo trovate qui: https://mikimoz.blogspot.com/2018/09/sailor-moon-riassunto-completo.html



Sapevate che gli americani del gruppo Saban, noti per il successo dei Power Rangers e per l'importazione e i nuovi adattamenti di diversi anime, pensarono anche di realizzare un remake di Sailor Moon?
In un misto di live-action e cartoni animati, quella che è nota come Saban Moon avrebbe ovviamente stravolto personaggi e storie.
Qui ogni particolare: https://mikimoz.blogspot.com/2018/03/sailor-moon-serie-saban.html



Dagli USA torniamo in Italia: per Sailor Moon, enorme successo sulle reti Mediaset, venne pensata e scritta una serie "patchwork" di idea totalmente nostrana.
Rimontando e ridoppiando le scene delle prime quattro stagioni, si sarebbe andata a creare una storia completamente inedita. Tutti i dettagli qui: https://mikimoz.blogspot.com/2018/06/sailor-moon-e-il-signore-del-tempo-mediaset.html

Eravate a conoscenza di queste curiosità?
Vi piace Sailor Moon?

leggi anche


[ARTE] il mondo retronostalgico di Rachid Lotf

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Conoscete Rachid Lotf?
Artista, classe 1984, probabilmente ne avete incrociato delle opere su Instagram.
Re dell'arte retronostalgica e retromaniaca, ha un solo scopo: farci rivivere la nostra infanzia.
Qualsiasi argomento si tocchi, ovviamente in chiave nerd-pop.
Probabilmente lo avete visto anche qui, un paio di volte: le sue immagini sono apparse sul blog.
Oggi voglio mostrarvi cosa realizza, come lo realizza ma soprattutto cosa riesce a suscitare...

Vi metto una carrellata (assolutamente incompleta) delle sue opere.
Noterete che hanno tutte alcuni minimi comuni denominatori.



Il passato: anni '80, anni '90...



Ma soprattutto dimensione d'infanzia...


...e ovviamente una cameretta!




Non manca nemmeno la declinazione horror...



Ci sono anche gli anni 2000...



...perché l'essenziale è imprimere una dimensione nostalgica ideale.



Ossia: quel che ci piace e ci ha visto crescere.




Esattamente: Rachid Lotf è probabilmente colui che (ovviamente involontariamente) ha disegnato la mia idea di vita e sensazioni, la mia concezione di dimensione ideale.
Sapete quanto ami le camerette (ne parlammo QUI), luoghi che racchiudono la vera essenza delle persone.
E appunto, sapete anche quanto io consideri passato-presente-futuro come un unico momento temporale: l'essenziale è che ci siano soprattutto le cose belle.


Sul suo sito, RachidLotf.com, vende queste opere.
Vi accorgerete che sono anche veri e propri modelli personalizzabili. Ossia: potrete indicare voi stessi come "addobbare" la cameretta, tra poster, videogames, film, fumetti e gadget.
Conoscete Rachid Lotf?
Che ve ne pare?

[VIDEO] Mukbang Italia MikiMoz - hot dog e racconto di vita

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Bentrovati, Clockers!
Nuovo mukbang (trasmettere mangiando), stavolta con ben tre hot dog!
Uno è il classicissimo ketchup + maionese, ma gli altri due li lascio scoprire a voi.
Inoltre, penso di aver trovato la formula giusta per gli argomenti di cui parlare: tutte cose che riguardano... me stesso!
E devo anche chiedervi qualcosa in proposito, ma andiamo con ordine.



IL VIDEO MUKBANG HOT DOG

Stavolta, mangiando tre hot dog (uno dei quali, l'Imperiale, lo creai proprio durante una mia precedente occupazione lavorativa), vi parlo ancora un po' di me.
Ho notato, infatti, che alcuni di voi non hanno ancora (giustamente) chiaro dove io viva, perché parli ora di Abruzzo ora di Puglia, cosa mi lega alle due regioni...
Insomma, con tre bei paninozzi ricchi di wurstel, chiariremo definitivamente tutta questa situazione!
A voi, buona visione!

              


Spero dunque che le mie ricette possano piacervi, e che finalmente non vi siano più dubbi sulla mia vita a perenne cavallo tra due regioni!
Ma soprattutto, voglio chiedervi: suggerite pure argomenti per i prossimi mukbang, personali/generali!
Aspetto le vostre richieste!


gli altri mukbang

leggi anche

[DOCUMENTARIO] Tg2 Dossier: Mitici anni '80 - adolescenti per sempre, una riflessione

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Non so se avete avuto modo di vedere Mitici anni '80 - adolescenti per sempre, documentario Tg2 Dossier del 28 novembre.
Cinquanta minuti in cui sono stati toccati diversi argomenti, in chiave sociologica: ovviamente il tempo è poco e non tutto può essere approfondito, chiariamolo subito.
Però mi è sembrato un documentario preciso almeno per quanto riguarda le riflessioni che potrebbe far nascere.
Lo trovate a questo link:http://www.tg2.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-b8cde59f-30b1-449a-9601-e29dbc0e6225-tg2.html


Gli anni Ottanta in Italia, per l'Italia, dal punto di vista italiano.
Alla base c'è questo e così si spiega anche il perché di prodotti storicamente precedenti o leggermente successivi.
Già, come dico sempre, gli anni '80 che noi abbiamo vissuto, con un'immersione nella cultura pop americana ma anche giapponese, hanno fatto sì che nel calderone finisse anche qualcosa degli anni '60 ma soprattutto degli anni '70, senza considerare "l'onda lunga" che si estese per tutti i primi anni '90.




E infatti, è questo il mondo che amo e che tratto sul blog: non il decennio ottantiano in sé, ma l'intero calderone di cui sopra; l'intera cultura popolare fatta di brand del passato e cult del momento (e che sono attuali ancora oggi).
Abbiamo vissuto anche noi quell'edonismo reaganiano che voleva spazzare via i ruggenti (ma fin troppo politicizzati e crudi) anni Settanta, vero.
Ma lo abbiamo vissuto comunque a modo nostro: pur immersi in un'ondata di prodotti fortissimi che arrivavano dall'estero, non ci è mai mancata la nostra italianità.
Spesso, infatti, i nostri stessi prodotti riuscivano a stare al pari (se non anche a superare) i miti americani o giapponesi, convivendo tutti assieme per la nostra immensa gioia, in un'unica grande qualità.




Il documentario a firma di Adriano Monti Buzzetti, si avvale delle ricerche di Monica Solarino, del montaggio di Mattia Tomassini e della grafica di Alessandro Cossu.
Ripeto: non può essere, chiaramente, un qualcosa di approfonditissimo.
Non basterebbe un'intera trasmissione televisiva stagionale, per parlare in modo serio degli anni '80.
Ma questo Tg2 Dossier ci prova, se non a essere approfondito, almeno a non cadere nelle solite banalità.
Interviste all'attuale direttore di Cioè, ma anche a Renzo Arbore; a Go Nagai (sono finiti davvero, i tempi in cui in TV era strano parlare di anime e manga!). Ma anche a economisti e critici.




Documenti dell'epoca, su musica, stile, cibo, oggettistica, collezioni, personaggi, eventi, televisione, moda, cinema.
Un'analisi veloce ma precisa, che arriva a toccare anche la retronostalgia e la retromania: non poteva essere altrimenti.
Dunque viene detto chiaramente che gli anni '80 sono (stati?) un decennio forte, forse patinati ma assolutamente fighi: motivo per cui interessano anche chi non li ha vissuti, e che oggi vengono riproposti in numerose produzioni attuali.
E già su questo potremmo tornare a parlare molto presto...



Una "favola che illude ancora", quindi. Vero.
Furono un'illusione di ricchezza e benessere, la stessa magia che vorremmo esista sempre. Per stare bene.
Perché, e il sottotitolo dice tutto, noi amanti di tutto questo siamo (condannati a essere, ma con gioia) adolescenti per sempre. Cioè.

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[MIKIPEDIA] novembre 2020

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Che novembre, questo.
Gradualmente da zona gialla a zona rossa, con un lungo periodo arancioni tipo Osho, mentre le saracinesche si abbassavano io ho continuato -finché ho potuto- a uscire e godermi la natura.
Finché ho potuto... anche e soprattutto meteorologicamente, sebbene devo dire che mai come stavolta l'autunno si è mostrato mite e bello, regalandoci neve solo una volta e solo in alta montagna.
Però poi anche il freddo, la pioggia e la nebbia. Alternandosi a belle giornate.
E sì, sto davvero riscoprendo al 100% il mondo che mi circonda: faccio sempre più caso a dettagli che prima non notavo; da questa estate mi sembra di avere un visione wide screen delle cose attorno a me.
Ecco il consueto report fotografico e bloggheristico!

IL VIDEO DI NOVEMBRE 2020

Moltissima natura, tantissime passeggiate (urbane, sub-urbane ma soprattutto escursionistiche), citazioni e... canzoni.
Se una vi sarà nota perché è il jingle di un noto spot, l'altra (che cant-- emh, storpio nella clip della spesa) la lascio indovinare a voi. Titolo e artisti.
Comunque, un (finto, diciamolo) lockdown che assolutamente non mi ha frenato.
A voi, buona visione!

              


FOTORESOCONTO DEL MESE

Si inizia con una lunga passeggiata domenicale, post-pranzo.
Ed è subito sera, per citare un tizio.

Pietro, Daniele, Giuseppe, Moz


Certo la vita è beffarda: giornate magnifiche, proprio ora che non possiamo godercele con tutti i crismi.
Non ci fosse stata la pandemia, immagino avrebbe piovuto e tuonato sette giorni su sette.


lottizzazioni

 
Sempre in movimento
, lunghe camminate pomeridiane.


bridge boys con Stefano


Giuro, sono stato sempre in giro finché ho potuto...


Moz e Stefano


Con tardopomeriggi niente male...

Moz, Giovanni, Stefano


E modi di rivedere gli amici di sempre evitando assembramenti...


Stefano, Giovanni, Emanuele, Moz


Le domeniche sono ancora caratterizzate dalle escursioni...


Pietro, Moz


Vi rimando al video per vedere cos'è successo di preciso in questi momenti...


Moz, Gius, Pietro


L'ultimo whisky (per ora), asportato dal bar...


Moz e zio Jack


Dialogando sulla situazione in corso (vi ricordo che il mio paesello è stato un fokolayo tipo Kodoño)


Gius, Stefano, una gatta, Moz


Ancora nella natura, mesopotamici (letteralmente: eravamo tra due fiumi).


Stefano, Moz


Le ultime sere prima che tutto chiuda pessèmpre pessèmpre pessèmpre!


Pietro, Moz


Compleanno del blog e megadiretta.
Qui preparavo l'armamentario. Se volete rivedere il party a distanza, potete cliccare su questo link: https://www.instagram.com/tv/CHqqNrXK0LM/


Partyboy


E poi si torna di colpo, prepotentemente, negli anni '80.
Anche se sono riedizioni attuali, i Masters conservano sempre il fascino e la forza (anzi, il Potere) del passato.
Per me gli unici dèi in cui credere sono loro: il Dio del Bene, muscoloso e pompatissimo He-Man; e il satana del Male, il terribile Skeletor.

I have the Power... again!


Videochat pensierose parlando di cinema...

Fede, Moz

E novembre, con fuori il freddo e la pioggia, termina per me in modo casalingo: letto, coperta, TV e una tisana calda.


gunnàit

IL NOVEMBRE 2020 DEL MOZ O'CLOCK

Anche stavolta mi avete regalato trenta giorni da top ten, superando accessi e interazioni del mese scorso: thanks!
Ma al di là dei numeri di Analytics, dispiace constatare come la blogosfera sia ormai un campo di battaglia tutti contro tutti.
Finita da un pezzo la golden age del fare rete, penso non ci sia più rimedio.
E allora, come vi sto spiegando da questa estate, pian piano tornerò alle origini: quando si scriveva esclusivamente per il proprio progetto.
Avete notato sicuramente che la frequenza di pubblicazioneè già aumentata (con questo, sono 44 articoli, in fila per tre col resto di due) e poco a poco mi dedicherò quasi totalmente alla qualità del Moz O'Clock.
E almeno pare proprio che questa ci sia, stando ai commenti e feedback ricevuti in giro per la rete: ne sono orgoglioso e contento.

Novembre 2020 segna la fine della quattordicesima stagione e l'inizio del quindicesimo anno di vita del blog.
E ho voluto chiudere con gli ultimi spari e una chiamata alle armi per quanti vogliono scrivere sul Moz O'Clock (QUI trovate cosa/come fare).

l'immagine giudicata satanica e massonica


Tra gli articoli più apprezzati e ricondivisi, la panoramica sulle linee e le opere mai realizzate dei Masters of the Universe (QUI), un megariassunto della storia completa di City Hunter(QUI), il post dove abbiamo parlato della Sindrome di Peter Pan (QUI), che è anche il più discusso assieme al case study sul fenomeno delle scarpe Lidl (QUI) e al guest-post sul fenomeno TikTok (QUI).
Per non parlare del già cult sugli anime Mediaset dimenticati degli anni 2000 (QUI).




Dunque, per il prossimo mese mi troverete anche sulla fanzine Diabolikando, per la quale il fondatore ha richiesto un mio articolo inedito (per me un onore!!); mentre ovviamente il dicembre del Moz O'Clock sarà scandito dall'atmosfera natalizia, ma mai prima del tempo!
Infatti, ci addentreremo nelle Feste 2020/2021 solo dalla metà del mese, che sarà un mese giocattoloso, nostalgico e spero magico... nonostante tutto!

A voi, buon dicembre!
Com'è stato il vostro novembre?
Raccontatelo, se vi va!

[NERD NEWS] Occhi di Gatto su Prime Video, Ducktales su Disney+, il remake di Drakwing Duck, il ritorno delle MicroMachines, l'anime di Cestvs, il futuro di Daredevil, nuova serie per Lynch

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Vediamo insieme le notizie nerd di questi giorni: andremo a toccare tutte e tre le principali piattaforme streaming, parleremo di reboot, di ritorni e di cult manga che diventano cartoon.
Pronti?


OCCHI DI GATTO SU PRIME VIDEO

È appena tornato anche tutte le sere su Italia 2, ma Occhi di Gatto (che ha appena compiuto 35 anni italiani, QUI una retrospettiva) sbarca da oggi anche su Prime Video di Amazon.
E con le tre sorelle Tashikel arrivano anche altri titoli per Yamato Video!
Dal 15 dicembre sarà disponibile anche la seconda e ultima stagione dell'anime.



DUCKTALES SU DISNEY PLUS

Finalmente dopo mesi e mesi... arriva anche sul Disney+ italiano la serie classica DuckTales - Avventure di paperi.
Le prime due stagioni saranno disponibili da venerdì 11 dicembre, ma con una brutta e bacchettona sorpresa: due episodi (Paperino e la mummia vivente e La guerra privata di Jet) non figureranno nel catalogo, ritenuti inadatti per il pubblico odierno.
Si rasenta il ridicolo sempre più, ma così stan le cose: anni di cagate buoniste hanno portato a questo scenario.



IL REMAKE DI DARKWING DUCK?

Il personaggio ha già debuttato nella nuova serie reboot DuckTales (bellissima, tra l'altro: QUI una recensione).
Ma pare proprio che Darkwing Duck avrà una show tutto suo... Siete pronti a bisbigliare ancora una volta "dagli addosso, Duck!"?





IL RITORNO DELLE MICROMACHINES

Anche in Italia, grazie alla Giochi Preziosi, tornano le macchinine più piccole di sempre!
Un rilancio mondiale che coinvolge per fortuna anche noi... già tanti sono i playset disponibili, vi lascio il link del sito, QUI.



CESTVS, L'ANIME

Era il manga "gemello" di Berserk, sulle pagine della stessa rivista giapponese.
Cestvs (Cestus, ovviamente), è il crudo racconto di un gladiatore nell'Antica Roma.
Quindici volumi del fumetto, pubblicato dal 1997 al 2009, sono trasposti ora in animazione.
Un gioiellino del passato che meritava una ribalta di questo tipo...
Tratto dal fumetto di Shizuya Wazarai, dal 2012 al lavoro su un sequel, ecco il trailer di Cestvs: the roman fighter!


               

 

DAREDEVIL ALLA DISNEY

Scadono alla Netflix le esclusive sull'utilizzo di Daredevil e i personaggi di questo mondo.
E i fan si sono scatenati, chiedendo alla Disney (ora completa proprietaria dei diritti) di riprendere la lavorazione della serie televisiva sullo scavezzacollo in rosso.
Impossibile, probabilmente, vederla su Disney+ (che ha fin troppi problemi formali, per i contenuti: vedi sopra con la notizia su DuckTales), ma almeno su Hulu potrà continuare.
Questo almeno è ciò che gli affezionati sperano. Ma anche gli stessi attori del serial.




WISTERIA

Nome di lavorazione misterioso e wisterioso, per il nuovo progetto di David Lynch.
Se non ci fosse stata la pandemia, forse le riprese sarebbero già terminate.
E no, nonostante la presenza di Laura Dern e Naomi Watts (pare), non si tratterà di Twin Peaks (forse), anche perché Mark Frost non è coinvolto nel progetto.
Chissà dove ci porterà questa nuova limited series in (si dice) fino a 25 puntate... per Netflix.
Glicine, dopotutto, non è un brutto nome...




ancora qualche notizia?

[FUMETTI] Diabolik - Vite al margine, la recensione (no spoiler)

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L'anno diaboliko si chiude alla grande, con una storia veramente bella e mozzafiato.
La costruzione dei colpi di scena è così veloce che funziona proprio perché non hai tempo di rifletterci troppo, lasciandoti trasportare da una trama che passa sapientemente da un registro all'altro, colpendo il lettore.
Vite al margineè il dodicesimo numero di Diabolik del 2020, ed è davvero un gran bell'albo.
Cosa può spingere Diabolik a interessarsi di due ragazze senzatetto?
Eppure, Luisa e Olga si ritroveranno di fronte proprio l'implacabile assassino.
Una vita di stenti, di avventure ai margini della società, di pericoli che provengono da ogni angolo: così vivono le due barbone, ma Olga è una nuova, non sa bene come muoversi; Luisa è più scaltra, sa da chi guardarsi.




E alcuni malavitosi sono in cerca di una certa Noemi, incrociando le strade con le due ragazze.
Ma il tutto ha anche a che fare anche con un colpo che Diabolik e Eva stavano preparando: obiettivo Ennio Koeller, produttore cinematografico, in realtà boss del riciclaggio.




Come potranno convergere tutti questi elementi, lo lascio scoprire a voi.
Perché niente è come sembra e molte situazioni si ribalteranno, portando Diabolik e Eva in situazioni davvero impreviste e imprevedibili.




Più di un rimando al "mondo diaboliko", citando un certo personaggio che di tanto in tanto ricorre nelle storie oppure frasi cult o ancora un piatto (culinario) già apparso in precedenza, ma c'è anche un autoironico omaggio ai registi Manetti che hanno filmato/firmato il film su Diabolik in uscita: in questa storia vengono chiamati Manet Bros, e sono proprio loro!




Dunque, ottimo episodio che chiude un'annata ricca e spettacolare: Palmas e Pasini firmano il soggetto, quest'ultimo anche la sceneggiatura assieme alla Finocchiaro.
Ai disegni, dettagliatissimi, classici e precisi, c'è Di Bernardo coi retini di Castagna.
La copertina è ormai appannaggio fisso di Matteo Buffagni.
Correte in edicola.

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[GIOCATTOLI] tutti i set Lego Castello - vol. 1, Classic Castle (1978-1983)

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Continua la riscoperta delle linee Lego più cool di sempre: dopo la Città (articolo QUI) e i Fabuland (articolo QUI), analizziamo anche l'amatissima categoria Castello.
Iniziando dalle origini, da quella che viene chiamata linea Classic Castle, da quella che ci presentò l'ormai iconico "castello giallo".
Non è una linea perfetta, ha ancora molto di antico (i cavalli... si costruivano!), i colori più appropriati non venivano ancora utilizzati.
Tuttavia è innegabile che i set che vedremo conservano un fortissimo fascino retronostalgico e vintage.
Si parte (le foto sono prese dal sito Brickset.com)!



Ecco il famoso Castello giallo.
Primo di tanti castelli Lego, è colui che ufficialmente dà il via a questa indimenticabile categoria di costruzioni.
Io personalmente ci sono legatissimo perché rappresenta la chiave per comprendere uno dei miei sogni ricorrenti (ne abbiamo parlato QUI).
Il designer di questo playset (e di tutti quelli che seguiranno) è Daniel August Krentz.
Immaginate quanto si sia dovuto ingegnare per ideare e realizzare cose simili, con forme e colori limitati!
Siamo nel 1978, questo stesso castello sarà riproposto nel 1981 per il mercato americano.

 



La concezione della struttura "apribile" grazie alle clip, verrà ripresa anche per tutti i castelli che verranno nei primi anni '80.
Da segnalare la particolare finestrella rossa e il portone posteriore.
Grande varietà per la fantasia sugli scudi; molto belli gli elmi dei cavalieri: per ritrovarne di più particolari bisognerà attendere poi molti anni.
Del 1979 sono invece queste minifigures, che non presentavano più il "pezzo aggiuntivo" della pettorina, ma avevano già il simbolo prestampato:

Sempre lo stesso anno, e poi riproposta nel 1981 per l'America, è la Giostra dei cavalieri: coloratissima e ricca.
Presenta due sovrani (solo la regina verrà riproposta in un playset analogo, mentre per il re bisognerà attendere molto).
Da segnalare il cipresso, che man mano fu tolto dai playset Lego...


La Parata del cavaliere ha avuto ben due packaging: uno per la versione originale europea del 1979, l'altro per quella americana di due anni dopo.



Nel 1980 non uscì nulla, mentre il 1981 servì a lanciare la linea Castle in America, come abbiamo visto.
Anche nel 1982 non venne prodotto niente riguardo l'argomento Castello.
Solo nel 1983 si segnala l'uscita di queste Castle Figures.


La linea Classic termina così: ma è solo l'anticamera di una wave ricca e fantastica, da sogno, moderna.
Questo, infatti, è solo l'inizio, una sorta di"prova generale" per quel che verrà, e che vedremo nei prossimi post...

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[MUSICA] Così Celeste (Zucchero, 1995) - tra spot e (falsi?) ricordi

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Potrebbe essere di chi spera, ma nel mio cuore è mia.
E questo potrebbe essere un post che abbraccia varie etichette e rubriche del Moz O'Clock, dalla musica al Cercaricordi, dalla pubblicità all'Effetto Mandela.
Canzone associata ormai a Natale, la bellissima Così Celeste di Zucchero viene spesso scambiata per una canzone d'amore.
Effettivamente qualche passaggio del testo può fuorviare; ma il significato di questo brano è il rapporto personale e quotidiano con la fede.
Nell'articolo che segue, faremo un bel viaggio tra videoclip, spot e anche ricordi. Forse falsi, forse no.
Con una indagine personale e conclusioni sul mondo delle réclame.


Così Celesteè la nona traccia dell'album Spirito DiVino, che Zucchero pubblica nel 1995.
Un successo enorme, consacrato dal lancio come singolo nel 1996 e dalla presenza nella compilation Greatest Hits dello stesso anno.

COSÌ CELESTE: IL VIDEO ORIGINALE

Come si evince dal video, non c'è nulla che rimandi al Natale.
Anzi c'è un bosco con le fate. Io stesso non associo questa canzone alle Feste, avendola conosciuta prima dei famosi spot... anzi la associo a vacanze sulla neve in febbraio e alla primavera.
Questo è il videoclip ufficiale, che però taglia un po' a canzone in qualche punto, rispetto alla versione su disco:


               


COSÌ CELESTE: CON PAVAROTTI E IL PICCOLO CORO DELL'ANTONIANO DIRETTO DA MARIELE VENTRE

Tante sono le versioni disponibili, di Così Celeste.
In inglese e spagnolo, cantate dallo stesso Zucchero.
Persino cover straniere elette come miglior brano natalizio.
Ma, su tutte, adoro il brano live interpretato da Zucchero con Pavarotti, e con il Piccolo Coro dell'Antoniano diretto dall'indimenticabile Mariele Ventre.


               


COSÌ CELESTE: GLI SPOT SAPORI

Tra il 1997 e il 1998, e andati in onda per qualche anno, ebbero molto successo due pubblicità della Sapori. Inutile dire che il passaggio "e mi fa ridere, bestemmiare" era ovviamente omesso.
Nella prima, un Babbo Natale durante la notte del 25 dicembre si rivelava essere la compagna del protagonista:


               


Nell'altro, una donna entra in una bottega dolciaria per chiedere informazioni: il pasticciere le indica la strada in modo speciale:

               

Già questa seconda réclame non aveva più niente di natalizio.
Eppure, grazie alla Sapori, Così Celeste si è impressa nella nostra mente come canzone da associare al periodo delle Feste.
Incredibile, vero?
Ma c'è dell'altro...

I MIEI RICORDI

Avrei giurato, scommettendoci pure, di aver sentito Così Celeste fino a non tantissimi anni fa, in spot legati al Natale.
E avevo anche un vago ricordo di Sandrino che, una sera, mi parlò proprio di un'altra azienda che aveva usato la canzone di Zucchero per spot natalizi, "sottraendola" dopo anni alla Sapori.
Ne abbiamo discusso a lungo, coinvolgendo anche Stefano, che ricordava un panettone o qualcosa del genere, ma niente: nessuna traccia in rete.
I ricordi di Sandrino riguardavano invece un albero Ferrero + Kinder che si componeva coi dolci.
Ed effettivamente l'unica altra traccia "recente" di spot con Così Celesteè proprio una pubblicità della Ferrero: quella dei trent'anni del Ferrero Rocher, mandata in onda nel periodo natalizio 2012/2013.


               


Ma, cercando di capire se mi sbagliavo o meno sulla presenza di altri spot (per me potevano anche essere cosmetici e non panettoni, per dire), ho condotto una piccola indagine.
Ho contattato qualche amico nato proprio nel 1997 o 1998, ossia gli anni in cui le pubblicità Sapori, che avevano "legato" Così Celeste al Natale, erano appena uscite in TV.
E loro, per ovvie questioni anagrafiche, non potevano averle viste.
La mia domanda, dopo aver fatto sentire loro il brano, è stata: cosa ti fa venire in mente in ambito televisivo/stagionale, e perché?
Ebbene, queste le loro risposte.

P., 1997, (conosce la canzone): una persona che parla con Dio;
C., 1998, (non conosce la canzone): il volo di un'aquila;
G., 1997, (non conosce la canzone ma riconosce Zucchero): una colonna sonora;
F., 1998, (conosce la canzone): qualcosa di natalizio, ma non la associa a uno spot;
T., 1998, (conosce la canzone): Zucchero all'Arena di Verona;
F., 1998, (non conosce la canzone): un concerto tipo Festivalbar, ma anche atmosfera natalizia;
F., 1998, (non conosce la canzone ma riconosce Zucchero): niente di particolare.

A questo punto ho voluto chiedere ad alcuni "fuori quota", giusto per:

L., 1987, (conosce la canzone): spot Sapori forse ancora in onda, o trasmesso fino a pochi anni fa;
S., 2001, (non conosce la canzone): atmosfere natalizie da chiesa gospel americana;
L., 1992, (conosce la canzone): ricorda gli spot Sapori
L., 1995, (conosce la canzone): pubblicità di un panettone tipo Maina, andata in onda fino a una decina di anni fa.
E., 1995, (conosce la canzone): caldo, estate.

Ora la domanda è: fino a quando lo spot natalizio Sapori è andato in onda?
E perché io sono pronto a giurare di aver sentito Così Celestenon troppo tempo fa, associata al Natale (anche se magari non per la Sapori, sia chiaro)?
Davvero ricordo lo spot Ferrero Rocher come una cosa abbastanza recente -e invece sono passati molti anni-?
Voi che mi dite?




CONCLUSIONI

Incredibile, comunque, la potenza della pubblicità.
Oltre ad aver creato indissolubilmente un legame (concettualmente inesistente...) tra Così Celeste e le Feste, almeno per i nati dal 1992 in giù, è anche rivelatrice di precisi meccanismi mentali.
Secondo voi la Ferrero, con lo spot del 2012 (spot a tema natalizio, ricordiamolo), non ha volutamente ripescato Così Celeste proprio per la sua natura di brano associato inconsciamente al Natale?
Scaduti i diritti alla Sapori, ha scelto un brano che per tanti italiani era già sinonimo di Feste.
E sappiamo bene quanto il Natale sia vincente e prezioso, nell'ambito pubblicitario: ricordate il caso Coca-Cola?


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[FOOD] Sofficini Findus, i gusti scomparsi degli anni '70-'80-'90

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Arrivarono in Italia nel 1975, e come i fratelli Bastoncini, divennero presto uno dei cibi surgelati più amati dalle tavole italiane.
Vero e proprio mito negli anni '80, sono cresciuti nel decennio successivo con l'azzeccata collezione di sorpresine (QUI) e quindi i vari testimonial come la famiglia di serpenti e ricci, fino ad arrivare al camaleonte Carletto che ancora oggi rappresenta il simbolo di questo prodotto.
E se oggi, accanto ai Sofficini "classici" possiamo gustare anche quelli supernuovi come Cheddar e bacon, Salsiccia e patate più mozzarella... tanti sono i gusti che non esistono più, a partire proprio dall'originale...


SOFFICINI NEL 1975: RIPIENO AL FORMAGGIO

Già, perché quando i Sofficini arrivarono nei supermercati, il gusto classico era quello con ripieno al formaggio.
Sopravvissuto fino agli anni 2000, quando poi ci hanno aggiunto anche la mozzarella e dunque è attualmente noto come Formaggi più mozzarella.




SOFFICINI NEGLI ANNI '70

Si aggiungono quelli con ripieno di spinaci, e anche quelli alla carne (una sorta di ragù), presto spariti:




Quelli agli spinaci oggi sono chiamati Spinaci più mozzarella.

SOFFICINI 1979

Veramente dimenticati sono i Sofficini al gusto Peperoni e mozzarella, nati nel 1979:




SOFFICINI PROSCIUTTO E FORMAGGIO

Un cult degli anni '80, divenuti presto classici al pari degli originali: come questi ultimi, ne condividono il destino.
Infatti, non esistono più nella loro forma primigenia, perché dagli anni 2000 la Findus ha tolto il formaggio aggiungendo la mozzarella: ma probabilmente è un cambiamento solo a livello di nome dell'ingrediente, non dell'ingrediente stesso, chissà.

SOFFICINI AI CUORI DI CARCIOFI

Siamo nel 1990 e nella linea Sofficini Findus arrivano quelli con ripieno ai cuori di carciofi.
Anche in questo caso, andarono a morire molto presto e vennero dimenticati, forse perché non incontrarono il gusto dei consumatori italiani:




SOFFICINI ALLE MELANZANE?

In giro per il web si legge di un vecchio gusto alle melenzane, ma non ve n'è traccia né negli spot storici (da cui ho tratto le immagini) né altrove.
La Findus ha effettivamente realizzato piccoli Sofficini con ripieno alla parmigiana di melanzane, ma è roba relativamente recente.
Voi li ricordate?
Ne ricordate altri?

leggi anche

[AFFETTI PERSONALI] la mia diamonica (delle scuole medie)

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Croce e delizia delle scuole medie, l'ora di musica non fu più solo qualche canto o l'accenno di robette teoriche: si doveva imparare a suonare uno strumento.
So che a molti è capitato il flauto, e magari si sono trovati agevolati anche in certi ambiti della vita, ma per la mia classe (e mi sembra scelta anche a votazione iniziale tra i due strumenti a fiato) venne selezionata la famosa diamonica.


Praticamente un minipianoforte da soffiarci dentro, che sennò non suonava.
E c'erano due modi: uno era in stile piffero, appunto, applicando il bocchino nero e suonando con la mano destra mentre la sinistra reggeva il manico in pelle.
Questo era ovviamente il metodo tradizionale, da "saggio" di fine anno.
Poi c'era quello con il tubo bianco, che permetteva di avere la diamonica poggiata come fosse una vera e propria tastiera.




Vi ho già raccontato cosa hanno rappresentato per me le scuole medie (QUI), eppure ricordo che non presi subitissimo confidenza con questa nuova materia.
Chi, della classe, suonava già il pianoforte, era avvantaggiatissimo divenendo anche il preferito del professore.




Tutti gli altri storpiavamo a gogo vari brani: per fortuna non solo classici, perché ricordo che imparammo anche musica pop come Hymne di Vangelis, Yellow Submarine dei Beatles, o persino la sigla della fiction Amico Mio (QUI).
Momento schifo: c'era un pulsantino centrale alla fine della tastiera; premendolo e soffiando, veniva fuori tutta la condensa della saliva, e fare questo occorreva per "ripulire" la diamonica.

Voi avete mai imparato a suonare uno strumento a scuola?
Se sì, vi è tornato utile nella vita?

Gli altri miei Affetti Personali

[BLOG] lunghezza dei post & commenti inutili: parliamone

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Dopo più di tre anni, e stuzzicato dal post di Claudia (QUI) che tanto scalpore ha suscitato, torno a parlare della lunghezza dei post sul blog.
Un argomento che avevo già più volte affrontato, qui e altrove, anche ad esempio in relazione al tempo attivo/passivo riguardo la fruizione di qualcosa.
La questione è semplice e concisa: post lunghi, sì o no?
Come vi approcciate (da blogger e da lettori) a un articolo eccessivamente corposo?
Ne approfitto per chiarire la mia attuale visione di progetto personale e blogosfera, e spiegarvi il perché di quella frase che da un po' di tempo leggete nel modulo per commentare...

PRESUPPOSTI

Partiamo dal sacrosanto diritto di gestire un blog come meglio ci pare.
In bene, in male, è roba nostra e lo sappiamo noi.
E sappiamo bene a cosa si va incontro: sappiamo che gestire il blog in un modo rispetto ad un qualsiasi altro comporterà una crescita o non crescita, un restare per pochi o piacere a molti, ricevere commenti o non ricerverne.
Questo dipende da noi; e se non otteniamo quel che vogliamo, dobbiamo analizzare il nostro stesso progetto, il nostro modo di scrivere e approcciarsi agli argomenti, la nostra presenza in rete.

Altro presupposto: ogni post è un mondo a sé.
A volte bastano pochissime parole, altre volte bisogna essere enciclopedici.
Io come la vedo? Mi autocito, da un articolo del 2017:

I miei post sono lunghi quanto è giusto che siano lunghi.
Se ho bisogno di dire una cosa che sta tutta in dieci righe, non ne uso di più.
Se devo scrivere post più complessi, li sviluppo quanto occorre.
Sto comunque bene attento a non essere troppo -inutilmente, magari- prolisso, per una questione di impaginazione e di leggibilità per i lettori, che comunque non voglio "stancare" (non nascondiamoci: a nessuno di noi piace leggere cose pesanti!).




DISTINZIONI

Riesco a distinguere la tipologie dei miei articoli, e magari creare un "palinsesto" (nel calendario editoriale) che possa tener conto anche dell'alternanza delle stesse, o anche dell'affinità "verticale" e "orizzontale" degli argomenti.
So quindi che posso scrivere post più generici, post di nicchia e addirittura -come la chiamo io- post di "nicchia della nicchia" (quelli più specifici).
A seconda di cosa ho da dire, la lunghezza verrà fuori in modo naturale.
So bene che un post molto tecnico su un argomento piacerà a un pubblico particolare, così come so bene che per lo stesso motivo un post così attirerà molti meno lettori generici
Ma questa consapevolezza mi aiuta anche a calibrare gli articoli per coprire e accontentare un pubblico eterogeneo.

TECNICAMENTE

La SEO, si sa, premia gli articoli lunghi.
Google ti piazza bene (per farla facile, sia chiaro) se scrivi un "pillar article", un post lungo e corposo.
Io credo che il blogging, così come il web tutto, sia in continua trasformazione.
Per me sarebbe assurdo pensare di scrivere, oggi, articoli come facevo nel 2006, 2008, 2014.
E non c'è uno studio, dietro: è una cosa naturale.
La vivi, vivendo il web.
Oggi si ha bisogno di velocità, c'è esigenza di semplicità "ficcante" ma non per questo povera.
Vale anche nel giornalismo classico.




COME LEGGIAMO

Non leggiamo nemmeno più in stile scuola elementare: non ce ne accorgiamo, ma in realtà noi scansioniamo con lo sguardo l'intero capoverso.
Leggiamo velocemente, captiamo tutte le parole in un insieme a cui il cervello dà una sequenza giusta.
Chi scrive, invece, risponde innanzitutto a delle domande.

IL NOSTRO PUBBLICO? NON SONO GLI ALTRI BLOGGER!

Come fa la gente ad arrivare sui nostri blog?
Esistono due modi: il primo è quello dello scambio tra blogger, una pratica antica di quando il blogging era una sorta di diario.
Il secondo è il motore di ricerca.
Le persone cercano qualcosa e trovano noi, e noi dobbiamo rispondere alla loro domanda.
E si sa che il lettore resta poco, sui nostri articoli.
Spesso legge dal telefono, fregandose degli orpelli anche linguistici (sempre più inutili: appesantiscono): ecco perché bisogna ragionare col modello della piramide.
Ossia, dare subito le informazioni principali, e poi -scendendo- svilupparle per chi eventualmente vuol leggerle.
Ma il lettore deve trovare subito quel che cerca. La regola è questa.
Ovvio che nessuno deve sentirsi obbligato a rispettarla.
Ma non ci si può lamentare, poi, se non si ottengono eventuali riscontri.
In ogni caso, penso sempre più che il nostro pubblico non siano gli altri blogger.
Il nostro pubblico sono persone interessate a ciò che proponiamo, e se lavoriamo bene, restano e interagiscono.
Se poi sono blogger anche loro, è un'altra questione.

I COMMENTI

Proprio perché non dovrebbe più esistere l'equazione "se commento, mi aspetto un commento indietro", ormai legata ad altri tempi bloggheristici, ho inserito questo disclaimer:

ricevere commenti fa sempre piacere, a patto che siano commenti pertinenti o che arricchiscano la discussione.
Ricorda: non è obbligatorio commentare se non si ha niente da aggiungere o se non si è nemmeno letto l'articolo! Grazie :)
Perché spesso è imbarazzante ricevere interventi che non c'entrano niente.
Molto "cringe", quell'imbarazzo che si prova proprio per chi scrive il commento, immaginando che verrà anche letto da altri.



CONCLUSIONI

Un post lungo è complicato da leggere, perché il tempo è sempre meno.
Io stesso ragiono immaginando che i miei lettori debbano leggere anche altri spazi web, durante il giorno, e asciugo il più possibile ogni mio articolo nel rispetto di tutti.
Inoltre, è chiaro che un post "complicato" spesso ha necessità di essere lungo, ma possono capitare anche post che si perdono in lungaggini evitabilissime. In ogni caso servirà del tempo, per poterli leggere.
Tempo che non sempre si ha.
Quanto ai commenti, sono io stesso a chiedervi di non commentare se non si ha qualcosa da dire: interventi fuori luogo o inutilmente sterili sviliscono solamente il lavoro che il blogger ha fatto.
E non solo: fidatevi, rendono pubblicamente sciocco chi li scrive.

Che ne pensate?
Per quale tipo di pubblico pensate si debba scrivere?
Amate i post molto lunghi?

leggi anche

[MUSICA] Litfiba Road to 40: quarant'anni di rock

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Ci siamo: tanti auguri Litfiba!
La più importante rockband italiana compie oggi quarant'anni di carriera: tanti infatti sono gli anni passati dalla sera del 6 dicembre 1980, quando la band debuttò sul palco.
Una storia lunga e piena di avventure.
Una storia che abbiamo ripercorso -e ascoltato, grazie alla loro musica- in tantissimi appuntamenti, durante tutto questo anno passato assieme.

Ecco tutti i capitoli che raccontano la grandiosa storia dei Litfiba e di tutti i suoi protagonisti:


Quarant'anni di successi, di sfide, di reunion e di live rimasti negli annali.
Ma anche quarant'anni di album che sono vere e proprie pietre miliari della produzione italiana.
Spaziando tra i generi, dal dark alla new wave, dal rock alle influenze elettroniche e pop, i Litfiba scrivono la storia della musica.
Un compleanno sicuramente particolare: in programma ci sarebbe stato qualche evento per festeggiare, ma forse è solo tutto rimandato alla fine del periodo che stiamo vivendo.
L'anima della band, il duo Pelù-Renzulli, vi aspetta però separata: uno con una diretta e uno con un libro.
Pieroè su Facebook oggi alle 17.30, con Bruno Casini di Controradio:




Ghigoè in libreria con il volume 40 anni da Litfiba, un excursus tra aneddoti e ricordi di una lunghissima carriera:



Dunque, che siate amanti del primissimo oscuro periodo (1980-1982), che siate buongustai della new-wave (1983-1989), che amiate la fase della Tetralogia + Infinito (1990-1999), o gli anni con Cabo e Margheri (2000-2009), o ancora la reunion e le celebrazioni dell'ultimo decennio (dal 2010)... scegliete il vostro brano preferito e rendiamo omaggio ai diablos del rock, ai bandidos della musica, ai barricaderos del palco: tantissimi auguri Litfiba!


[PUBBLICITÀ] Fiat Croma (1986)

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Pubblicità presa dalla rivista Bell'Italia del 1986.
Croma. Il pianeta macchina.
Un'auto che quest'anno ha compiuto i suoi trentacinque anni.
Una pubblicità tipicamente anni '80, sia per i colori che perlo stile.
Oggi sarebbe assolutamente retrowave.
Da notare quella sorta di Tecnodromo che campeggia centrale, e i riflessi dell'auto posizionata su una strada di montaga.

Spigolosa, squadrata, assolutamente futuristica.
La Fiat Cromaè in effetti uno dei simboli italiani degli anni '80.
Prodotta dal 1985 per ben undici anni, fu venduta in quasi mezzo milione di esemplari, ritenuta uno dei fiori all'occhiello della casa automobilistica torinese.
Forse si sarebbe dovuta chiamare Chroma, con un'h che dopo fu intelligentemente omessa.
Chi di voi l'ha guidata?

ami il mondo delle pubblicità? visita anche

[SPOT] Mulino Bianco: La vita è una favola (2000-2003)

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Nel 2000, per festeggiare i suoi 25 anni, l'azienda Mulino Bianco della Barilla fece preparare una campagna pubblicitaria rimasta nel cuore di molti: La vita è una favola.
Tante storie e personaggi del mondo della fantasia vennero riadattati e raccontati in chiave moderna e pop, abbinando loro gli svariati prodotti del Mulino Bianco.
In più, ogni spot era anche accompagnato da brani famosissimi: questo contribuì al successo dell'operazione, aperta ogni volta con un libro di favole che mostrava una nuova "pagina".
Rivediamoli assieme.


Noterete che alcune delle cose reclamizzate non esistono più aggiungendosi alla lista dei prodotti Mulino Bianco scomparsi, che vedemmo QUI.

FETTE BISCOTTATE - ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

Con il brano Lift me up di Geri Halliwell.

              


PAN BAULETTO - ALADINO

Con una versione rivisitata di Nel blu dipinto di blu, uno spot che solo vagamente ha a che fare con la favola in questione (la presenza del tappeto volante).


              


PLUM CAKE - MARY POPPINS

Con Singing in the rain, uno spot molto mood anni '80.


               


PINOCCHIO - RIGOLI

Con Friends will be friends dei Queen, una pubblicità che vinse anche un premio.


              


SACCOTTINI - BIANCANEVE

Una delle più famose, accompagnata da Good morning (tratta da Cantando sotto la pioggia).


              


INTRECCI - ALADINO

Anche qui di Aladino c'è poco, ma almeno l'atmosfera orientale è presente.
Il brano che accompagna tutto è una versione strumentale di Caravan Petrol.


              


NASTRINE - CAPPUCCETTO ROSSO

Spregiudicata, con See the light dei Minty Style.

              


PAN DI STELLE - MARY POPPINS

Altra pubblicità molto famosa, con Sure took magic di Birth.


              


GRANCEREALE - CENERENTOLA

Pure questa pubblicità molto molto famosa.
C'è Angunn con Still remind me.


               


GALLETTI - IL GIRO NEL MONDO IN 80 GIORNI

Questa è arcinota specie per l'abbinamento con Wherever you will go dei The Calling.


              


TENEREZZE -  L'APPRENDISTA STREGONE

La pasticceria della Mulino Bianco presentata con il celebre brano usato in Fantasia.

               


VOLÈ - IL PICCOLO PRINCIPE

Dimenticatissimi, i Volé sono durati poco, ma lo spot qualcuno lo ricorda.


              


SPIANELLE - CIRCO

Anche questi crackers sono spariti nel nulla. Pubblicità dimenticabile.


               


NASTRINE - ROMEO E GIULIETTA

Molto moderna, una pubblicità anche molto elegante.
C'è The look of love di Dusty Springfield, in sottofondo.


              


CAMPAGNOLE - GULLIVER

Altro spot superfamoso, anche qui i Queen con la bella Let me live.


               


TEGOLINI - AVVENTURA

Anche le merendine ebbero il loro momento:


               


I PANI - LA SPADA NELLA ROCCIA

Molto particolare, questa clip: pubblicizzava la linea di Pani del Mulino Bianco.


                


FLAUTI - IL PIFFERAIO MAGICO

Con Azzurro, rivisitata in chiave strumentale.


                


CEREALIX - ODISSEA NELLO SPAZIO

Uno degli ultimi spot della linea, si avvaleva nientemeno che di Rocket Man.


               


SACCOTTINI - SHREK

L'azienda iniziò una collaborazione con alcune grandi produzioni animate.
Shrek entrò nel mondo del Mulino Bianco interagendo coi protagonisti dello spot...
La canzone era ovviamente I'm believer.


               

FLAUTI - SPIRIT CAVALLO SELVAGGIO

I Flauti furono protagonisti della pubblicità con Spirit, accompagnata dal brano Here I am di Bryan Adams.


                

SACCOTTINI - SINBAD

Anche il film Sinbad, pressoché dimenticato, venne associato a uno spot tematico e realizzato appositamente.
Il brano era Rescue, dalla colonna sonora dell'opera.


                


Ricordate questi spot?
Quale tra questi vi è rimasto più impresso?

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[CARTOONS] gli anime acquistati da Mediaset e mai trasmessi

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Torniamo ad occuparci di anime in Italia, e più precisamente di quel particolare periodo tra la fine degli anni '90 e tutti gli anni 2000 quando la moda dei cartoni giapponesi era all'apice.
Abbiamo già visto tutti gli anime dei primi anni 2000, trasmessi da Mediaset ma presto dimenticati (trovate QUI la lista completa); oggi proseguiamo il nostro viaggio con un ulteriore elenco, ma riferito a tutti quei titoli giapponesi che vennero annunciati e mai trasmessi.
Ovviamente bisogna distinguere tra voci e certezze; in ogni caso, dove possibile, potremmo avvalerci di materiale dell'epoca: articoli di vari magazine del settore che testimoniano l'effettivo interesse da parte di Mediaset per certe opere che andremo a riscoprire...

Ci eravamo chiesti come mai tanti titoli siano stati presto dimenticati; ci eravamo chiesti se, a fine anni '90, c'era già l'idea di un canale tematico mediasettiano come fu Italia Teen Television; ci eravamo lasciati con la promessa di esplorare il magazzino Mediaset dove tanti anime sono stati lasciati in giacenza, parcheggiati lì per sempre tra diritti perduti e scaduti.
Mi accompagnano in questo nuovo appuntamento sia Leo Sumeragi, che mi ha aiutato -tra mille ricordi- a fissare questa lista, sia l'espertissimo Mirco Noli, che mi ha dato delle dritte ricontrollando e rendendo più preciso il tutto.
Le foto in esclusiva sono tratte dalle riviste Toki Cartoni & TV, Animania, Benkyo!.

H2 - MOMENTI DI GIOIA, MOMENTI DI GLORIA

Il più noto e famoso tra i cartoon che la Mediaset ha acquistato e non ha mai mandato in onda.
Si parla di una lavorazione datata 1997/98, e infatti ecco che sul terzo numero di Animania (rivista legata alla Dynamic Italia) appare questo "scoop":




Il doppiaggio dell'edizione italiana, per la quale pare fosse stato scelto il nome Momenti di gioia, momenti di gloria, era curato da Ivo De Palma.




KAMIKAZE KAITO JEANNE

Altra serie opzionata dalla Mediaset fu Kamikaze Kaitou Jeanne, internazionalmente nota come Jeanne the kamikaze thief.
Vi mostro l'immagine del listino Toei Animation, datato 1999: era l'anno in cui l'azienda televisiva milanese si interessò di questo prodotto (da notare l'errore nella parola thief, scritto due volte theif).




Che Jeanne, la ladra del vento divino (sarebbe stato questo, il titolo italiano?) dovesse approdare in TV da noi, ce lo conferma questo strillone sulla copertina del terzo numero del magazine Toki cartoni & TV (estate 2001):




E infatti, guardando all'interno del giornale, appare chiaro che la Mediaset volesse mandarlo in onda per la stagione 2002.



KANON, CHOBITS, FULL METAL PANIC!

Altri tre nomi che vennero selezionati da Mediaset dovrebbero essere, stando a questo scoop di Benkyo!, sia Full Metal Panic! (poi andato in onda su MTV...), siaChobits (tratto da un manga delle CLAMP), sia Kanon.



Alcune voci sostengono che effettivamente Chobits sia presente nei magazzini milanesi.




Di Kanon, invece, non si è mai detto più niente...



CYBORG 009, IL REMAKE

Il remake dello storico Cyborg 009, prodotto in Giappone nel 2001, si compone di 51 episodi e ha come sottotitolo The cyborg soldier.
I diritti, secondo quanto dichiarato, dovevano essere stati presi dalla Mondo Home Entertainment, assieme a quelli di Ghost Sweeper Mikami.



Da questo trafiletto non è chiaro se ci riferiva, per un eventuale passaggio TV, a entrambe le serie o solo a Mikami (effettivamente poi arrivata su Italia 1).


Poi però un ennesimo trafiletto, qualche numero successivo (sempre di Benkyo!) scioglie i dubbi e pone Cyborg 009 come proprietà distributiva della Eagle Pictures di Ciro Dammicco, da mandare in TV assieme a quelle Beyblade e Yu-Gi-Oh! che però su Italia 1 abbiamo di fatto visto (e rivisto).


ASTROBOY REMAKE

In quel trafiletto si fa riferimento alla serie Atom, importata dalla Columbia Pictures.
Altro non è che il remake 2003 dello storico Astro Boy: alcune voci sostenevano che anche questo titolo fosse stato opzionato per un passaggio sulle reti del Biscione.
Ma, come per Cyborg 009, anche di Astro Boy non si è mai saputo nulla di una eventuale edizione italiana...


GHOST IN THE SHELL - STAND ALONE COMPLEX

Un bel mistero è quello della serie animata dedicata a Ghost in the Shell.
Il periodo è lo stesso: primissimi anni 2000.
Stand alone complex (S.A.C.) pareva infatti un titolo a cui la Mediaset si era interessata, ma siamo nel campo delle mere voci di corridoio.
Tra il 2006 e il 2007 è uscito in home video per la Panini.


KNIGHT LAMUNE & 40 

Le notizie di una eventuale edizione italiana di questo anime (38 episodi, trasmessi in patria tra il 1990 e il 1991) si perdono nelle voci da fanzine.
Effettivamente, non dovrebbero esserci notizie più certe riguardo un'acquisizione di tale titolo...



L'ISPETTORE FABRÈ

Diverso è il caso di Meitantei Fabre, ovvero L'Ispettore Fabrè.
Sigla italiana già pronta, serie doppiata e persino annunciata per la messa in onda, è saltata all'ultimo minuto per motivi sconosciuti.
Sarebbe dovuta andare nelle mattine dei weekend di Italia 1 (siamo nel 2008), ma venne sospesa e da allora i diritti sono scaduti...




AKAZUKIN CHA CHA - L'ADORABILE LILY

Caso speciale, da meritare un prossimo appuntamento specifico per la rubrica TV FILES, è Akazukin Cha Cha.
Una moderna Cappuccetto Rosso, un anime che in tanti sostengono sia arrivato in Italia con il titolo L'adorabile Lily, passato in sordina solo una volta (e male) nelle mattine di Italia 1.
Tuttavia non v'è traccia alcuna di questa cosa, che sembra essere una leggenda metropolitana, nonostante giri in rete anche un elenco dei titoli italiani degli episodi...



THE BIG O

The Big Oè un anime molto particolare, che fonde robottoni giapponesi (ma declinati in salsa steampunk) all'immaginario pop-gotico tipico di Batman.
In America ebbe un successo clamoroso: stando alla notizia che vi allego, era previsto un passaggio televisivo anche sulla Mediaset, mai avvenuto.


Leggiamo anche che tale opera avrebbe dovuto figurare nel catalogo Yamato Video; ma anche per questa famosa azienda, The Big O non si è mai visto, né in videocassetta né in DVD.



LA RIVOLUZIONE DI UTENA

L'arrivo in Italia di Utenaè stato voluto dalla Yamato Video, che opzionò questo titolo (venduto nei mercati come Ursula's Kiss) evitando un'eventuale forte censura della Mediaset: ne abbiamo parlato in questo articolo, ripercorrendo la storia editoriale di Utena.



E se nei primissimi anni 2000 la serie La rivoluzione di Utena (già doppiata e adattata appunto dalla Yamato) era stata annunciata per il defunto canale Gay.tv, da questo articolo scopriamo che anche la Mediaset, alla fine, avrebbe dovuto trasmettere tale capolavoro.
Peraltro in edizione integrale.


MOON GUARDIAN

Misconosciuta serie televisiva in 22 episodi più qualche OAV, Moon Guardianè il titolo internazionale con il quale la Toei presentò il suo Mamotte Shugogetten.
Anche in questo caso il listino (tratto da Toki Cartoni & TV) sembra lasciare intendere un interesse della televisione italiana per questa opera.



RAVE: THE GROOVE ADVENTURE

Altro caso strano è quello di Rave: The Groove Adventure.
Un titolo su cui molti, pare, si erano buttati a pesce proprio dopo il clamore suscitato da opere dal taglio action-adventure come One Piece: Rave ne avrebbe replicato i successi?


Per molto tempo si vociferò di un approdo di Rave su Italia 1, in concerto con il manga che la Star Comics iniziò a pubblicare.
Eppure la notizia data da Benkyo! parla della Shin Vision per i diritti sia della serie che del fumetto.
E la Shin Vision, se ricordate, aveva stretto collaborazioni proprio con Mediaset (tanto che giravano voci pure di un passaggio TV di RahXephon).
Ma Rave su Italia 1 non s'è mai visto...




ONMYO TAISENKI - CHRONICLES OF YIN YANG WAR

Anime dei primi anni 2000, secondo alcune voci venne opzionato per la televisione italiana.
Una recensione della serie (edizione giapponese) apparve su Benkyo!, poi più nulla: non ci sono altre notizie riguardo questo titolo e la sua effettiva acquisizione da parte di una rete nostrana.


MEIKEN LASSIE

L'anime, di fine anni '90, era tratto da Torna a casa, Lassie!.
È una di quelle tante opere giapponesi che si rifanno alla letteratura europea classica, e per quanto questo titolo fosse allettante pure per il mercato italiano, non lo abbiamo mai visto.
Certo, si vocifera che la Mediaset lo avesse opzionato, ma l'ufficialità sembra essere quella che vuole la serie impossibile da trasmettere al di fuori del Giappone, per una complicata questione di diritti sul titolo dell'opera originale.


DRAGON BALL KAI

Non appena uscì in Giappone questa serie (che altro non è se non una riproposizione dell'originale Dragon Ball / Dragon Ball Z, ma rimasterizzata e privata degli odiosi filler), si susseguirono le voci di una probabile edizione italiana, da mandare in onda su qualche canale del digitale o del satellite.
La Mediaset ufficialmente non si è mai mostrata interessata a proporre questo titolo (avendo già l'originale), ma ai tempi dell'acquisizione di Dragon Ball Super nuove voci presero piede, per poi sgonfiarsi.
Si dice però che comunque Dragon Ball Kai sia effettivamente nei magazzini della Mediaset, parcheggiata lì solo per evitare che una qualunque altra rete italiana possa acquistare questo titolo dal Giappone: sarà vero?



Insomma, anche stavolta abbiamo toccato vari titoli, tra cult e sconosciuti.
E se per alcuni di questi, anche quelli non propriamente destinati ai bambini, l'idea che Mediaset potesse effettivamente trasmetterli può coincidere con la volontà di una fascia notturna (creata con la trasmissione di Berserk, ma subito abbandonata...), per altri ci si domanda sia il motivo di mancate messe in onda -e relativo scadere dei diritti- sia dove alcune di queste serie avrebbero potuto figurare...
...ma di questo ci occuperemo prossimamente!


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[CONSOLE] Barcode Battler, la guerra dei codici a barre

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I giapponesi sono capaci di inventarsele davvero tutte.
E così, nel 1991, crearono una piccola console portatile chiamata Barcode Battler.
Era bianca e con lo schermino piccolo; la versione II arrivò invece anche da noi (nera e con display leggermente più grande) importata dalla Giochi Preziosi, due anni dopo.
Un bel po' di spot in TV che lasciavano immaginare chissà cosa; un futuro inimmaginabile da poter usare con tutto ciò che ti circondava.
Ricordate anche voi la guerra dei codici a barre?

Era il 1993 quando iniziarono ad apparire le pubblicità di questa mini-console: Barcode Battler.
Già, come suggerisce il nome, era un lettore di codici a barre un po' come quello dei supermercati, ma con scopo diverso dal contrastare la piccola evasione fiscale: solo botte da orbi!



O meglio, questo è ciò che gli spot lasciavano intedere: avventure o scontri versus, anche tra due giocatori diversi, con guerrieri da potenziare in base ai codici a barre.
Alcuni erano originali (simil-schede telefoniche in vendita, ovviamente con codifiche che permettevano punteggi alti) e il resto... lo si ritagliava da ogni dove.
Confezioni di biscotti, flaconi di detersivo, scatole di surgelati... qualunque cosa avesse un codice a barre era ottimo per potenziare i parametri dei nostri personaggi!
Geniale, no?
La tipica nerdata otaku giapponese.


Topolino promosse una campagna pubblicitaria particolare, regalando anche dei codici a barre "potenti", che il dispositivo avrebbe letto.
Lo sapevate -diceva lo strillone- che dietro i codici a barre si nascondono guerrieri, stregoni, armi e poteri magici?
Ebbene, sì: ma ci vuole anche tantissima immaginazione.
Perché per noi sarebbe sempre e solo stati... numeri.
Una sequenza di numeri, che poteva crescere se ti diceva culo col barcode potente (chissà, magari strisciando quello di una scatola Lego...), ma restavano freddi numeri che solo i nerd otaku nipponici potevano figurarsi come fossero personaggi e creature portentosi.
Ecco lo spot del Sol Levante:

            


Inutile dirvi che fu un flop; mentre in Giappone ebbe anche delle espansioni (pure "visive", legate al Nintendo), da noi se lo filarono in pochi nonostante l'impegno di Tomy e Giochi Preziosi (che mise in commercio anche le schede per rinvigorire i propri personaggi e proseguire nella modalità "avventura").
Ma secondo me l'idea era valida: immaginate oggi -tutti a caccia con Pokémon Go- se avessimo la possibilità di materializzare davvero le figure attraverso i codici da leggere con un'app tipo decodificatore QR.
Lo ritireranno fuori, vedrete.
(immagini prese dal web)

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[SIGLE MENO FAMOSE] Fancy Lala (C. D'avena, 2001)

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Fancy Lala
è l'ultima "maghetta" dello Studio Pierrot: sorella minore delle majocco più famose, ossia Creamy, Evelyn, Emi e Sandy, arriva tardivamente anche in Giappone dove però il fenomeno idol funziona sempre; in Italia giunge tra anni dopo la trasmissione nipponica.
L'anime venne acquisito dalla Mediaset praticamente già da subito, e infatti subì l'adattamento tipico dei tardivi anni '90 (quello che reintroduceva poco a poco una ambientazione giapponese, senza nasconderla, anche se ne alterava i nomi dei protagonisti per renderli più "semplici").


L'OPERA

Oggi è solo uno dei tanti anime Mediaset dimenticati (replicato solo una volta, anni dopo, sul canale Hiro).
Probabilmente abbiamo anche rischiato di non vederlo mai, assieme ad altri titoli come H2 o Jeanne, i cui diritti sono scaduti ma mano (QUI la lista completa degli anime mai trasmessi: https://mikimoz.blogspot.com/2020/12/anime-mediaset-mai-trasmessi.html); per fortuna, sebbene solo in estate, lo abbiamo visto nel contenitore Bim Bum Bam.
Durante il primo passaggio TV molti furono infatti i tagli, anche solo per dare spazio alle pubblicità: chissà quindi quali erano le reali intenzioni riguardo Fancy Lala, usato come veloce tappabuchi estivo.




LA SIGLA

Tipica canzone da cartoon Mediaset di fine anni '90, parte con un bell'arpeggio, con una base ritmata e un buon giro melodico di chitarra, con tanti altri strumenti che le si affiancano.
Ma se la strofa rischia di essere un tantino anonima, è il ritornello a stupire: sembra di tornare indietro nel tempo, indietro di qualche anno, per quanto riguarda la produzione di queste sigle.
Fancy Lalaè scritta da Alessandra Valeri Manera, con musica di Max Longhi e Giorgio Vanni, ed è cantata da Cristina D'Avena.
Le parole e le rime sono semplici e a tratti anche banali, ma la sigla contiene almeno un paio di passaggi molto belli, a livello di testo:


            


IL TESTO

Gocce di felicità, Fancy Lala...
Quando parla il cuore te ne accorgi, e sai perchè?
Tutto cambia intorno a te...
Che cos'è l'amore forse adesso non lo sai,
ma presto lo scoprirai...

Certe volte un sogno non è solo fantasia
ma realtà che sa di magia...
La notte è magica, superfantastica,
perché c'è sempre un sogno che aspetta te...

Lo sai che dopo un sogno così
tu ricominci da qui, e il mondo ti dice sì.
Lo sai che se poi guardi lassù
un punto brilla di più, e quel puntino sei tu.

Lo sai che quando un sogno ti dà
la forza di volontà allora si avvererà...
Lo sai che fra le stelle lassù una risplende di più
e quella stella sei tu.

Gocce di felicità, vai dove il cuore va...

Guardi il tuo passato, ma il futuro adesso è qua
straripante di novità;
tutto è ormai cambiato e ti piace più che mai,
però ti cacci nei guai...

La strada della felicità è molto ripida,
ma passa per di qua.
Cammina dritto davanti a te
per ritrovare il sogno che aspetta te.



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[CARTOONS] DuckTales, retrospettiva sulla serie storica

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Dopo mesi di pochi sparuti episodi della terza stagione (!), Disney Plus carica finalmente le prime due serie della mitica, storica DuckTales - Avventure di paperi.
Rimasta nel cuore di molti, fu uno dei primissimi successi televisivi disneyani; una serie in cento episodi (di più non si poteva!) che ha generato uno spin-off, due videogames e anche un bellissimo film d'animazione.
Culto per la generazione degli anni '80 (DuckTales andò in onda dal 1987 al 1990, in America) è ricordata ancora oggi come una serie di grande qualità.
Ma... sarà davvero così?


Sicuramente DuckTalesè una serie che, almeno inizialmente, conobbe un impegno qualitativo abbastanza costante, anche se non eccelso.
Ma voglio subito fare una premessa: se abbandoniamo una visione nostalgica della cosa, purtroppo osserveremo come insidacabilmente DuckTalessia anche una serie invecchiata male.
Figlia del suo tempo, e nonostante molte storie avessero avuto come spunto le belle storie di Carl Barks, la serie storica di DuckTales non è esente da difetti.




Oggi molte soluzioni narrative appaiono sciape, eccessivamente bambinesche.
Certo la dose di divertimento e avventura, specie in certi mitici episodi, è garantita.
Sicuramente DuckTalesè tra le migliori serie del "Disney Afternoon", ossia quelle produzioni anni '80-'90 dell'azienda disneyana, ma rivista oggi -sebbene si mantenga meglio di un Darkwing Duck- non può nascondere la perdita di molto smalto.
QUI una guida completa alla serie.




Ne rimaniamo comunque affascinati, e con un bel piacevole ricordo; specie anche grazie al film nelle sale (Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta), e qualche episodio davvero azzeccato (quasi tutti facevano il verso a opere famose della letteratura o della cinematografia).
Ovviamente il pubblico di riferimento era quello dei bambini, e la serie era un cartoon da syndacation; ma diciamoci la verità: un'opera come DuckTales aveva del potenzale che era giusto che venisse espresso a dovere.
E questo per fortuna è successo, nelle tre stagioni del reboot (ne abbiamo parlato QUI).




È un po' l'effetto delle opere anni Ottanta: mitiche per tanti motivi (anche nostalgici), ma il cui potenziale venne affossato da tutta una serie di questioni tecniche e non.
Ed è quindi giusto, a mio avviso, rendere loro il giusto merito e dar loro il giusto onore, con remake e reboot.
Così, in effetti, il DuckTales storico non ne esce benissimo se confrontato con il più "adulto", ammiccante, svelto e cool DuckTales 2017.
L'assenza di Paperino, personaggi storici sottoutilizzati, alcuni nuovi characters davvero irritanti e l'ovvio procedere episodico sono punti a sfavore (specie con gli occhi di oggi).
Però, è comunque un'opera che ha fatto la storia della televisione (anche italiana!), dell'home video, dell'immaginario pop collettivo.




Persino il nostro Romano Scarpa ne presentò un provino per candidarsi come animatore, ma sarebbe costato eccessivamente; e allora DuckTales venne subappaltato agli animatori giapponesi della Tokyo Movie Shinsha (quella di Lupin, Occhi di Gatto, Lady Oscar e Detective Conan, per capirci).
Ciò di fatto fa di buona parte degli episodi di DuckTales - Avventure di paperi un anime, un cartoon dall'animazione a firma di maestranze nipponiche (e quando gli episodi sono animati in America, si nota pure la differenza).
Storie, soggetti e sceneggiature restavano made in Disney, ovviamente.


                                             


L'occasione però è quella di potersi gustare nuovamente storie che ci fecero sognare, guardate continuamente in TV (su Big!, Solletico, Disney Club...), riguardate sempre in VHS e ora disponibili sulla piattaforma in streaming.
Giudicheremo con gli occhi di oggi.
Nonostante due episodi saranno saltati, eliminati dal corpus perché giudicati inappropriati (le solite assurdità bacchettone da malati mentali).
Da vedere anche per il ripristino in italiano di alcune scene delle prime cinque puntate (ma pare non ci sia stato!)
Insomma: ci toccherà ammantare occhi e cuore col velo della nostalgia, per non restare troppo delusi?
Probabilmente sì.
Ma le favole più belle restano sempre le DuckTales, comunque. Woo-ooh!



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[FUMETTI] Diabolik Magnum 4, Freddo assassino - la recensione

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In questo inverno particolare, Diabolik torna a tenerci compagnia.
Al di là dell'ultimo bellissimo numero inedito (ve ne ho parlato QUI), torna anche l'appuntamento con il Magnum, un balenottero da cinque (e più...) storie a prezzo contenutissimo (7,90€).
Freddo assassinoè il nome di questo appuntamento invernale, il secondo di quest'anno.
La ristampa di cinque storie classiche, che molto pesca nel passato editoriale del personaggio: si parte dal 1973 (o addirittura da tre anni prima, vi spiegherò) per arrivare al 2009, passando dagli anni '80.



Freddo assassino
, consueta formula Magnumche può piacere anche a chi ha già le storie presentate (il prezzo è accessibilissimo, ma oltre questo vi sono tavole inedite, rimontaggi esclusivi e anche una corposa sezione di articoli di approfondimento), stavolta ci propone 610 pagine di storie mozzafiato, tra (dis)avventure, gialli e vendette.
La copertina, inedita (firmata Di Bernardo) fa da perfetto contraltare a quella del Magnum precedente, uscito la scorsa estate (la trovate QUI).


Le storie hanno come tema comune la neve.
E ci portano in luoghi lontani o in passati da risolvere.
A volte il freddo e il ghiaccio sono anche solo un pretesto da cui far partire un'ottima avventura tra il giallo e il noir.


Il crimine non ha confini (del 1973) vede Diabolik e Eva agire in una nazione che ricorda il Nepal o il Tibet.
Anche lì il Re del Terrore dovrà scampare a intrighi e pericoli, per mettere a segno l'ennesimo colpo.
Tragico viaggio (del 1974) porterà un disastro aereo nella vita del nostro protagonista, costretto a sopravvivere tra nuove insidie e inaspettate alleanze.
Fuga dal rifugio (uscito nel 1984), con la sua ambientazione invernale, è una classica storia di Diabolik dell'epoca: perfetta fotografia (così come tutto questo Magnum) del passato di questa testata targata Astorina.




Tomba di ghiaccio (1987) è un avvincente giallo che parte dal ritrovamento di un cadavere: una persona che in passato aveva avuto a che fare con Diabolik e Eva, ora desiderosi di capire come stanno le cose... visto che il morto sembra essere ancora vivo, in giro per Clerville!
Chiude la storia più recente, ma nemmeno così recente: La morte sa aspettare (uscito nel 2009).
Sequel di uno storico albo del 1970 (le cui tavole vengono qui implementate per rendere ancora più corposa la lettura, e per fornire un unico racconto coeso al lettore), si fregia di una copertina particolare (Diabolik pronto a usare una pistola!) e ci condurrà in una vendetta sulle montagne innevate.


Gli articoli sono vari e interessanti: dal fascino (e pericolo) della montagna nella narrativa -soprattutto cinematografica- a firma Andrea Carlo Cappi, fino all'uso di armi da fuoco da parte dei protagonisti (di Rosalia Finocchiaro), passando per una retrospettiva sulle storie dove qualcuno riuscì a fuggire dai rifugi di Diabolik (firma Michele Iudica); un articolo (sempre della Finocchiaro) sui "sopravvissuti" ai disastri aerei e quello di Andrea Pasini sulla "questione orientale" in Diabolik.

Numero imperdibile, probabilmente il migliore fra quelli usciti finora (grazie anche alla selezione storica delle storie...) e che potrà sicuramente fare innamorare del personaggio anche nuovi lettori.
In appendice anche un corposo dietro le quinte con molte anticipazioni sulle storie e iniziative future!

Piccola segnalazione: da questo mese mi trovate anche su Diabolikando, fanzine distribuita dal Diabolik Club (ordinabile presso di loro) curata da Andrea Agati (che si sta occupando anche di Anastatika) e da Michele Iudica (soggettista della serie).




Per questo numero, ho scritto uno studio sul Diabolik "finto", un passato in cui ha usato una doppia identità, un periodo particolare poco esplorato: Dopo di King, prima di Eva.
Diabolikando del dicembre 2020 è in vendita sia in edizione regolare che variant; con l'acquisto verrà allegata la stampa della copertina, autorizzata dalla Astorina.

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