Opera tratta da un manga di Sohji Yamakawa e Noburo Kawasaki, diventa serie tv nel 1973.
Da noi fu trasmesso nove anni dopo da Rete 4, salvo poi finire ripetutamente replicato dalle piccole tv private e regionali.
Sam il ragazzo del West (Koya no shonen Isamu) racconta le avventure del giovane cowboy Isamu, detto Sam, figlio di un giapponese e di una pellerossa.
Insomma, il top del top per essere discriminato in un mondo rude e ignorante come la vecchia frontiera dell'Ovest americano.
La sua vita non è facile nel selvaggio west, e Sam -sempre visto male a causa della sua etnia- cresce allevato da un gruppo di banditi, i Wingate. Passa la giovinezza a rapinare banche e a commettere crimini, fino a quando la sua banda lo spinge a sparare a tradimento a un uomo di passaggio.
Sam rifiuta di commettere un'azione tanto gratuita e abbandona la vita da fuorilegge, mettendosi alla disperata ricerca del padre, scomparso anni prima... fino alla sorpresa finale, che vi rivelo dopo l'ultimo video proposto, se volete lo spoiler.
Alla produzione giapponese, in 52 episodi, hanno lavorato anche Shingo Araki e Hayao Miyazaki, il primo come character designer e il secondo come curatore generale nel team di animatori.
La sigla italiana è cantata da Nico Fidenco: bellissima, musicalmente evocativa, ricorda qualcosa degli Osage Tribe di Battiato. Chi mai può schiacciare Sam? Chi mai può fermare Sam?
La videosigla iniziale differiva da quella finale, facendo in modo di proporre al pubblico il brano quasi nella sua interezza.
Peraltro le frasi finali della canzone sono, a mio avviso, le più belle.
Come frontiera ai confini del mondo, solo al tramonto Sam, se ne va lento Sam...
La sigla ben si adatta alle atmosfere polverose della serie, che è molto cruda seppur ricca d'azione e duelli.
Alla fine della storia Sam riabbraccia effettivamente suo padre: una persona che aveva già incontrato in precedenza, e che aveva peraltro risparmiato: il vagabondo che rifiutò di uccidere e che lo spinse ad abbandonare la banda di rapinatori!
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