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[LIFE] Diario Settimanale - gli esami non finiscono mai

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L'estate inizia con prepotenza.
E inizia con gli esami. I ragazzi che frequentano il centro di aggregazione coprono la fascia d'età più colpita da queste prove. Di terza media e di Stato.
E praticamente nulla è cambiato da quando li diedi io.
Alle medie ci andai proprio in scioltezza, più preoccupato all'aggiornare l'appena iniziata collezione di Diabolik che a ripassare Winston Churcill (ma per l'occasione chiamai il mio pisello proprio Winston, in onore del tizio americano che portavo a piacere nella tesina).
Al liceo tragedia greca in tutti i sensi.



Notte prima degli esami: festa nell'appartamento di sopra, dai miei zii. Dovetti ovviamente rincasare prestissimo. Ero solo con mio padre, quei giorni: mia madre e i miei fratelli se ne stavano beatamente in vacanza.
Dunque, prima prova: tema arrabbattato alla buona, e poi avevo sempre preso da 4 a 6, con punte di 7 se ci mettevo quelle frasi a effetto che tanto piacciono ai docenti che non hanno voglia di lavorare. Lasciai non so come nel dizionario un appunto su Dante, e la tizia in commissione se ne accorse e pensava che copiassi: gliel'ho sbattuto in faccia dicendo "sto facendo la traccia d'attualità, questo foglio è su Dante, che non c'è all'esame e mica potevo tirare a indovinare!".
Accartocciai il foglio e lo gettai nello zaino, e quella tornò a sedersi. Era una professoressa esterna. Ma mi destabilizzò per qualche minuto: l'Esame di Stato è comunque una puttanata ministeriale e quindi se ci si metteva poteva farmi saltare tutto anche se davvero non avevo colpe (se non la leggerezza di non essermi accorto di un foglietto manco mio nel vocabolario).
Bastarda.

Seconda prova, versione filosofica di uno stronzo greco mai sentito. Ho tradotto due righe, il resto in bianco e sti gran cazzi.
Terza prova, pure lì a mettere insieme un po' di cose a caso.
Una mia prof si avvicinò e mi disse: "per l'orale taglia i capelli, presentati bene". All'epoca ero capellone. Lei invece si vociferava fosse alcolizzata: roba di divorzi o qualcosa del genere. Io non mi tagliai un cazzo. Insomma, per i docenti conta sempre più l'apparenza della sostanza.
E così rivedo oggi i ragazzini andare dal barbiere e vestirsi con la camicia per l'orale delle medie. Sperando di fare un'impressione migliore perché così va la vita: non conta quel che sai, conta quanto sei influencer.
Un po' come alcuni amici Testimoni di Geova, che si vestono sempre da signorini sperando che io apra loro la porta, la porta del mio cuore, la porta del mio spirito al loro ebraico dio sterminatore di poveri bambini egiziani.
Loro vestono in pantaloni e camicia, e il loro YHWH intanto fa stragi una pagina sì e una no. Bella storia.
E no, non va così. Vestirsi bene è giusto, sei sempre a scuola, ma vestirsi meglio è da paraculi.
In questo modo inizia la mia estate. Coi ricordi degli esami.
Che qua di maturità c'è davvero ben poco, per tutti.
Ma intanto c'è il sole, e c'è il caldo.
Vado a dire un paio di cosucce a Winston: ma prima passate QUI (click!)che vi parlo di Giochi Senza Frontiere!


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