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[LIFE] un eterno presente

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Inutile: tornare a casa mi ricorda troppo il passato.
Tutto è ancora o quasi come l'ho lasciato, che poi in realtà non ho lasciato niente perché vivo perfettamente a metà tra due realtà.
Ma il tutto di cui parlo è qui, congelato come in una eterna fine del secolo scorso, una eterna fine del millennio. Con tutti gli anni a ritroso.

Nulla è davvero come prima; ogni volta mancano dei pezzi, o qualcos'altro è stato modificato.
Ma se la gente attorno a me compie 30, 60, 80 e anche 90 anni, io ho capito di avere una sorta di blocco mentale.
Vivo il mio presente (e dunque anche il futuro) ma come fossi ancorato al mio passato.
No, qui la cultura pop e le mie passioni/fissazioni non c'entrano, se non in misura marginale.
Certo, l'atmosfera fa tanto.
I miei libri, i miei fumetti, i miei giochi. Tutto ciò che mi porto dietro dagli anni '80 e che mi riporta indietro nel tempo.

La mia musica. La mia cameretta. La mia scrivania. Il mio letto.
Respiro ancora i tempi dell'asilo, delle elementari, delle medie, del liceo.
Tutto qui ha il sapore dei pomeriggi passati a studiare o non studiare, a imparare l'inglese o a non tradurre il latino e il greco.
Di cartoni alla tv, di mattinate scolastiche, di profumi particolari.



No, non è un effetto nostalgia, uscito fuori solo perché sono tornato a casa mia. Anzi in una delle mie due case.
Anche stando (ormai in modo fisso) nell'altra casa, nell'altra regione, provo questo: da entrambe le parti, ogni volta che vi torno.
Io vivo un eterno presente, voglio viverlo. Ogni anno vorrei che si replicasse il benessere (fisico, mentale) vissuto in quei Natali, in quelle estati, in quelle giornate lontane.

Certo, c'è spazio per ogni novità.
Ma vivo in un eterno presente dove sono figlio e non genitore, dove so che non sarà così per sempre ma in fondo lo spero.
Dove vorrei che se qualcosa finirà, deve finire per tutti.
So che è impossibile, e che le cose vanno avanti. Sempre.
Ma ora ho capito chi sono io, cosa sono io.
Una persona che vuole replicare in eterno un periodo in cui sono stato davvero bene, e alla replica di quelle sensazioni voglio aggiungere emozioni nuove.
Che forse non devono troppo alterare il resto.



Sogno di vivere a casa mia, che per me è perfetta.
Non sogno di costruire la mia casa, per quanto a volte ci fantastichi su.
Casa mia, le mie due case. A seconda delle stagioni. Magari con tocchi di novità, ma quelle case lì.
Il mio eterno presente soffre un po' delle variazioni, pur accettandole.
Sì, vivo coi piedi per terra, ma è questa la mia fotografia. Ora lo so.
Il tempo per me è fermo, rivivo quelle sensazioni, continuamente.
Sono stato bene, perché dovrei cambiare?


Crescere, certo. Ci sta, lo faccio. Ma non può funzionare anche così?
Magari sono il primo che lo farà funzionare con successo.
Lancerò un modello di vita preciso.
Il tempo per me scorre, ma a modo suo. Questo post, o meglio parte di esso, è stato scritto oltre tre anni fa. Ma solo adesso si è concretizzato, in una visione più piena di quel che è, di quel che è stato.
E che sarà.

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